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19/05/2011 10:27 CEST - ROLAND GARROS

Federer a Parigi: quali prospettive?

TENNIS - A meno di una settimana dal Roland Garros, andiamo ad analizzare il momento dello svizzero, mettendolo in relazione alle precedenti campagne...rosse. Cosa può indurci a pensare ad un possibile trionfo di Federer sui campi del Bois de Boulogne? Djokovic e Nadal sembrano un passo avanti, però ci sono alcuni aspetti che inducono all'ottimismo. Stefano Pentagallo

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A meno di una settimana dall'inizio del Roland Garros, pensare ad un Roger Federer vittorioso (o magari anche solo finalista) sembrerebbe alquanto utopistico. Sconfitta ai quarti a Monte-Carlo contro Melzer, che da allora non ne ha poi azzeccate molte. Eliminato da Rafa in semifinale a Madrid, dove Roger aveva raggiunto per due anni consecutivi la finale. Infine battuto già al terzo turno nel Masters 1000 romano da un redivivo Richard Gasquet. Insomma, guardando alla sua campagna sul rosso pre-Slam, potremmo quasi parlare di disastro. In più mettiamoci pure che quei due "diavoli" di Nadal e Djokovic, gli sono attualmente superiori per continuità di rendimento, ed ecco che le possibilità di alzare la sua seconda Coppa dei Moschettieri calano vertiginosamente.

Non è il caso però di fare inutili allarmismi. I motivi per sorridere, seppur pochi, ci sono. I risultati ottenuti in questo 2011 dal campione svizzero nel trittico Monte-Carlo, Madrid, Roma non si discostano poi molto da quelli degli ultimi anni. Nel principato Federer ha raggiunto tre finali consecutive, dal 2006 al 2008, ma da quando il torneo è stato "declassato" a Masters 1000 facoltativo (2009), è divenuto un surplus della sua programmazione. Ha sempre deciso in corso d'opera se parteciparvi o meno e così facendo i risultati non ne hanno beneficiato. La terra di Madrid invece, è quella dove l'ex numero 1 del mondo sembra essere maggiormente a proprio agio. Le due finali consecutive raggiunte sono li a testimoniarlo e la sconfitta in semifinale contro Nadal di quest'anno non può essere vissuta come un dramma. E poi c'è Roma, la città eterna, con cui il nativo di Basilea, fatta eccezione per le due finali raggiunte e perse nel 2003 e 2006, non ha mai avuto un particolare feeling. Tante eliminazioni cocenti, contro avversari di gran lunga inferiori al suo genio. Tanto per citarne due, Volandri nel 2007 e Stepanek nel 2008.

Passando ad un giudizio squisitamente tecnico invece, il livello di gioco fatto intravedere dallo svizzero nella primavera europea pecca di continuità, ma è come sempre di primissimo livello. Non facciamoci ingannare dalla sconfitta a Monaco contro Melzer. Era il primo torneo dell'anno su terra battuta e quello era un Federer ancora in fase di rodaggio. In Spagna ha giocato, contro il numero 1 del mondo, un primo set di ottima fattura, dove a tratti si è rivisto il rovescio mostrato nelle vittoriose ATP World Tour Finals. E a Roma pur perdendo, ha disputato una buona partita: l'avrebbe pure portata a casa se non avessimo assistito alla metamorfosi versione bello e dannato, a cui sempre più frequentemente ci sta abituando.

Per ultimo, non dimentichiamoci che Roger è un giocatore da "Slam" e la sua inestimabile carriera ne è la prova. Anche quest'anno agli Australian Open, pur perdendo in semifinale per mano di quello che resta il miglior Novak Djokovic della stagione, ha disputato un grande torneo. E il penultimo atto degli Aussie non fa eccezione. Lo svizzero, arresosi in tre set lottati, ha perso il primo al tiebreak, il secondo 7-5 dopo esser stato avanti 5-2 ed il terzo lo ha ceduto per forza di inerzia, con il punteggio di 6-4. Il tutto giocando a tratti del gran tennis. Ora qualcuno potrebbe obiettare che si trattava di un'altra superficie, più favorevole al vincitore di 16 titoli dello Slam, ed in parte è vero. Ma stiamo pur sempre parlando di un giocatore che, non avesse avuto Nadal dinanzi a lui, avrebbe potuto rimpinguare la propria bacheca con ben tre Roland Garros in più. Un campione capace di dare la zampata vincente in qualsiasi momento, contro qualsiasi avversario e su qualsiasi superficie. Anche sulla terra…

Stefano Pentagallo

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