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17/03/2011 18:04 CEST - INTERVISTE

Juan Martin Del Potro - 16.03.2011

Traduzione a cura di Francesca Sarzetto

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D: Una grande vittoria. Come sei riuscito a recuperare da 1-6 nel tiebreak del secondo set?
JMDP: Beh, credo che non sia normale recuperare da sotto 1-6 in un tiebreak, ma sono stato fortunato e ho sfruttato le mie occasioni, specialmente sul terzo match point, sul mio servizio. Mi sono detto, Cerca di mettere un ace, e ci sono riuscito.
Ora sono contento di essere passato e potermi giocare i quarti di finale in questo Master. E' positivo anche per il mio futuro.

D: Hai chiamato il medico a metà del primo set. Cos'era il problema?
JMDP: Mi sentivo scarico, era molto caldo e sto giocando molti, molti match, mi sto un po' stancando.
Ma il pubblico mi ha incitato a lottare per tutto il match, ed è quello che ho fatto. Mi è piaciuto molto il mio gioco oggi, e sono contento di aver vinto.

D: A San Josè mi hai detto che avresti avuto bisogno di una ventina di partite per capire il tuo livello. Ti stai avvicinando sempre più a quel numero. Come ti senti ora?
JMDP: Ho bisogno di altre venti partite (sorride).
No, mi sembra di essere migliorato da San Josè. Sto giocando meglio che due mesi fa. So che è una strada lunga, come ti ho detto un mese fa, ma sto migliorando col servizio, col dritto.
E anche la condizione fisica, è molto dura giocare ogni giorno contro questi giocatori, e ho bisogno di tempo per sentirmi di nuovo al 100%.

D: Pensi che il tuo istinto nei match sia naturale, o pensi ancora troppo?
JMDP: Sì, a volte. A volte sì. Quando hai fiducia in te stesso è parecchio più facile. Nei momenti importanti ti fidi a giocare i punti vincenti, e magari chiudere il match.
E oggi pensavo che -- quando ho avuto l'opportunità di chiudere il match sul mio servizio, ho fatto ace. Quindi siccome vinco, ho fiducia in me, ed è quello che mi serve per il prossimo torneo.

D: Quanto lontano sei da dove vuoi essere?
JMDP: Ho sentito molte volte questa domanda (sorride).
Non saprei. Sono molto contento di dove sono adesso, del mio presente. Gioco meglio di partita in partita, e non so se posso giocare meglio di oggi o no. Voglio solo lavorare sodo. Ho bisogno di tempo per farlo, ma sono molto paziente.
Franco crede ancora nel mio gioco e nel mio servizio. Sappiamo la strada per vincere e tornare al top, ma è molto dura.

D: Quando allenavo i coach in Argentina anni fa, non insegnavano il dritto come lo colpisci tu. Chi ti ha insegnato quel dritto?
JMDP: L'ho imparato da piccolo, non so.
Ma quando mi alleno, 80% del mio allenamento è sul dritto. E uso molto questo colpo in tutti i miei match. Mi ha aiutato a vincere le partite, soprattutto sul cemento o indoor.
Penso che i giocatori argentini e sudamericani preferiscano la terra battuta. Così puoi giocare colpi simili con dritto e rovescio, e anche questo è lavoro.

D: Hai parlato di Robredo? Qualcuno ha chiesto di Robredo?
JMDP: Beh, lo conosco. Sta giocando molto bene. Ha battuto facilmente Querrey oggi. Spero che starò meglio di oggi perché sono stanco, ma lotterò.
Sono molto contento di essere nei quarti, come non succedeva da molto tempo. Cercherò di vincere.

D: Cosa pensavi nel tiebreak? Eri sotto 6-1 o 6-2.
JMDP: 6-1.

D: Cosa ti passava per la testa in quel momento?
JMDP: Beh, mi sono detto Forza, Philipp, chiudilo. Fai in fretta e giochiamoci il terzo (ride). Ma non è successo.

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