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05/03/2011 14:24 CEST - L'INIZIATIVA

"Dal bambino al campione"

TENNIS – E’ il libro scritto da Luca Bottazzi, Carlo Rossi e Michele Pisaturo, frutto di 12 anni di attività dell’Italian Tennis Research Association (RITA). E’ la presentazione di un innovativo sistema di insegnamento, il cui obiettivo è rilanciare la motricità nei bambini italiani e metterli nelle condizioni di esprimersi al meglio. Anche l’ITF ha recepito le idee RITA. Lo potete acquistare qui. Riccardo Bisti

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Per buona parte degli appassionati, Luca Bottazzi è una delle voci tecniche di Sky Sport. Si è fatto subito notare per il linguaggio forbito e la passione per la scientificità applicata al tennis. Qualcuno lo apprezza, qualcun altro no. I meno giovani lo ricorderanno discreto giocatore negli anni 80, periodo in cui vinse alcuni tornei challenger e si issò al numero 133 del ranking ATP. E’ stato anche coach di Bjorn Borg, ed oggi fa il maestro di tennis. Ma non è un maestro qualsiasi. Non si limita a dirti che devi piegare le gambe o colpire davanti al corpo. Una dozzina d’anni fa è stato socio fondatore di RITA (Italian Tennis Research Association), associazione culturale e di ricerca il cui scopo è presentare un sistema innovativo di insegnamento, finalizzato all’obiettivo di rilanciare il tennis in Italia. Nella sua storia, RITA ha ottenuto diversi riconoscimenti in ambito internazionale ma si scontra con un ambiente italiano restio ai cambiamenti. Anche per questo è recentemente uscito il libro “Dal bambino al campione di se stesso”, scritto con Carlo Rossi (docente di scienze motorie all'Università di Milano) e Michele Pisaturo (insegnante di scienze motorie), che in 128 pagine racchiude oltre un decennio di studi e ricerche, effettuate con rigorosi criteri scientifici. “Il nostro obiettivo è lanciare un progetto-paese per rilanciare la motricità, lo sport ed in particolare il tennis” dice Bottazzi. In effetti, il grosso problema dei bambini italiani è la scarsa propensione all’attività fisica, peraltro svilita dal sistema scuola, in cui l’educazione fisica è considerata una materia di serie…Z. Lo scenario prospettato da Bottazzi è preoccupante: “La disabilità motoria diventerà un problema: se andiamo avanti così, tra 45-50 anni la gente vivrà in carrozzella e ci sarà un forte impatto in termini di salute”.

Lo sport come arricchimento personale
Secondo Bottazzi, l’attuale sistema di insegnamento non è in grado di produrre eccellenza in uno sport difficile come il tennis, con delicate componenti cognitivo-coordinative. “Anche se poi c’è una Francesca Schiavone, l’eccezione che conferma la regola”. Gli autori del libro sono convinti che un buon insegnamento passi attraverso tre fasi cruciali:
- Reclutamento dei bambini
- Alfabetizzazione motoria
- Scuola di base
“Ma quest’ultima – continua Bottazzi – deve essere fatta in un certo modo, non a mò di oratorio da Club Med, anzi peggio. Non imparano, ma almeno lì si divertono”. Nei club italiani, al contrario, c’è un approccio del tutto sbagliato all’attività sportiva. Difficile smentire questo ragionamento: “I bambini vengono iscritti alle scuole tennis per due motivi: per essere parcheggiati, oppure perché i genitori sperano che possano diventare qualcuno. E’ un’idea errata: nei paesi “evoluti” lo sport viene utilizzato per diventare adulti, colti, intelligenti. Lo sport è una materia come le altre, che permette di arricchirsi come persona. Attraverso lo sport si alza l’asticella dei propri obiettivi, si impara e si dà il meglio di se stessi, sfatando il mito del campionismo”. Si spiega così il titolo del libro: per “campione di se stesso” si intende l’obiettivo massimo per le proprie capacità. “L’obiettivo è proprio questo: dare il meglio di quello che si può. Se poi ci si accorge che il bambino ha importanti qualità, va benissimo. Ma solo allora si potranno fare certi ragionamenti”.

Mini e midi-tennis
Il “Progetto Rinascita” proposto da RITA (che peraltro sta avendo ottimi riscontri presso le scuole che hanno deciso di adottarlo), dunque, prevede di ripartire dalla base, dall’alfabetizzazione motoria. Non si parte con l’obiettivo di creare un campione, ma la centralità è posta sulla salute e sull’individuo. Bisogna mettere il soggetto in condizione di esprimersi al massimo. Se poi ci sono le doti, beh, emergeranno naturalmente. “Dal bambino al campione di se stesso” si propone di spiegare quali metodologie funzionano meglio, cosa è scientificamente dimostrato. Esempio: avete mai ragionato sull’utilità del mini-tennis e del midi-tennis? Vi siete mai domandati se è giusto far giocare bambini di 8 anni su un campo lungo 23,77 metri? La risposta, naturalmente, è no. Spiega Bottazzi: “Giocando su un campo grande, il bambino mette in modo unità motorie di forza proprie del lancio del giavellotto o del martello. Il suo scopo è riuscire a mandare la palla di là”. Magari impugnando una racchetta più grande di lui, aggiungiamo noi. Giocare su un campo più piccolo permette ai bambini di esprimersi meglio e – ancor più importante – abitua il cervello a ragionare a velocità reali, quelle che incontrerà da adulto quando giocherà (si spera) sul centrale di Wimbledon. Qualche mese fa, la stessa ITF ha comunicato un cambiamento di regole: dal 2012. tutte le gare dagli Under 10 in giù si giocheranno su campi adeguati all’età dei partecipanti. Le ragioni, evidenti, sono spiegate in questo video. “L’ITF si è resa conto di qualcosa che noi dicevamo da tempo” dice Bottazzi con una punta d’orgoglio. La stessa ITF, in passato, ha pubblicato gli studi e le ricerche di RITA, pubblicandole nei propri atti ufficiali.

Meritocrazia e competenze
Questo è uno dei motivi per cui vale la pena leggere “Dal bambino al campione di se stesso” (reperibile in libreria a 18 euro, ma acquistabile via internet a 14 – spese di spedizione comprese -). Crediamo che sia un libro utile a tutti. Il destinatario principale è certamente il maestro di tennis, eppure anche gli addetti ai lavori e i semplici appassionati potranno trarne giovamento. La lettura parte con la presentazione dell’attività RITA e un’analisi del tennis di alto livello per poi snocciolare il percorso, appunto, dal “bambino” al “campione (di se stesso)”. Si parte dalla propedeutica e si arriva all’agonismo passando per scuola tennis e mini-tennis, senza trascurare gli aspetti strategici e psicologici. Non è un testo semplicissimo, ma il glossario a corredo è prezioso per sviluppare una terminologia chiara. Chiunque fosse interessato, può trovare i maestri RITA presso il Centro Sportivo Kick Off di San Donato Milanese e a Segrate presso il CUS Milano. L’Associazione organizza anche un centro estivo a Lavarone, in Trentino. Perché non è sempre vero che il coach di un top 10 sia un fenomeno e il maestro di un terza categoria sia un brocco: “Costa molta fatica esprimere queste idee, nel nostro paese è come parlare al muro” sospira Bottazzi “Purtroppo da noi conta il sistema e la meritocrazia e le competenze non sono tenute nella giusta considerazione”. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo provato a fare il contrario.
 

Riccardo Bisti

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