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29/04/2011 16:51 CEST - L'ARGOMENTO

Rafa Nadal gioca troppo? Macché!

TENNIS – I numeri dicono che il numero 1 del mondo gioca meno di molti altri top-players e non eccede nella programmazione sul rosso. Le statistiche dimostrano quanta poca fatica faccia nei tornei sulla terra battuta e che le ore di partita non sono poi così tante. Lo scorso anno, quando ha centrato lo "Slam Rosso", ha giocato meno di 40 ore per 22 partite. Riccardo Bisti

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Si dice che Rafa Nadal giochi troppo. L’argomento salta fuori, regolare, ogni primavera. Arriva la stagione sul rosso e si pensa che lo spagnolo prenda parte a troppi tornei. L’evento incriminato è Barcellona, buono per raccogliere 500 punti ma con prestigio e montepremi inferiore ai tre Masters 1000 “rossi” e al Roland Garros. Balle. In verità, lo spagnolo ha imparato a programmarsi e non c’è il rischio che i tornei sulla terra gli accorcino la carriera. Rafa gioca circa 20 tornei all’anno (22 nelle ultime 52 settimane), di cui appena 5 sulla superficie preferita. Avrà pure diritto a giocare il 25% dei tornei sui suoi campi preferiti, no? Se andiamo a vedere l’attività dei migliori giocatori al mondo, si scopre che tra i top 10 soltanto Djokovic e Murray hanno giocato meno tornei di Nadal. E che tra i primi 100, sono appena 15 i tennisti ad avere meno tornei nella loro schedule (e tra loro ci sono alcuni giocatori con il calendario condizionato dagli infortuni come Del Potro, Ferrero e Nalbandian). Insomma, non è vero che “Nadal gioca troppo”. Semplicemente è vittima di un calendario che racchiude in meno di due mesi il clou della stagione su terra battuta. Quest’anno è tutto concentrato in appena 56 giorni, dal 10 aprile (primo turno di Monte Carlo) al 5 giugno (giorno della finale al Roland Garros). Chi predilige il cemento ha un mucchio di chance per costruirsi la classifica: il gennaio australiano, la primavera di Indian Wells e Miami, l’estate americana e l’appendice asiatica di ottobre, senza contare l’erba e i tornei indoor.

E’ dunque perfettamente legittimo che Nadal giochi tutti i tornei più importanti sulla terra rossa. Nella sua programmazione, in fondo, non stona nulla. Tre Masters 1000, il Roland Garros e un torneo che fino a qualche anno fa era l’unico evento di un certo rilievo a giocarsi sulla terra nel suo paese natale. Chiedere a Rafa di saltare Barcellona, almeno fino al 2008, era francamente troppo. C’è poi un altro fattore: nella stragrande maggioranza dei suoi match su terra, Nadal fa poca fatica. Tanti match si chiudono con punteggi severi, e non richiedono un grosso dispendio di energie. Di più: i nuovi regolamenti gli hanno dato una grossa mano. Fino al 2006, infatti, i tornei Masters 1000 avevano i tabelloni a 64 giocatori e richiedevano la disputa di sei incontri. Dal 2007, l’istituzione dei “bye” per le prime otto teste di serie ha alleggerito il suo compito. Senza contare che, sempre a partire dal 2007, le finali di tutti i tornei (Barcellona compreso) sono state portate al meglio dei tre set. E’ peggio per gli appassionati, che non potranno più assistere a finali di livello assoluto come Nadal-Coria e Nadal-Federer (Roma 2005 e 2006), ma decisamente meglio per Rafa.

Per capire quanto la stagione di Rafa sia condizionata dal presunto super impegno tra aprile e maggio, abbiamo calcolato il tempo trascorso in campo da Nadal sulla terra rossa dal 2005 a oggi. Sono emerse cifre interessanti, da cui si evince che il maiorchino non fa poi così tanta fatica. Eccole.

ORE GIOCATE SULLA TERRA ROSSA

2005 – 48 ore e 2 minuti (4 tornei)
2006 – 53 ore e 49 minuti (4 tornei)
2007 – 46 ore e 46 minuti (5 tornei)
2008 – 43 ore e 1 minuti (5 tornei)
2009 - 41 ore e 35 minuti (5 tornei)
2010 – 39 ore e 30 minuti (4 tornei)
2011 – 16 ore e 20 minuti (2 tornei)

Statistiche riferite esclusivamente ai grandi tornei sul rosso cui Nadal a preso parte dal 2005 a oggi: non sono dunque conteggiati diversi tornei del 2005 (Buenos Aires, Costa Do Sauipe, Acapulco, Bastad e Stoccarda) nonché Stoccarda 2007.

I numeri parlano chiaro: Nadal trascorre in campo sempre meno ore. Dal 2006 a oggi, il monte ore è calato nonostante abbia giocato cinque tornei dal 2007 al 2009 (tornerà a farlo quest’anno salvo forfait dell’ultim’ora). Nel 2010, anno in cui ha centrato lo Slam Rosso (i tre Masters 1000 più il Roland Garros) ha avuto bisogno di meno di 40 ore di partite, con una media di meno di due ore a match nonostante le sette partite parigine al meglio dei cinque set. Insomma, Nadal gioca molto meno sulla terra battuta rispetto alle altre superfici, e sul rosso ormai non gioca più tornei minori da 4 anni. Ciononostante è diffusa la sensazione che si sforzi troppo: falso anche questo, come testimoniano i numeri. Non è azzardato pensare che i problemi fisici di Nadal (in particolare quelli alle ginocchia) derivino prevalentemente dalle sollecitazioni imposte dalle superfici dure al suo tennis atletico e muscolare. Non sono certo le partite contro i vari De Bakker, Chela, Dodig e tanti altri ad affaticarlo. Per questo non si può accettare la tesi secondo cui Rafa gioca troppo. Al contrario, come lui spesso ha ricordato, si può contestare un calendario che concentra tutti gli appuntamenti “rossi” in meno di due mesi, obbligandolo a giocare i tornei che deve (e sottolineiamo: deve) in così poco tempo. Parole giuste e condivisibili che però perdono un briciolo di forza quando lui (come molti altri) va a giocare troppe esibizioni. Negli ultimi mesi si ricordano quelle di Madrid e Zurigo con Federer, quella di Abu Dhabi, una a marzo in Oregon e l’ultima a Bogotà con Djokovic. In definitiva: non sappiamo quanto durerà la carriera di Nadal, ma una cosa è certa: dovesse finire prima del tempo, non sarà per gli impegni sulla terra battuta.

Riccardo Bisti

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