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08/03/2011 13:19 CEST - CASO SCOMMESSE

ATP chiede mezzo milione agli italiani

TENNIS – Mossa a sorpresa dell’associazione giocatori: citata in giudizio da Starace, Bracciali, Galimberti, Di Mauro e dalla famiglia di Luzzi, ha vinto la causa chiesto un risarcimento di quasi 500.000 dollari per le spese legali. Lo scrive “Sport Business Journal”. Erano stati squalificati per periodi tra le sei settimane e i 200 giorni e multati per migliaia di dollari. Riccardo Bisti

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La notizia fa rumore, se non altro per le cifre in ballo. A seguito dell'azione legale intentata da quattro giocatori italiani dopo la vicenda scommesse di qualche anno fa, l'ATP ha vinto la causa e chiesto un maxi-risarcimento a Potito Starace, Giorgio Galimberti, Alessio Di Mauro, Daniele Bracciali e…alla famiglia di Federico Luzzi. A scriverlo è Sports Business Journal, il quale ha aggiunto che l’Associazione Giocatori si è rivolta a un tribunale della Florida e chiede una cifra di circa 500.000 dollari. La faccenda è nota: a cavallo tra il 2007 e il 2008, i nostri giocatori vennero squalificati per un periodo compreso dalle 6 settimane (Starace) ai 200 giorni (il povero Federico Luzzi). Il tutto perché avevano scommesso piccole somme su match di tennis e non solo. Galimberti e Luzzi avevano scommesso sui loro match, ma sempre sulla vittoria. E avevano perso. Questo fattore – insieme, paradossalmente, al fatto che usavano le loro carte di credito – esclude qualsiasi sospetto di voler orchestrare delle “combine”. Una volta scontate le squalifiche (comprensive di sanzioni pecuniarie), nel settembre 2008 i tennisti azzurri hanno deciso di fare causa all’ATP e se la sono presa pure con Interwetten, l’agenzia di scommesse che aveva passato le informazioni sulle loro giocate. Le tesi dei legali dei nostri giocatori riguardavano soprattutto la violazione della privacy e, in particolare, l’illegittima divulgazione di dati personali. L’accordo tra l’ATP e la ESSA (European Sports Security Association), siglato nel gennaio 2007, permette alle agenzie di fornire informazioni sugli eventuali reati. Il fatto è che le scommesse dei giocatori italiani erano antecedenti a questo accordo. L’idea dei giocatori italiani, dunque, è che l’accordo non avesse valenza retroattiva.

La richiesta non è stata accolta: il giudice ha accolto il ricorso dell'ATP che aveva richiesto il non luogo a procedere. E adesso deve valutare la richiesta di pagamento delle spese processuali per un totale di 480.000 euro. Fa sensazione, in particolare, che la richiesta sia estesa alla famiglia di Federico Luzzi. Raggiunta telefonicamente da Ubaldo, Paola Cesaroni (mamma di Federico) ha detto di essere al corrente già da tempo delle richieste dell’ATP. “Adesso informerò il mio avvocato che la notizia è trapelata nei media americani”. Ci si domandano le ragioni di questa mossa. Che l’ATP voglia creare un precedente "favorevole"? Se la Corte Distrettuale della Florida, presieduta dal giudice Timothy J. Corrigan, dovesse accogliere la richiesta di risarcimento, difficilmente altri giocatori intenterebbero una causa di questo tipo. Di tennis e scommesse si è iniziato a parlare nel 2007, ai tempi del “leggendario” match di Sopot tra Davydenko e Vassallo Arguello, poi tra match sospetti (e mai resi noti) si è arrivati alle squalifiche degli italiani più qualche altro pesce piccolo (Mertinak, Cermak, l’altro compianto Montcourt), fino al chiacchiericcio che si è sviluppato durante l’ultimo Australian Open, quando si è saputo che diversi giocatori hanno ricevuto una lettera della Tennis Integrity Unit in merito a incontri che li avevano visti protagonisti, ma senza formulare né ipotizzare alcun tipo di accusa. Tra loro c’erano Volandri, Gabashvili, Tipsarevic e lo stesso Dolgopolov.

SQUALIFICA A DI MAURO

SQUALIFICA A BRACCIALI E STARACE

SQUALIFICA A GALIMBERTI

SQUALIFICA A LUZZI

LA CAUSA ALL'ATP

Riccardo Bisti

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