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04/05/2011 09:31 CEST - Personaggi ATP

Non è Mayer troppo tardi

TENNIS - Con la finale raggiunta al BMW Open di Monaco di Baviera, il tedesco Florian Mayer è entrato per la prima volta nei primi 30 della classifica ATP, coronando in questo modo la risalita dagli "inferi" dei tornei challenger dopo che un infortunio al dito nel 2008 gli aveva fatto perdere più di 400 posizioni. Vanni Gibertini

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La finale dell’ultimo torneo di Monaco di Baviera ha riportato alla ribalta del tennis che conta un tennista che dopo un inizio di carriera molto promettente a metà del decennio scorso era precipitato negli abissi della classifica ATP a causa di un infortunio al dito che lo ha costretto in pratica a saltare tre quarti dell’annata 2008.

Florian Mayer, “tedesco di Germania” come una volta lo chiamò Rino Tommasi in telecronaca, classe 1983, si era infatti segnalato al grande pubblico nel 2004 quando, grazie soprattutto ai quarti di finale raggiunti a Wimbledon battendo l’allora n.3 del mondo Guillermo Coria, era riuscito ad issarsi ad un best ranking di n.33 all’inizio di ottobre, scalando più di 200 posizioni alla sua prima stagione completa nel tennis che conta. Dopo aver veleggiato tra la 40° e la 70° posizione nelle tre stagioni successive, nel 2008 è stato costretto al ritiro per ben tre volte nel corso dei primi sei mesi: la prima volta a Delray Beach a febbraio a causa della gamba sinistra dolorante, poi a Monte Carlo e successivamente al challenger di Dresda. Gioca la sua ultima partita dell’anno a metà maggio a Casablanca e viene costretto all’inattività per tutto il resto del 2008, vedendo in questo modo la sua classifica precipitare fino al n.450.

Il ragazzo di Bayreuth, però, non si è perso d’animo ed ha ricominciato da capo macinando chilometri su chilometri nei Challenger, ricostruendo il suo ranking fino ad un onorevole n. 61 con cui ha chiuso il 2009, segnando per la seconda volta in carriera un progresso di oltre 200 posizioni in una sola stagione (282 per la precisione).

La finale raggiunta nel torneo in Baviera ha rappresentato per Mayer la quarta occasione nella quale è arrivato a giocarsi il match decisivo in un torneo del circuito ATP, ma tutte le volte si è trovato di fronte un avversario con un passato (o un presente) nei top ten: al torneo di Sopot nel 2005 e nel 2006 è stato sconfitto rispettivamente da Gael Monfils e Nikolay Davydenko, mentre lo scorso anno a Stoccolma si è dovuto inchinare nientemeno che a Sua Maestà Roger Federer. “Sono stato piuttosto sfortunato nelle quattro finali giocate finora – ha dichiarato dopo la sconfitta a Monaco contro Davydenko – però l’identità dei miei avversari non è qualcosa che posso controllare”.

Dopo aver chiuso la scorsa stagione nei primi 40 del mondo per la prima volta nella carriera, Florian è riuscito a sfondare il muro dei top 30 proprio grazie alla finale raggiunta in Baviera, ma anche in virtù delle solide prestazioni sfoderate nella prima parte di questo 2011 sui campi in cemento, dove ha raggiunto la semifinale a Sydney ed a Zagabria, i quarti a Dubai (fermato solo dall’inarrestabile Djokovic) e gli ottavi a Miami, dove ha perso solamente al tie-break del terzo set dal top-ten Berdych.

Nonostante il tedesco abbia ottenuto i risultati più prestigiosi sui campi rapidi, il suo tennis fatto di preparazioni ampie, tagli di rovescio e la palla corta “in salto” come marchio di fabbrica, ha tutte le carte in regola per essere efficace anche sulla terra battuta e l’ottimo inizio della stagione sul rosso costituisce sicuramente il miglior viatico per far bene al Roland Garros dove in carriera ha fatto registrare solamente una vittoria su quattro partecipazione con l’unica affermazione che risale all’ormai lontano 2004.
 

Vanni Gibertini

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