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06/03/2011 14:45 CEST - Coppa Davis

Dove ti gioco la Coppa Davis

TENNIS - Partendo dall'hangar dell'aeroporto di Vienna scelto per ospitare Austria-Francia, ripercorriamo gli ultimi vent'anni ricordando tutte le sedi "curiose" che sono state approntate per gli incontri di Davis. Fiere, stadi di calcio, porti spiagge: la stora ha dimostrato che non c'è limite alla fantasia degli organizzatori. Vanni Gibertini

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In occasione di questo weekend di Coppa Davis la Federazione Austriaca ha dimostrato di avere grande fantasia, oltre che sensibilità per le richieste dei giocatori, decidendo di disputare l’incontro di primo turno con la Francia in un hangar dell’aeroporto Schwechat di Vienna, rinunciando alla soluzione più ovvia della Sporthalle in quando le tribune sarebbero state troppo lontane dal campo ed il pubblico non sarebbe riuscito a creare atmosfera. Gli austriaci non sono però nuovi a scelte originali per gli incontri di Davis: quasi vent’anni fa, infatti, nel 1990, quando la formazione composta dagli eterni nemici Muster e Skoff si trovò ad ospitare in semifinale gli Stati Uniti di Agassi e Chang, allestirono un campo in terra battuta nella curva dello stadio calcistico del Prater di Vienna, riuscendo così ad inventarsi un impianto da oltre 23.000 spettatori che spinsero la squadra di casa fino ad un passo della finale, con Skoff che cedette solamente al quinto set contro Michelino Chang nel singolare decisivo.


Bizzarrie austriache a parte, la storia recente della Davis non è avara di luoghi insoliti in cui si sono disputati gli incontri, un po’ per creare impianti di capienza a quelli permanenti disponibili in loco, ma a volte anche per ovviare alla mancanza di sedi idonee all’evento. Ecco un breve elenco delle soluzioni più curiose:
- nel 1993 la Germania guidata da Michael Stich decise di affrontare la finale con l’Australia su un campo in terra battuta costruito all’interno di uno dei padilglioni della Fiera di Dusseldorf;
- nel 1994 l’Olanda affronto l’incontro di quarti di finale con gli USA su un campo in cemento, con tanto di tribune provvisorie su strutture tubolari, approntato sulla banchina del porto di Rotterdam;
- nel 2004 la Spagna dei maiorchini Moya e Nadal conquistò la Coppa Davis sconfiggendo gli USA all’interno dello stadio olimpico di Siviglia, supportati da più di 26000 tifosi in delirio;
- nel 2007 l’Argentina disputò due incontri di Davis (con Russia e Germania) ed uno di Fed Cup (contro la Slovenia) nel cosiddetto Monumentalito, un campo in terra battuta con tribune per 10000 posti eretto appositamente su uno dei campi di allenamento del River Plate Futbol, proprio a fianco dell’Estadio Monumental dove la squadra di Buenos Aires gioca i propri incontri casalinghi;
- nel 2008 ancora la Spagna decise di ospitare gli USA (di nuovo) nella Plaza de Toros di Madrid, l’arena solitamente utilizzata per le corride dei tori. A dire il vero la soluzione non era inedita: già altre volte (ad Alicante ed a Puerto Banus ) si era giocato in Spagna in un arena taurina, e nel 2010 l’idea è stata copiata dalla Colombia che in occasione dei play-off per il World Group decise di affrontare gli Stati Uniti, che si vede ispirano pensieri… taurini, nella Plaza de Toros La Santamaria di Bogotà.


Per quel che riguarda la nazionale azzurra, anche i nostri portacolori possono vantare alcuni incontri disputati in un ambiente insolito:
- nel 1992 i quarti di finale con il Brasile vennro giocati su un campo in terra battuta costruito sulla spiaggia di Maceiò;
- nel 2005 lo spareggio per il World Group con la Spagna a Torre del Greco vide le tribune provvisorie costruite su una zona che era stata ricoperta dalla lava durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e successivamente dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.


Ma forse l’episodio più emblematico fu quello del quarto di finale del 1995, quando l’Italia dovette affrontare in casa gli USA di Sampras e Agassi. All’epoca la Federazione Americana, attraverso il suo capitano Tom Gullikson, riuscì a convincere entrambe i fuoriclasse a stelle e strisce, che in quel momento erano il n.1 ed il n.2 del mondo, a rendersi disponibili per l’incontro. Al fine di sfruttare il richiamo mediatico di questo fatto più unico che raro si discusse a lungo della possibilità di costruire un campo in terra battuta nello stadio Flaminio di Roma, in modo da poter accogliere 25-28000 spettatori, ma alla fine si decise di giocare al TC Palermo, dove pur con tutte le tribune provvisorie del caso, si riuscì solamente ad approntare una struttura per 3900 spettatori paganti, infinitamente meno di quelli che si sarebbero potuti accomodare con altre soluzioni ad hoc.
 

Vanni Gibertini

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