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16/05/2011 18:26 CEST - INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA

Quattro indizi fanno una prova?

TENNIS - Quante altre volte Djokovic dovrà battere Nadal per convincere anche il computer? Roland Garros e Wimbledon daranno risposte più precise. La miglior partita del torneo resta la semifinale tra il serbo e Murray. Torneo femminile più modesto. Nel complesso Roma è stato un successo, ma non paragonabile ad uno Slam, dove si registra il sold out fin dalle prime giornate. Rino Tommasi

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Quanti indizi ci vogliono per fare una prova ? In altre parole quante volte Novak Djokovic deve battere Rafael Nadal per convincere il computer ad assegnargli il primo posto nella classifica mondiale ?
La domanda è lecita ma bisogna anche ricordare che i criteri con cui viene compilata la graduatoria sono oggettivamente corretti e quindi bisogna accettarne il verdetto ed attendere i risultati dei prossimi tornei. Tra un mese e poco più, mandati in archivio i tornei del Roland Garros e di Wimbledon, avremo le idee più chiare.
Senza togliere nulla al valore dei protagonisti la finale degli Internazionali non è stata la migliore partita del torneo, superata per quantità e qualità di emozioni dalla semifinale che Djokovic ha vinto solo al tie-break del terzo set su Andy Murray che a Roma ci ha fatto sapere di non essere rassegnato al ruolo di quarto uomo del tennis maschile.
Sicuramente più modesto il torneo femminile, un po’ perché mancavano alcune giocatrici importanti ma soprattutto perché il settore attraversa un momento poco felice. Valga la semplice considerazione che mentre nella finale del singolare maschile si sono trovati di fronte i primi due giocatori del mondo,, quella del femminile l’hanno giocata la numero 7 e la numero 8 a dimostrazione di un grande equilibrio ma anche della mancanza di autentiche campionesse come potevano essere e come sono state le Williams e la Henin.
Il torneo è stato complessivamente un successo ma non si dica – come purtroppo è stato detto – che Roma merita uno Slam. Gli Slam (ne ho seguiti 142) sono tornei che registrano il tutto esaurito fin dalla prima giornata mentre gli Internazionali, anche nella formula mista di quest’anno, hanno avuto un avvio abbastanza faticoso.
A Wimbledon c’è la buona abitudine di affidare l’incontro inaugurale al campione in carica, ma questo non è possibile nei tornei in cui le prime teste di serie sono esentate dal primo turno.
I difetti maggiori sono i tabelloni di 56 anziché di 64 giocatori o giocatrici e la mancanza di una adeguata sala stampa,.anche se questo è un problema che riguarda solo noi giornalisti. Lo stadio è bello e questo dimostra come l’impianto sia alla base dello spettacolo sportivo, un concetto che andrebbe insegnato agli operatori del nostro sport più popolare, il calcio.
Sono mancati – ma nessuno si era fatto troppe illusioni – i risultati dei nostri giocatori. Francesca Schiavone non era nella migliore condizione ed è andata bene che abbia raggiunto almeno i quarti di finale. Nel settore maschile non siamo assolutamente competitivi né si avvertono segnali positivi dalle retrovie. Pare che i nostri dirigenti non siano preoccupati di questo aspetto, che per una federazione sportiva dovrebbe essere prioritario.
Non per riaprire una annosa ed inutile polemica ma vorrei ricordare che la finale del doppio non è stata giocata per una indisposizione di Roddick. Può succedere ma è significativo che non se ne sia accorto nessuno. Purtroppo il doppio è in crisi irreversibile ma l’ATP, nella quale gli ex doppisti sono in maggioranza, non ne vuole prendere atto.

Rino Tommasi

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