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01/04/2011 00:10 CEST - SONY ERICSSON OPEN

Djokovic vince...e fanno 24!

TENNIS - Continua la corsa di Novak Djokovic che concede 6 game al sudafricano Anderson nonostante una partita combattuta. Bilancio di 22 vittorie nel 2011 (24 consecutive dalla finale di Davis). A Miami ha perso 14 game in 4 match e non ha mai ceduto il servizio. In semifinale trova Mardy Fish con cui non ha mai perso in 5 precedenti. da Miami Vanni Gibertini

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E’ indubbio che nel corso degli ultimi 6-7 anni prima Federer e poi Nadal abbiano goduto di una sorta di aura di invincibilità che consentiva loro di vincere (o quasi) gli incontri prima di scendere in campo. Ed è altrettanto indubbio che in questo inizio di 2011 Novak Djokovic stia lavorando per costruirsi un’aura simile tutta per sé:
tre tornei, 22 vittorie consecutive, la terza striscia positiva di inizio anno di sempre (vicina ai 25 incontri  consecutivi di Lendl nel 1986, ma ancora lontana dai 39 del McEnroe dell’84)
. L’ultimo tassello di questo percorso netto è arrivato mercoledì nella serata calda e umida di Key Biscayne, nella quale ha regolato il sudafricano Kevin Anderson in due set. Un 6-4, 6-2 che però non deve far pensare ad una passeggiata: Anderson ha fatto ampiamente il suo dovere, non si è mai fatto intimorire dalla fama e dalla condizione di forma
dell’avversario, ed ha venduto molto cara la sua pelle.

I due per buona parte dell’incontro hanno scambiato rimanendo piuttosto dietro alla linea di fondo, ma tiravano talmente forte che non ci se ne accorgeva. Il problema per il gigante sudafricano (203 cm) era che Djokovic sembrava avere la stessa qualità che possedeva Martina Hingis nei suoi tempi d’oro: la sua racchetta funzionava come una bacchetta magica che trasformava i problemi suoi in problemi degli avversari. Solo che la piccola Martina lo faceva con timing perfetto ed angoli acutissimi, mentre Nole mette in mostra le sue magie riuscendo a tirare forte anche quando arriva sulla palla in full-stretch.

La differenza nel primo set la fanno pochi punti: quando nel terzo gioco Anderson si trova sotto 15-40, commette il suo unico doppio fallo; quando nel game seguente è Djokovic a trovarsi sotto per 15-40,
il serbo mette a segno 3 aces consecutivi. Tutta lì la differenza.

Mentre il match regala scambi ad alta velocità che compensano solo in parte l’assenza totale di incertezza sul nome del vincitore, si ragiona come sia possibile che questi omaccioni si dilettino sul cemento a giocare corte e contro-corte con grande frequenza: d’accordo l’umidità della sera che rallenta campi e palle e rende l’aria
pesante, ma non è che siano i campi ad essere un po’ troppo lenti?

Il secondo set è curiosamente molto simile al primo: al terzo gioco Anderson cede la battuta a zero, un po’ per colpa di due errori abbastanza evitabili, un po’ per merito di Nole che chiude in grande stile due scambi molto intensi. Nel game successivo forse l’unica vera chance per il sudafricano di rientrare nel match: 14 punti giocati, 2 palle break concesse e non sfruttate, questa volta con due errori gratuiti su punti in cui il serbo non aveva messo la prima di servizio. La partita praticamente si chiude lì: un altro game fiume sul 4-2 Djokovic per confezionare il secondo break, ed in 1 ora e 48 minuti il n.2 del mondo accede alla semifinale.

“Ora come ora non ha punti deboli” ha detto Fish di Nole, suo prossimo avversario in semifinale. Anche se forse il tallone d’Achille storico di Super-Djokovic, ovvero la resistenza in condizioni estreme di calura, potrebbe essere un fattore che gioca a favore dell’americano: finora infatti Mardy ha sempre giocato di giorno, come ha detto di preferire, mentre Nole ha sempre disputato i suoi incontri di sera o di notte. “Dovrò cercare di abituarmi in fretta alle nuove condizioni – ha spiegato Djokovic – ma sono sicuro che sarò a posto”.

Vanni Gibertini

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