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07/03/2011 18:05 CEST - DAVIS CUP

Suicidio Simon! Ma Chardy vince

TENNIS - Per due volte avanti di un set e un break nel quarto parziale, il francese, che alla vigilia aveva polemizzato per avere più spazio, crolla e cede gli ultimi nove games, perdendo contro Melzer per 7-6 (7) 3-6 1-6 6-4 6-0 dopo 4 ore e 8 minuti. Nel match decisivo, però, Chardy supera Fischer 2-6 7-6 (4) 6-3 6-3. I francesi affronteranno la Germania. Riccardo Nuziale

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Melzer b. Simon 7-6 (7) 3-6 1-6 6-4 6-0

Nella presentazione dell’incontro tra le due nazionali, avevamo affermato come la Francia, suicidi tennistici a parte, fosse decisamente favorita nei confronti dei padroni di casa dell’Austria, forte di una superiorità tecnica globale piuttosto evidente, anche in una formazione rimaneggiata come questa. Ebbene, sebbene poi la qualificazione sia arrivata, possiamo dire che la mentalità non esattamente vincente dei francesi è tornata a far parlare di sé; avanti 2-0 alla fine della prima giornata, già ieri hanno perso piuttosto nettamente un doppio che li vedeva alla pari, se non addirittura superiori, nei confronti della coppia avversaria. Ma la sconfitta di Llodra e Benneteau è nulla rispetto a quanto realizzato da Gilles Simon oggi, che contro Melzer ha perso una partita incredibile, più volte vinta e alla fine ceduta di schianto ad un avversario che, per quanto estremamente discontinuo, non ha mai mollato.

Partita che inizia in modo alquanto anomalo, con quattro break nei primi quattro giochi e con Melzer, a differenza di Simon, incapace di tenere anche il terzo servizio. Il francese però non riesce a capitalizzare il vantaggio e viene raggiunto sul 4-4 ma, nel decimo gioco, sul 5-4 in suo favore, recupera da 40-15 e si procura due set point, che però fallisce con un passante di dritto e un’accelerazione di rovescio fuori misura. Anche nel dodicesimo gioco Simon ha una piccola chance sul 15-30, ma Melzer è bravo e fortunato nel trovare una riga. Si arriva così al tie-break, dove l’austriaco domina tranquillamente, portandosi prima 5-1 e poi 6-3; al momento di chiudere, però, Melzer si irrigidisce e si ritrova addirittura 6-7, dopo un chop in allungo di Simon. Il numero 10 del mondo è bravo comunque a riprendere immediatamente lucidità e a chiudere per 9-7, al quarto set point.

La partita sembra indirizzarsi nel modo migliore per l’austriaco in apertura di secondo set, con una splendida smorzata che gli procura una palla break nel secondo gioco, ma non solo non riesce a portarsi in vantaggio, ma addirittura subisce lui stesso la reazione di Simon, che breakka a 30 l’avversario.
Il momento chiave del set arriva nel sesto e settimo game: due giochi praticamente identici, dove prima Melzer e poi Simon si portano sul 15-40, subiscono la rimonta del servitore che arriva a palla game, rimontano a loro volta ottenendo altre palle break per poi cedere. L’unica differenza è nel numero di palle break complessive, quattro per Melzer e sei per Simon. La battaglia dei due game finisce tutto sommato per favorire Simon, in quanto rimane in vantaggio di un break e finisce comunque a mettere a segno il secondo break nel nono gioco.

Sembra la svolta della partita, dal momento che nel terzo set non c’è assolutamente storia, con Simon sempre più padrone del campo e in totale padronanza delle proprie ragnatele geometriche e Melzer sempre più in confusione e falloso; dopo una palla break avuta nel game d’apertura, l’austriaco crolla, cedendo il servizio nel secondo e nel sesto game.

Melzer che arriva al crollo definitivo nel terzo game del quarto set: break a 15 con tanto di racchetta spaccata. Sembra l’atto della resa. Il problema è che probabilmente lo ha pensato pure Simon, che improvvisamente si addormenta, commette due doppi falli, recupera, ma alla quinta palla break concede il 2-2. Non solo: nel sesto gioco si trova costretto ad annullare tre palle del sorpasso, ma con le unghie tiene il servizio e anzi strappa una seconda volta il servizio a Melzer, portandosi a due turni di servizio dalla vittoria.

A quel punto l’opinione generale era che la partita fosse finita. E infatti la partita è finita, ma non nel modo atteso; dopo l’ennesimo controbreak a 15, con tanto di smash sciagurato, Simon cede nuovamente il servizio nel decimo gioco con due errori di dritto, portando clamorosamente la partita al quinto set.

Quinto set dove Simon, conscio di essersi divorato la partita, semplicemente non ha giocato, ma si è limitato a sparare a caso per accorciare l’agonia, vincendo appena quattro scambi.

Chardy b. Fischer 2-6 7-6 (4) 6-3 6-3

Ad evitare la clamorosa debacle transalpina ci ha pensato Jeremy Chardy, che ha battuto in rimonta Martin Fischer, n.138 del mondo. L’austriaco aveva dato lo scorso settembre, al suo esordio assoluto, il punto decisivo nei play-off contro Israele, superando Levy in quattro set, dopo aver perso il primo. Oggi gli è successo l’esatto contrario, ma ha giocato comunque una dignitosissima partita, dando tutto quello che aveva e perdendo contro un giocatore semplicemente più forte di lui.

Chardy, di certo non famoso per il suo cuor di leone, parte visibilmente contratto e nervoso, ben conscio del peso della responsabilità sulle sue spalle, soprattutto dopo lo scempio commesso da Simon, e regala il primo set, sparando senza ritegno qualsiasi palla, cedendo così cinque game di fila dal 2-1. Fischer è bravo a capire che non deve far altro che giocare pulito, lineare, usando le armi che ha (rovescio lungolinea in primis) e aspettando l’errore dell’avversario che puntualmente arriva; i risultati arrivano nel quinto e nel settimo gioco con altrettanti break.

Le cose si mettono davvero male per Chardy e la Francia nel quinto gioco del secondo set, dove Fischer si procura, sul 30-30, una palla break con una stupenda risposta lungolinea su una prima a 204 km/h. Palla break che l’austriaco concretizza, portandosi così avanti di un set e un break. Ma i limiti di esperienza e fisici (dalla corporatura molto esile, ha nella leggerissima seconda di servizio il suo punto debole più evidente) fermano Fischer, che va sotto 15-40 grazie anche a un doppio fallo, annulla la prima palla del controbreak con un servizio vincente, ma cede al secondo pericolo con un rovescio in rete.

Probabilmente è questa la svolta della partita: prima mai capace di impensierire l’avversario in risposta, ora Chardy, seppure ancora in confusione mentale e di gioco, mette più pressione a Fischer nei turni di servizio, costringendolo agli straordinari sia nel decimo gioco (con l’austriaco bravo a mettere a segno prima, schiaffo di rovescio e volee di dritto sul 30-30) e nel dodicesimo (40 pari da 40-15). Al contrario, Fischer non riesce più a dare fastidio al francese quando quest’ultimo è al servizio, complice anche la percentuale di prime decisamente salita.

Si arriva così al tie-break che, di fatto, decide incontro e qualificazione. Avanti due volte di un minibreak, in entrambe le occasioni Chardy si fa recuperare, ma compie lo stacco decisivo sul 5-4 in suo favore, con una stop volley alla quale Fischer controbatte in rete. Un altro minibreak, arrivato con un errore dell’austriaco, conclude il gioco decisivo del secondo parziale.

Il set dà tranquillità a Chardy e destabilizza Fischer, il quale è bravo a tenere duro nel terzo set fino al 3-3 ma, al primo pericolo, crolla: sotto 0-40, annulla due palle break ma cede alla terza. Un secondo break nel nono gioco sancisce una superiorità di Chardy che, per quanto lenta, si fa sempre più implacabile.

Difatti il francese scappa subito anche nel quarto set, mettendo a segno il break che poi risulterà determinante e lo amministrerà fino alla fine. Due chance di controbreak per il mai domo Fischer, una nel quinto gioco e una nel nono, danno sembianze di agonismo ad una partita che, di fatto, è finita nel secondo set.

La Francia vince soffrendo decisamente oltre il dovuto per 3-2 e ora, nei quarti, affronterà la Germania.

Riccardo Nuziale

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