ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Pronti a scrivere la parola fine?

30/04/2011 22:32 CEST - Approfondimento

Pronti a scrivere la parola fine?

TENNIS - Roger Federer, campione sul viale del tramonto o inevitabile calo dopo anni di trionfi? Lo svizzero messo in discussione dalla stampa mondiale,  ha già riscritto la storia del suo sport. Eppure c'è già chi lo vede vicino al ritiro in caso di vittoria alle Olimpiadi di Londra nel 2012. Il mondo del tennis è pronto a fare a meno del suo Re? Giacomo Fazio

| | condividi

“L'uomo è ossessionato dalla dimensione dell'eternità e per questo si chiede: le mie azioni riecheggeranno nei secoli a venire? Gli altri, in gran parte, sentono pronunciare i nostri nomi quando siamo già morti da tempo e si chiedono chi siamo stati, con quanto valore ci siamo battuti, con quanto ardore abbiamo amato.” (Ulisse)

Roger Federer: 67 titoli in singolo e 8 in doppio, 16 nei tornei del Grande Slam (6 Wimbledon, 1 Roland Garros, 5 US Open e 4 Australian Open), 5 Masters Cup (Atp Finals) e 1 oro olimpico. Unico giocatore ad aver vinto due tornei dello Slam per 5 anni consecutivi, 285 settimane al vertice del ranking ATP, 22 finali nei major e 23 semifinali consecutive (Wimbledon 2004 – Australian Open 2010). Unico tennista ad aver vinto nell'era Open 3 tornei dello Slam in un anno per tre stagioni (2004 - 2006 - 2007). Detentore del record assoluto di finali consecutive nei tornei del Grande Slam: 10 (da Wimbledon del 2005 agli US Open del 2007); il precedente record di Jack Crawford di 7 finali, resisteva dal 1934. Uno dei sette giocatori della storia ad aggiudicarsi almeno una volta tutti e quattro i tornei dello Slam (gli altri sono Rod Laver, Roy Emerson, Don Budge, Fred Perry, Andre Agassi e Rafael Nadal). Complessivamente ha partecipato a 47 tornei dello Slam con uno score di 213 vittorie e 31 sconfitte (87,3% di successi) così distribuite: 59-08 Australian Open, 43-11 Open di Francia, 55-06 Wimbledon e 56-6 US Open. Il bilancio complessivo di tutta la sua carriera parla di 767 vittorie contro 179 sconfitte (81%).
 

"With great power comes great responsibility. This is my gift, my curse. Da un grande potere derivano grandi responsabilità. È il mio talento e la mia maledizione.”

Sono stati i suoi trionfi, i record, la maledizione di Roger Federer. Una vita passata a contare, ad elencare, ad essere paragonato con i grandi del passato. Oggi il campione di Basilea non è più libero di perdere. Tutti continuano a giudicarlo basandosi su un sistema di riferimento che è ormai cambiato, modificato da una componente temporale che non può essere trascurata. Per tutti Federer dovrebbe essere quello del 2006, del 2007 ma non si possono più confrontare i risultati di allora quando lo svizzero aveva quattro o cinque anni di meno. Non devono neanche spaventare i successi di Djokovic o Nadal, rispettivamente 23 e 24 anni. Il serbo e lo spagnolo viaggiano su binari separati facilitati dall’età, dal fisico e da una vita indipendente dalle responsabilità familiari. Roger è un padre e un marito e questo comporta inevitabilmente il porsi delle priorità differenti: “quando ho scoperto che Mirka era incinta mi sono chiesto se sarebbe stato possibile viaggiare con due bambine. Come si sarebbe conciliato il ruolo di genitore con il tennis? Ma ora che Myla e Charlene sono nella mia vita, non la vorrei alterare in alcun modo. Non ho mai guardato indietro. Le mie figlie hanno avuto un grande impatto su di me. Sono in equilibrio con me stesso e le mie prospettive sono cambiate.”

“Non c’è trofeo, non c’è torneo che mi potrebbe far tornare sui miei passi. Non mi è mai mancata fiducia nei miei mezzi … ma il supporto nei momenti più difficili.” La stampa ha alternato negli anni opinioni contrastanti sul carattere dell’elvetico considerato rigido e formale. Non ha mai risparmiato l’uomo e non il giocatore quando aveva mostrato le proprie fragilità: le lacrime durante la cerimonia di premiazione degli Australian Open 2009 sono state il simbolo del campione che non conosceva la sconfitta; la racchetta scaraventata al suolo durante il Sony Ericsson Open di Miami, un ulteriore segno del suo disfacimento. Eppure gli interrogativi sulla fine dell’era Federer avevano avuto inizio il giorno dopo la sconfitta nell’epica finale di Wimbledon 2008: “King loses his crown ( il Re perde la corona”, “His Era is over (la sua era è finita)”. Non solo molti si sarebbero ricreduti alcuni mesi dopo a New York ma gli stessi che lo davano per spacciato non si sono tirati indietro nel dichiararlo il più grande giocatore di tutti i tempi quando a Wimbledon 2009 superò i 14 titoli negli Slam di Pete Sampras, definendolo “ A Living Legend ( una leggenda vivente).”

“Federer ha insegnato alla nuove generazioni cosa significa giocare a tennis. Potrebbe essere calato in un’altra epoca e non noteresti le differenze.” (Martina Navratilova)

L’elvetico mantiene intorno a se quell’alone di magia, di regalità. Lo stile è inconfondibile fuori e dentro il rettangolo di gioco. L’impegno nel sociale è sempre stato tra le sue priorità di privilegiato. Ha contribuito con Nadal ad espandere la polarità del tennis in tutto il mondo. Chiedersi cosa sarebbe il tennis senza Federer o come sarebbe avere la consapevolezza di non vedere più una finale con lo spagnolo ha un retrogusto amaro. La finale degli Us Open dello scorso anno è stato un antipasto di quello che potrebbe aspettarci nei prossimi anni ma Djokovic non ha ancora l’appeal e il seguito dell’ex n.1 del mondo.
 

Federer e Nadal hanno rappresentato negli anni due scuole, due modi di interpretare il tennis, due satelliti diametralmente opposti ma che finiscono sempre con l’incontrarsi. Introverso e preciso il primo, espansivo e imprevedibile il secondo. Anche quando non si affrontano sul campo il loro match continua a distanza, record su record, numero dopo numero di un’affascinante e unico binomio.

E’ troppo presto per dichiarare chiuso un ciclo vincente, Federer non ha alcuna intenzione di lasciare il circuito. E’ un dato di fatto che al prossimo French Open, il numero 3 del mondo sentirà il peso di più di 12 mesi senza una finale di Slam ma non è da escludere che si sia dovuto porre dei nuovi obiettivi non potendo più dominare il circuito, focalizzando la sua preparazione in vista di Wimbledon. Sampras ha vinto il suo ultimo major a 31 anni, Agassi addirittura a 33 perché non potrebbe riuscirci lo svizzero? 

“If they ever tell my story, let them say... I walked with giants. Se mai racconteranno la mia storia … dicano che ho camminato con i giganti.” (Ulisse)
 

Giacomo Fazio

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi

Fotogallery a cura di Giacomo Fazio

Ubi TV

Gioco di prestigio di Agassi

Quote del giorno

"Roma o Parigi? Se dovessi scegliere, vi dico subito che punto a vincerli entrambi"

Francesca Schiavone