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30/04/2011 22:31 CEST - ATP Tour

Monaco: vince la costanza

TENNIS - Florian Mayer doma un Petzschner più falloso 6-3 6-4. Nella seconda semifinale Radek Stepanek si ritira per un problema muscolare alla coscia destra contro Nikolay Davydenko con il russo avanti 6-3 4-0. All'Estoril, finale per Del Potro che elimina Cuevas. Affronterà Verdasco, che ha approfittato del ritiro di Raonic a fine primo set. Alessandro Mastroluca

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ATP Monaco

La regolarità al potere. Sarà Mayer-Davydenko la finale dell'ATP 250 di Monaco di Baviera.

Dopo tre eliminazioni al primo turno, al quarto tentativo Florian Mayer raggiunge la finale del torneo di casa. A parte un passaggio a vuoto a metà del secondo set, ha dominato il derby contro Philip Petzchner, battuto 6-3 6-4. E' la sesta volta, dal 2000, che due tedeschi si affrontano almeno a livello di semifinale nel circuito ATP.

Nella seconda semifinale Davydenko si fa male a inizio partita, ma è Stepanek ad abbandonare per ritiro, per un infortunio muscolare alla coscia destra, sul 6-3 4-0 per il russo. Davydenko giocherà la 27ma finale in carriera, la seconda stagionale dopo quella persa a Doha contro Federer: ha un record di 20 vittorie e 6 sconfitte. I precedenti sono sul 2-2 a livello ATP. Davydenko ha vinto il primo confronto assoluto, nel Challenger di Furth 2002, e il primo a livello ATP, in finale a Sopot nrl 2006. Mayer si è aggiudicato l'ultimo, al primo turno dei recenti Australian Open.

Picasso arriva alla semifinale avendo perso solo un set, in testa alla classifica del torneo per punti vinti al servizio (82%), e al secondo posto per i game di servizio vinti (32 su 35) e le palle break trasformate (7 su 10). Mayer, alla terza semifinale stagionale dopo Sydney (battuto da Troicki) e Zagabria (persa nel derby contro Berrer), alla vigilia del torneo aveva vinto il 40% dei punti in risposta e strappato il break ben 11 volte nel torneo.

E conferma tutte le sue qualità alla risposta. Inizia salvando con una robusta prima una palla break nel game d'apertura, ma già dal game successivo i suoi turni di servizio si fanno più agevoli. Petzchner invece è sempre sotto pressione. Nel secondo game va 15-40 ma salva entrambe le palle break (la seconda con un ace) ma alla fine deve cedere il passo nel sesto game.

Petzchner, rispetto al match con Starace, è meno efficace al servizio (chiuderà con il 65% di prime in campo con cui converte 27 punti su 41) e soprattutto fa meno male col diritto. Mayer ha colpi di sbarramento più profondi, perciò Picasso non riesce a giocare, come vorrebbe, con i piedi dentro la riga di fondo e cercando di chiudere a rete: quando ci riesce, infatti, quasi sempre chiude il punto.

Mayer si appoggia bene anche alla prima nel set d'apertura (perderà solo 8 punti seguendo la prima nel match, ed è questo dato a fare la differenza) e con un servizio vincente sigilla il primo parziale in 33 minuti.

Il prologo del secondo set suggerisce tutto fuorché un cambiamento di rotta. Petzchner salva una prima palla break nel game inaugurale, poi, costretto ad iniziare lo scambio con una seconda non proprio robusta, finisce per affossare un dritto in avanzamento da sinistra. Quando la strada sembra in discesa, però, Mayer si distrae e nel sesto gioco cede il servizio a zero. E' il momento migliore per Picasso, che chiude il game con un dritto lungolinea in contropiede da sinistra da applausi. Petzschner, che evidenzia nell'arco del match tutte le sue doti di tocco (splendido il punto con cui annulla una palla break nel game aprendosi il campo con due dritti e chiudendo con una morbida stop volley), si perde però in una volée tutt'altro che impeccabile e restituisce immediatamente il break: 4-3 Mayer.

La partita vive il suo momento più incredibile. Mayer nell'ottavo gioco va di nuovo sotto 0-40, si salva con un ace e un paio di errori di Picasso che si procura una quarta palla break con un drop di dritto a uscire che fa scattare applausi convinti e meritati, ma ancora una volta non riesce a convertirla. E qui alza bandiera bianca. Perché Mayer non gli dà più chance per rialzarsi e con il sesto ace conquista un posto in finale per la quarta volta in carriera.

Nella seconda semifinale, a Davydenko basta un break in avvio per concludere il primo set 6-3. Sul 5-3 concede una palla break (30-40) ma il ceco affossa un dritto agevole e Davydenko riuscirà a sigillare il parziale con un servizio vincente. Nel secondo, Stepanek mostra di non muoversi bene, si fa brekkare due volte di fila moltiplicando gli errori gratuiti e dopo una volée tirata un metro oltre la riga di fondo decide di andare a stringere la mano all'avversario.

ATP Estoril

Torneo bagnato, torneo fortunato. Juan Martin Del Potro, al primo torneo sulla terra battuta dal Roland Garros 2009, è il primo finalista dell'ATP dell'Estoril. Più difficile del previsto, però, il derby contro l'uruguayano Pablo Cuevas, quest'anno semifinalista sul rosso di Houston, battuto 6-2 7-6. Cuevas, numero 61 del mondo, riesce a registrare sei vincenti in più dell'argentino (21 a 15), ma paga i 10 errori gratuiti in più (41 a 31) e la minore resa al servizio.

Il primo set procede secondo copione. Del Potro brekka subito, nel terzo game, grazie a un dritto a rete dell'uruguagio e non sembra distratto dall'ennesima interruzione per pioggia della settimana, sul 4-2. Al rientro Cuevas va di nuovo sotto 15-40, annulla la prima palla break grazie a uno spettacolare rovescio in cross a tutto braccio ma è sfortunato sulla seconda perché il suo dritto difensivo sbatte sul nastro e rimbalza nella sua metà campo.

Nel secondo set, però, il suo livello di gioco sale. La sua arma principale è il servizio kick a uscire, che Del Potro fatica a leggere per tutta la partita. Col passare dei minuti il gioco dell'uruguayano si fa più brillante e più vario, nutrito di palle corte e di variazioni. Ma Delpo quando riesce a piantare i piedi in campo e giocare senza muoversi troppo è di un'altra categoria.

Rispetto ai giorni migliori, però, concede troppo all'avversario. Butta via cinque palle break con errori gratuiti dovuti alla fretta in un lunghissimo quinto game (16 punti), ne spreca un'altra nell'ottavo game con un rovescio lungo; nel nono è bravo invece a salvarsi il numero 61 del mondo col suo solito servizio a uscire che rimbalza alto ed esterno.

Il tempo lavora per Cuevas, che inizia a vincere più scambi lunghi, benché nei turni di servizio di Delpo siano davvero ridotti all'osso. Si arriva così al tiebreak. E il primo a strappare un minibreak è proprio l'uruguagio, che gira avanti 4-2 dopo un rovescio lungolinea da applausi. Ma due punti dopo Cuevas perde le dimensioni del campo su un dritto in avanzamento: controbreak e 4 pari.

Grave l'errore di Delpo, che gli concede un set point, con servizio a disposizione sul 6-5. Ma l'abitudine alla vittoria non si inventa e due punti dopo tira un insensato dritto lungolinea da sinistra, a campo aperto, lungo di mezzo metro: cercare il vincente a tutti i costi si è rivelato un rischio troppo grosso, una scelta tatticamente sbagliata al di là dell'esecuzione. Dal 6-6 alla vittoria di Delpo, che chiude con un'accelerazione di dritto a sventaglio da sinistra, il passo è brevissimo.

Costretti agli straordinari Raonic e Verdasco. Lo spagnolo ha dovuto finire il suo quarto contro Kevin Anderson, sudafricano che sta vivendo la miglior stagione della carriera: match sospeso per oscurità al termine del primo set, vinto da Anderson al tiebreak. Al rientro, il mancino spagnolo gli concede solo 5 game. Finisce 67 62 63 in 2 ore e 36 di gioco. C'è anche una nuova interruzione, di sette minuti, sul 4-1 Verdasco nel terzo set.

Raonic rientrava invece sul 6-5 nel primo set per Simon. Il match è nuovamente sospeso sul 76 46 11 dopo un'ora e 44 di gioco. Raonic, alla ripresa, strappa il secondo break del terzo set per allungare 4-3, e lo conferma tenendo a 30 nel gioco successivo. Simon annulla un match point ma Raonic chiude 76 46 64 in due ore e mezza.

La terza sfida dura però solo un set, vinto da Verdasco 6-4. Si seguono i servizi fino al 5-4, anche se Raonic nel secondo game va sotto 15-30 e ringrazia lo spagnolo che stecca uno smash. Nel game decisivo il canadese annulla il primo set point, che è anche la prima palla break vista nel match, con il suo sesto ace. Ma sulla seconda vede il suo dritto in avanzamento allungato dal nastro oltre la riga di fondo e, subito dopo, va a stringere la mano a Verdasco che ha così via libera per la finale.
 

 

Alessandro Mastroluca

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