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03/05/2011 22:44 CEST - Rassegna Stampa del 4 Maggio 2011

Schiavone: “Sesso prima di un match? E' fantastico” (Carbone), Schiavone, sesso e volentieri (Viggiani), Favoloso Cipolla umilia Roddick a Madrid (Valesio), Vinci ultimo grido della primavera rosa (Crivelli)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Schiavone: "Sesso prima di un match? E' fantastico"

Getta Carbone, Diva e Donna del 3.05.2011

«La continuazione di un grandissimo inizio! Vestire la maglia azzurra è per me un onore e uno stimolo continuo, perché contribuisco a dare quel qualcosa in più al nostro splendido Paese che ha saputo diventare, nel tempo, grazie al nostro spirito di indipendenza, una potenza mondiale». Quando è all'estero, per che cosa è orgogliosa di essere italiana? E per che cosa, invece, non lo è? «Mi inorgogliscono le nostre maniere di agire e di muoverci, il nostro gesticolare, unico al mondo, come quel gusto nel vestirci e nella ricerca delle cose più belle, più importanti, più assurde o ricche di creatività. Riguardo alle notizie in arrivo dall'Italia non c'è mai stato un momento d'imbarazzo: credo nel mio Paese e anche nel fatto che facciamo errori, ma in qualche maniera sappiamo sempre uscirne». Sempre in giro per il mondo, se pensa a casa, a che cosa pensa? «Penso al mio divano, sul quale dormire le prime pennichelle dopo lunghi viaggi. Risento i miei odori, penso al mio frigorifero da riempire di cibi e bevande gustose per coccolarmi un po'. Penso ai miei amici e alla mia famiglia, che sanno riempirmi di affetto e di attenzioni. Questo per me significa tornare a casa». Che cosa si porta sempre dietro? «Non può mancare nella mia borsa un blocco che mi fa da promemoria, da agenda e da diario su cui sfogarmi ed esprimermi!». Che cosa la colpisce di quello che succede nel mondo? «Lo tsunami in Giappone: un disastro sia ambientale che umano. Mi chiedo se un giorno avremo la possibilità di evitare o minimizzare i danni di tanta violenza della natura. Ma nello stesso tempo penso che dovremmo ascoltare di più i segnali che ci vengono dall'ambiente: assecondarli, rispettarli, non contrastarli. In tutto questo, mi ha colpito il dolore e nello stesso tempo la forza di un popolo che sta superando le enormi difficoltà, restando unito, tornando a lavorare umilmente e coltivando quei valori umani nei quali oggi credono, ancor di più. È un popolo dal quale prendere esempio». Francesca Schiavone e la tecnologia? iPad, iPhone, mp3, skype o Facebook? «Be', ammetto, non sono una donna molto tecnologica. Spesso mi affido a consigli e aiuti esterni per modernizzarmi. Sui videogiochi però sono una fissata. Ma per le amicizie preferisco avere un contatto umano vero e proprio, dal vivo, non via web. Anche se, quando sono lontana da casa, è tanto comoda la tecnologia come mezzo di comunicazione con la mia famiglia e i miei amici, o come aggiornamento sui fatti nel mondo». Da campionessa in carica del Roland Garros sta vivendo la stagione agonistica con una marcia in più. «Io e Flavia Permetta? Non amiche ma certo colleghe. Tra noi c'è una sana rivalità, cresciamo insieme» più o con un maggior senso di responsabilità? «Vincere un trofeo così importante comporta sia grandissime gioie e glorie che responsabilità e pressioni, ma credo che nulla avvenga per caso. Ora ritengo di poter sostenere attenzioni e tensioni forti e cerco ogni giorno di farlo al meglio, sapendo che posso sbagliare». E ora il sogno è vincere a Roma, in casa? «Sì, anche. Oggi ho più sogni e uno di questi è proprio vincere in casa, al Foro Italico. W0000wwww!!!». Una sua dote nascosta? «Sono più "buona" di quello che sembra! Ma mi inc... quando impiego un tempo irragionevole (ma comunque umano) per superare le difficoltà. Mi inc... quando le persone sono maleducate e non mi rispettano, quando sento l'obbligo di vivere delle situazioni. Mi inc... per tante altre cose!». Una debolezza? «Quando ho fame divento intrattabile!». Flavia Pennetta, l'altra racchetta azzurra: amica, collega, rivale? «Collega. Scambiamo opinioni e modi di vedere, stimolandoci a vicenda e crescendo insieme. Una sana rivalità». La donna mito della storia del tennis? «Ne ho più di una: Graff, Seles, Sabatini e Navratilova». Alcune anche molto femminili e sensuali, come lei in queste foto. Un gioco? «Negli ultimi anni sono cresciuta e la mia parte femminile è più visibile. Ma... è proprio una dote riservata a pochi. Caratterialmente sono introversa, tranne che in situazioni "speciali". In un servizio fotografico ho scoperto che sanno "cosarti" tutta e farti diventare una f... spaziale. Divertentissimo! Ma per tutti i giorni preferisco un bicchiere di vino e una pizza con gli amici». Un uomo la conquista con la sua... «Semplicità, intelligenza e facendomi divertire». Sesso prima di un match: sì o no? «Per una donna penso sia ammesso. E anche fantastico! Alza gli ormoni, porta vantaggi da tutti i punti di vista».

Schiavone, sesso e volentieri

Mario Viggiani, il corriere dello sport del 3.05.2011

In questi giorni Francesca Schiavone, trionfatrice del Roland Garros 2010, è impegnata nel torneo "combined" di Madrid, a partecipazione obbligatoria. Uno dei cosiddetti "Premier", che equivalgono ai Masters 1000 del circuito maschile. La prossima settimana la numero 4 del mondo sarà a Roma, per gli Internazionali d'Italia BNL, l'altro torneo che da sempre sogna di conquistare. Nel frattempo, ha concesso una intervista al settimanale "Diva e Donna", in edicola oggi, della quale ieri è stata diffusa un'anticipazione. Comprende alcune dichiarazioni abbastanza ordinarie o già note (»Dopo la vittoria di Parigi, ritengo di poter sostenere meglio attenzioni e tensioni forti. Ora ho più sogni, uno di questi è proprio vincere in casa, al Foro Italico, e su Flavia Pennetta: «Amica o rivale? Collega. Ci stimoliamo a vicenda e cresciamo insieme. Una sana rivalità.), ma anche una rivelazione mica male: «Per una donna, il sesso prima di un match non solo è ammesso. E' anche fantastico! Alza gli ormoni, porta vantaggi da tutti i punti di vista». E ancora: «Negli ultimi anni sono cresciuta e la mia parte femminile è più visibile. Ma è proprio una dote riservata a pochi.. Alessandra Graziottin, grande esperta anche di sessuologia, qui a fianco spiega che per una tennista in effetti possono derivare grandi benefici dopo un buon atto sessuale, alla vigilia di un impegno agonistico. A questo punto, sorgerebbero spontanee un paio di curiosità abbastanza ovvie (le avrà avute anche chi l'ha intervistata per "Diva e Donna"?). Ovvero scoprire se questo buon sesso sia stato tra i segreti vincenti di Francesca in occasione del Roland Garros 2010. E in caso di risposta affermativa, accertare anche con chi ci sia stato. Ma queste sono cose della "Schiavo", e quindi la curiosità resterà tale. Tutti ricorderanno il Tapiro che "Striscia" le consegnò dopo il siparietto galeotto che nel 2005 in una pausa di gioco la vide protagonista in occasione del torneo di Hasselt (dal dialogo sembrava trattarsi della proposta una seratina a tre dopo la partita, la versione ufficiale fu invece quella di una spaghettata tra amici). Ma Francesca è anche il sedere esibito a Vienna in segno di esultanza o la risposta «un'orgia» a domanda sull'esperienza più trasgressiva nella vita. Come pure Flavia è quella che ha saputo raccontare di aver fatto sesso su un campo di gioco. Le donne vincenti dell'Italtennis sono anche questo. La dottoressa Alessandra Graziottin, direttrice del Centro Ginecologico del "San Raffaele Resnati" di Milano, ci ha parlato del sesso pre-match. «I vantaggi ci sono sicuramente se il rapporto sessualeavviene con spirito, con motivazione, in una relazione appagante che in tal modo avrà un'ulteriore, importante conferma affettiva. E questo, grazie alla maggiore produzione di ossitocina (un ormone - ndr), contribuirà a ottimizzare la lucidità e gli sforzi mentali in partita, fondamentali in uno sport individuale come il tennis, influenzando positivamente anche sonno e relax. Se invece un rapporto non è vissuto con entusiasmo, o avviene in un contesto di stress, o peggio ancora dopo un litigio" genera soltanto adrenalina confusa che a quel punto si rivelerà nociva».

Favoloso Cipolla umilia Roddick a Madrid

Piero Valesio, tutto sport del 4.05.2011

SI ERA a Cagliari nel 2009 e Flavio Cipolla si accingeva a esordire in Davis contro la Slovacchia. Flavio, la cui griffe è sempre stato un tennis umano e molto d'antan, la versione maschile di quello di Roberta Vinci per capirci, mi concesse un'intervista. Nella quale, lui sempre misuratissimo fino a invadere il campo della timidezza, si lasciò andare ad una confessione più o meno sintetizzabile così: so come si può battere Federer. Giornalisticamente parlando una frase da titolo. Il giorno dopo Flavio mi cercò e venne verso di me col giornale in mano. «Ahò, ma che figura m'hai fatto fare? Ma te pare che io posso passa per uno che batte Federer? M'hai fatto sembra un presuntuoso». L'intento non era quello, ovviamente. E oggi è giusto dire: caro Flavio Cipolla, a battere Federer o parenti prossimi non ci sei ancora arrivato: ma a mandare a casa Andy Roddick dopo tre ore di battaglia più ancora d'altri tempi che non il tuo tenr is ad una mano sola, ci sei riuscito. L'hai fatto piangere: una battuta, visto il tuo cognome, da mal di fegato ma se non ce la giochiamo oggi quando ci ricapita? Grande, grande, grande Cipollino, così piacevole e originale nel suo essere e nel suo giocare tanto quanto il suo omonimo sempre evocato da Massimo Boldi è fastidioso e scontato. Grande Cipollino capace di vivere alai giornata della sua vita sportiva battendo A-Rod sulla terra rapida di Madrid. E non solo di batterlo che, si sa, Andy la terra la conosce soprattutto perchè ci pianta le begonie nella sua villa di Austin. Ma di vincere giocando un match stre-pi-to-so fondato su quel rovescio ad una mano che non capisci come faccia a far salire la palla sopra la rete e sullo schema che tutti i giocatori di dub sognano di poter eseguire con certosina precisione: palla corta e poi pallonetto o passante. Del resto come volete che giochi uno che è altro un metro e settantadue e pesa una settantina di chili? Flavio quasi non ci credeva manco lui dopo aver concretizzato il match-point tirando, più per incredulità che per malizia, addosso a Roddick. Che bello vedere una giornata della vita.

Vinci ultimo grido della primavera rosa

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 4.05.2011

La primavera è sempre una rinascita. O la conferma di una fioritura che dura nel tempo. Come un anno fa in questa stagione, il tennis italiano in rosa illumina la scena: nel 2010 in una settimana la Pennetta vinse a Marbella e la Schiavone a Barcellona, stavolta è toccato alla Brianti a Fez e poi alla Vinci in Catalogna. E, pensando al Roland Garros di fine maggio, si sa come andò a finire... Scuola Due tornei minori, certo, ma il segnale di un movimento vivo, di giocatrici che hanno imparato a lottare e a scansare la paura di vincere. I confronti sono inutili e sterili, ma se l'ultima vittoria di un uomo sul circuito risale al 2006 (Volandri a Palermo) significa che a livello femminile c'è una scuola capace di produrre esempi e risultati, come dimostrano le classifiche mondiali e i successi, nei tornei e in Fed Cup. Nel ranking, per qualità dei piazzamenti, siamo la seconda potenza dietro la Russia e senza possedere le loro superwoman. Perché se c'è un filo conduttore nelle mirabilie delle azzurre è quello del gioco, classico ed elegante, come spiega la Brianti, approdata alla miglior classifica in carriera (64): «Non siamo alte, non abbiamo i muscoli di tante avversarie, non possiamo tirare sempre a duecento all'ora, quindi ci dobbiamo arrivare con il tocco». Sacrifici E con tanto, tanto lavoro, un altro comandamento scolpito nella pietra delle ragazze azzurre. Sacrifici che vanno a braccetto con una maggiore propensione a viaggiare e a prepararsi all'estero e che comportano sicuramente una maturazione tardiva (le nostre prime tre giocatrici hanno 30, 29 e 28 anni) ma anche la consapevolezza che l'età non può essere un limite ai risultati. Così la Schiavone, che oggi a Madrid nel secondo turno affronta la Errani nel derby, dopo i brillanti Australian Open e un piccolo calo decide di saltare la Fed Cup, accetta di perdere al primo turno di Stoccarda per arrivare con il motore rodato a Roma («Il torneo dei sogni») e alla difesa di Parigi. Convinzione e ambizione, amicizia ma anche sana rivalità che mantiene vivace l'ambiente. Perché davanti ci sono Francesca e Flavia, ma dietro non si sta con le mani in mano, come dice la Errani: «La Vinci ed io siamo la numero 3 e la numero 4, ma lavoriamo ogni giorno per arrivare ad essere la 1 e la 2». Avanti così.

 

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