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25/03/2011 02:15 CEST - APPROFONDIMENTI

Fenomeni...desaparecidos

TENNIS – Emergere nel circuito del tennis professionistico non è facile, neppure per giocatori che hanno fatta faville da ragazzini. Ecco un piccolo escursus sui più forti junior degli ultimi anni, che si sono tristemente persi per strada. Dal rumeno Razvan Sabau a Kristian Pless, passando per Daniel Elsner e Federico Browne. Perchè vincere da junior non dà alcuna garanzia... Daniele Vitelli

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TENNIS-ATP-DUBAI OPEN-DEN-PLESS
TENNIS-ATP-DUBAI OPEN-DEN-PLESS

Due settimane fa, nel primo turno di Indian Wells, un giovane americano, classe 89, che di nome fa Donald Young, ha messo a segno la più grande sorpresa dal torneo: l’eliminazione di Andy Murray, numero 5 del mondo e recente finalista degli Australian Open. Un exploit che in tanti si aspettavano da tempo da parte di un ragazzo che a livello junior aveva dominato, vincendo due titoli dello Slam, il primo in Australia a soli 15 anni ed il secondo a Wimbledon nel 2007. Nel 2010, tra l'altro, aveva concluso la stagione 2005 come numero 1 del mondo, davanti ad un certo Marin Cilic. La strada tra i professionisti è stata, almeno finora, molto più difficile per il mancino afro-americano, che è rimasto a lungo nel limbo dei Challenger, con rarissime sortite a livello di circuito maggiore, nonostante la generosità della Federazione Americana lo abbia spesso gratificato con non proprio meritate wild card. E’ presto per giudicare un ragazzo di quasi 22 anni, e solo le prossime stagioni ci diranno se Young seguirà la strada percorsa da alcuni giovani, promesse del passato, tristemente non mantenute. Ecco, quindi, una piccola carrellata, ovviamente non esaustiva e limitata solo agli ultimi 20 anni, di quei tennisti, molto forti a livello giovanile, che poi non sono riusciti nel grande salto.

Brian Dunn
Iniziamo dal tennista della Florida, Brian Dunn, grande speranza americana di inizio anni 90. Classe ’74, Dunn, cresciuto nella stessa accademia che avrebbe prodotto campioni come Maria Sharapova e Andy Roddick, si laureò campione degli US Open Junior nel 92 e concluse la stessa annata in cima alla classifica ITF destinata ai minori di 18 anni. Dopo questo brillante esordio, la carriera dello statunitense fu segnata dagli infortuni, soprattutto alle ginocchia, che lo portarono a ritirarsi solo quattro anni più tardi, avendo giocato pochissimi incontri a livello professionistico, e con una sola partita vinta negli slam. Il numero 153 toccato a fine ’95 sarà la punta massima della sua brevissima carriera.

Razvan Sabau
A 16 anni il rumeno Sabau alzava il trofeo riservato alla categoria Boys Singles nientemeno che ai Championships. Questo titolo, che prima di lui era andato a giovani promettenti come Cash e Edberg, era solo uno dei tanti successi che l’allora sedicenne rumeno avrebbe raccolto nell’annata 1993, chiusa da numero 2 del mondo tra gli under 18, alle spalle di un certo Marcelo Rios. Il salto nel circuito maggiore, avvenuto lo stesso anno, non sarebbe, però stato altrettanto fortunato. Attraversato per anni il lungo purgatorio dei tornei Challenger, il rumeno si è tolto le maggiori, ma pur sempre piccole, soddisfazioni nella decade successiva. Le semifinali nel torneo di casa di Bucarest nel 2003 e a Gstaad nel 2005 restano i migliori risultati, nel circuito maggiore, di una carriera che lo ha visto toccare il numero 74 del ranking nel 2005, sua migliore stagione. Ma il ricordo migliore resta sicuramente la vittoria su Giovanni Lapentti nell’incontro decisivo dello spareggio per restare nel gruppo mondiale di Coppa Davis disputato nel 2003. A quasi 34 anni Sabau, che vanta 3 vittorie Challegers, figura ancora nella classifica Atp, al 491° posto, e continua a partecipare a tornei Futures.

Federico Browne

Grandissima speranza del tennis argentino della seconda metà degli anni novanta, Federico Browne ha dominato la stagione junior del 1994, chiudendo in testa al ranking ITF, così come, nello stesso anno, fece una quattordicenne Martina Hingis. Purtroppo il suo passaggio a livello senior non è stato altrettanto ricco di soddisfazioni, anche a causa di numerosi infortuni. Dopo anni passati barcamenandosi tra Futures e Challengers, tra il 1999 ed il 2003, il tennista di Buenos Aires ha ottenuto i migliori risultati della carriera, con tre titoli nel circuito minore ed il secondo turno raggiunto per due volte al Roland Garros. Dopo aver raggiunto la posizione 106 del ranking nel 2003, ha chiuso la carriera due anni più tardi senza acuti di rilievo.

Scott Humphries
Il tennista del Colorado Scott Humphries ha seguito il percorso già segnato per tutti i suoi connazionali: buoni risultati a livello junior e poi salto tra i professionisti con l’aiuto delle università. Purtroppo per lui, però la seconda fase non è stata positiva quanto la prima. Vincitore del torneo giovanile di Wimbledon nel 1994, occasione nel quale sconfisse in finale Mark Philippoussis, Humphries ha tentato di sfondare anche a livello pro, ma con scarsi risultati, specialmente in singolare. Ha avuto, invece, una carriera di discreto doppista, specialità nella quale ha fatto coppia con Gimelstob e Gambill, portando a casa tre titoli, una semifinale Slam in Australia nel 2001 e toccando un’onorevole 29ma posizione nel ranking di doppio. Si è praticamente ritirato a fine 2004, senza riuscire a mettere a segno nemmeno una vittoria in singolare nel circuito maggiore.

• Daniel Elsner

Tra i 17 e i 18 anni si rivelò come un piccolo fenomeno tra i suoi coetanei, raggiungendo la finale in quattro tornei dello Slam consecutivi a livello junior, tra gli Us Open 1996 e Wimbledon ’97, perdendo solo nell’ultima occasione. Dopo alcuni anni di esperienza nei tornei Challenger, il tedesco, che in patria tutti speravano seguisse le orme di Boris Becker, ha vissuto nel 2000 la migliore stagione della carriera, con le vittorie in tre tornei Futures, un Challenger e le semifinali nell’ATP di Stoccarda. Dopo aver raggiunto il best ranking di numero 92, ha continuato a veleggiare tra i tornei Challenger con discreti risultati, come dimostrano i 6 titoli vinti tra il 2000 e il 2006, pur non riuscendo più a rientrare tra i primi 100. La sua attività si è praticamente conclusa a fine 2006.

Kristian Pless
Quando ancora non si era abbattuto sul circuito il ciclone Caroline Wozniacki, i danesi hanno sperato di aver trovato un campione sul versante maschile nel concittadino Kristian Pless. I presupposti c’erano tutti. Il ragazzotto di Odense, classe 1981, ha fatto faville a livello giovanile per tutta la stagione ’99, aggiudicandosi uno Slam, in Australia in finale su Mikhail Youzhny, e raggiungendo la finale in altri due, Wimbledon e Us Open. Chiuso quell’anno come numero uno del mondo nella classifica ITF under 18, si è dedicato alla carriera professionistica. Dopo un inizio lento, tra il 2001 e il 2002 i risultati sono iniziati ad arrivare anche nel circuito maggiore, con due Challenger vinti, due semifinali ATP ed il terzo turno all’Australian Open 2002. Quando sembrava poter crescere ancora e migliorare il best ranking, il numero 65 targato 2002, sono arrivati gli infortuni, tra cui uno alla spalla, a frenarne la crescita. Dimostrando una notevole tenacia, Pless si è impegnato a fondo per risalire la china, giocando Challenger e Futures, per costruirsi di nuovo una classifica onorevole. Ritornato tra i primi 100 a fine 2006, ha coronato la sua carriera tennistica con la vittoria su David Nalbandian del gennaio 2007. Praticamente un canto del cigno, visto che il danese si sarebbe ritirato, a causa della mancanza di risultati, a fine 2009.

• Carlos Cuadrado
Prima che giungesse sulla scena Rafa Nadal, la promessa spagnola per gli anni 2000 era lui, Carlos Cuadrado da Barcellona. Ci credeva anche Emilio Sanchez, che ne è stato il manager, e che gli ha fatto fare gavetta, più che nei tornei giovanili, direttamente nei futures e satelliti di livello professionistico. Ma il ragazzo, nel 2001, ha fatto a tempo a vincere anche un titolo junior del Roland Garros, ultimo spagnolo a raggiungere questo obiettivo. Le buone premesse, però, non sono state mantenute quando si è trattato di passare tra i senior. Pochissime vittorie, con il quarto di finale ottenuto a Vina del Mar nel 2006 come miglior risultato, e tanti infortuni, soprattutto all’anca, lo hanno portato ad un prematuro ritiro a soli 22 anni. Ora Cuadrado si sta dedicando a lavorare come coach ed, in questo momento, è sulla panchina di Svetlana Kuznetsova.

• Roman Valent
Tre anni dopo il successo di Roger Federer, datato 1998, un altro svizzero ha conquistato il titolo riservato al miglior under 18 messo in palio a Church Road: non si tratta di Stanislas Wawrinka, ma di Roman Valent. Il tennista di Zurigo, ora ventisettenne, ha brillato tra i giovani quasi quanto il collega di Basilea, arrivando a toccare la terza posizione nel ranking junior ITF nel 2001, ma ha faticato molto ad esprimersi a livello professionistico. Per lui solo Challengers e Futures, con un solo match giocato e perso nel circuito maggiore nel 2009. Lo svizzero, però, non si arrende e continua a frequentare il circuito, pur non essendo mai riuscito ad andare oltre la 300ma posizione mondiale.

Daniele Vitelli

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