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22/03/2011 22:52 CEST - FOOT FAULT

Djokovic, il vaso di terracotta

TENNIS - Il serbo, dominatore incontrastato di questo inzio di stagione, in cui non ha ancora subito una sconfitta in 18 incontri, dimostra di avere le idee un po’ confuse quando, a distanza di pochi mesi, indica come "migliore di sempre" prima Federer e poi Nadal. Chiunque sia di loro due, una cosa è certa: il serbo, quello scettro, non lo avrà né ora, né mai. Luigi Ansaloni

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Novak Djokovic mi ha detto che sono probabilmente il più grande giocatore di tennis della storia. Come, direte voi, ma se non hai mai preso una racchetta in mano in vita tua? Non fa nulla, lo sono e basta. Lo dice Nole. Uno che sa essere marpione e ruffiano come pochi fuori dal campo, e forte come pochissimi (forse nessuno, attualmente) dentro il campo. Ieri sera, dopo aver vinto Indian Wells (terzo torneo pesantissimo dopo l’Australian Open, imbattuto da inizio anno), ha guardato commosso il numero uno del mondo, Rafa Nadal, lo sconfitto in finale, e con sguardo languido e voce rotta dall’emozione (vabbè, quasi) gli ha detto: “Per me sei tu il miglior giocatore di sempre”. Non volendo addentrarci nei meandri da guerra del Vietnam sulla discussione del “più grande di ogni epoca” (ultimamente si è parlato quasi più di questo che della situazione libica), possiamo dire, però, che da parte del serbo sia una netta presa di posizione. Peccato che proprio l’uomo di Belgrado, giusto qualche mese fa (e non solo), in quasi ogni intervista, conferenza stampa o scontro diretto, indicasse non tanto il maiorchino quanto Roger Federer come il detentore del titolo “migliore di sempre”. Ora, le cose sono due: o ultimamente qualcosa ha fatto cambiare idea a Djokovic (forse le tre vittorie consecutive ai danni dello svizzero?), oppure Nole ha una faccia stagnata da eterno guascone.

Durante una discussione informale, in Australia, Giorgio Di Palermo, manager Atp e conoscitore di tennis e giocatori come pochi ce n’è al mondo, indicava Novak come “il giocatore più furbo e intelligente di tutti, più di chiunque altro”. Non facciamo fatica a crederci, visto che Djokovic nel corso della sua carriera (già lunga e proficua nonostante i 24 anni) ha dimostrato più volte di essere uno showman a 360°, tra imitazioni e amenità varie. Memorabile un suo duetto con Fiorello, tanto per dirne una, alla vigilia degli Internazionali di Roma 2009, quando arrivò in finale battuto da Nadal (ed era il detentore del titolo, tra le altre cose). Insomma, Djokovic non è solo un grande, grandissimo giocatore di tennis, ma è anche un gran bel personaggio.

A questo punto la domanda però nasce spontanea: perché, di fatto, nessuno se lo fila più di tanto? Semplice: perché con ogni probabilità e (quasi) senza possibilità di smentite, non è e non sarà mai lui, il migliore della storia del tennis. Ha vissuto nell’epoca forse peggiore per un tennista come lui, quella del duopolio tra i due giganti. Ha preso sberle per anni da Federer e da Nadal, che lo hanno mandato in crisi per lungo, lunghissimo tempo. Tra i tre protagonisti, il vaso di terracotta era proprio lui, Djokovic, quello che arrivava sempre in semifinale o nei quarti, quasi mai all’atto conclusivo di uno Slam, proprio perché davanti aveva sempre o lo svizzero o lo spagnolo. Anche se arriverà a vincere 17 slam nella sua carriera, avrà sempre l’ombra lunghissima di Rafa e Roger a coprirlo, perché nella loro epoca d’oro lui, il buon Nole, era sì protagonista, ma non primo attore. Adesso il serbo forse è il più forte, forse Federer non lo batterà più e Nadal lo batterà solamente sulla terra (forse). Peccato per lui che alla domanda “chi sia stato il migliore di ogni epoca”, mai nessuno risponderà “Novak Djokovic”.

Luigi Ansaloni

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