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01/04/2011 00:07 CEST - La Polemica

Escudé-Bartoli è guerra aperta

TENNIS - La Bartoli rivela di aver un accordo con il capitano per andare a Londra 2012 senza disputare la Fed Cup: è tutto falso. Poi si scusa, ma non intende giocare per la Francia senza allenamenti con il padre-coach. Escudé non intende negoziare e dichiara: "Così non ci sono le condizioni per farle disputare le Olimpiadi". da Parigi, Davide Zirone

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Prima di parlare dell’epilogo, è bene chiarire cosa sia successo in questi giorni. Domenica 27 marzo, a margine di una conferenza stampa a Miami, la francese annuncia ai giornalisti presenti di aver trovato un accordo con il capitano della squadra francese di Federation Cup, Nicolas Escudé, per poter disputare le Olimpiadi di Londra 2012 senza dover per forza rappresentare il suo paese in questi due anni, nonostante il regolamento non lo permetta.

Escudé, secondo quanto detto dalla Bartoli, avrebbe dovuto inviare una lettera alla Federazione Internazionale spiegando come l’attuale numero 10 del mondo, abbia sempre dato la propria disponibilità ad essere convocata e che lui non abbia mai ritenuto necessaria la sua presenza, per motivi tecnici.

A parte il fatto che nel proprio paese la Bartoli non è vista bene, anche a causa del padre, ma qual’è il vero motivo per cui lei non vuole disputare la Fed Cup? Oltre alle varie ragioni fisiche che spingono tutti i tennisti a rinunciare agli impegni con la propria nazionale, la Bartoli, che si è detta vogliosa di rappresentare il suo paese, ha affermato che da qualche mese si allena in maniera differente insieme al padre, lavorando, ad esempio, per ben due ore il giorno di un incontro e che questi esercizi non possono essere eseguiti senza la sua presenza. Insomma visto che il padre non può seguirla in Fed Cup, lei, a malincuore, deve rinunciare a rappresentare la Francia, tenendo conto anche degli ottimi risultati conseguiti in queste ultime settimane (era fuori dalla top 10 dal giugno 2008).

La risposta dell’ex-tennista francese è arrivata due giorni dopo al giornale sportivo L’Equipe, nella quale ha smentito la presenza di un qualsiasi accordo, definendo le dichiarazioni della Bartoli un 'tissu de mensonges' (un tessuto di bugie, ndr). “Non le ho mai promesso nulla e non ho intenzione di inviare alcuna lettera all’ITF” ha detto Escudé, rivelando anche che, qualche giorno prima, insieme ad Alexia Dechaume (allenatrice del team) aveva comunque incontrato i genitori della giocatrice, senza la presenza di quest’ultima. In quest’occasione i Bartoli avevano chiesto, invano, di poter inserire il padre nello staff tecnico della nazionale. “Se davvero volesse rappresentare il suo paese in Fed Cup ed ai Giochi Olimpici, come minimo troverebbe 10 minuti per incontrare il capitano... ciò non è mai successo, per cui qualcosa non va! Poi se lei dice in giro queste cose, è fuori questione che io possa intervenire a suo favore”. Escudé ha pure spiegato che un tale trattamento sarebbe scorretto nei confronti di un’altra giocatrice che ha anteposto a tutto la propria nazione e si è sudata le altre convocazioni.

Tuttavia, Escudé, ha chiuso l’intervista lasciando un minimo spiraglio a Marion: “Se non mi spiegano cosa sta succedendo, per me, lei è definitivamente fuori dalla squadra”. Ed ecco che il giorno dopo la Bartoli decide di chiamare il capitano scusandosi per le affermazioni rilasciate alla stampa, ciononostante questo (minimo) gesto sembra non bastare al capitano che non è disposto a scendere a compromessi con l’esigente coppia Walter-Marion Bartoli.

Davide Zirone

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