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30/05/2011 08:22 CEST - Rassegna Stampa del 30 Maggio 2011

Roland Garros, l'Italia da record Schiavone e Fognini nei quarti (Clerici, Azzolini, Viggiani, Semeraro, De Martino, Giorni), Fabio finalmente è maturo. Vince le partite possibili (Tommasi)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Roland Garros, l'Italia da record Schiavone e Fognini nei quarti

Gianni Clerici, la repubblica del 30.05.2011

C'era, al Giorno, un grande reporter, titolare della prima column (rubrica) mai apparsa in Italia, Giancarlo Fusco. Una volta seguivamo, assieme a Mario Fossati, la Milano-Sanremo e all'arrivo si batté una mano sulla fronte ed esclamò: «La gatta!». Prima che se ne andasse verso la stazione, mi spiegò che aveva dimenticato di nutrire la gatta, a Milano, e che era meglio che del «colore» mi occupassi io. Non lo licenziarono, e non solo per bontà d'animo. Così, oggi, tornato in sala stampa dopo la partita del futuro campione italiano Gianluigi Quinzi, un quindicenne sconfitto dopo tre match point da un energumeno di tre anni più anziano, mi son venuto a trovare in una situazione ancor più disagevole di Fusco. Un italiano era incredibilmente approdato ai quarti, dopo ben sedici anni, e io non l'avevo visto. Per mia fortuna, e per la completezza dell'informazione, incontravo al bar il mio collega Philippe Bouin, il miglior cronista dell'Équipe, ora dedito alla vendita di vini pregiati. Aveva assistito alla partita tra un gregario ormai rassegnato, lo spagnolo Montanes (38) e la speranza italiana Fognini (49). «Fognini -è Bouin che parla - aveva rimontato da 1-4 al quinto e il suo avversario si trovava a tre punti dal match, sul 6-7. Serve: fra primo e secondo servizio si piega su se stesso per un dolore alla coscia sinistra. Commossa, l'arbitra Luisa Engzell (la stessa offesa da Serena a Flushing) scende a controllare. Sono crampi. Fognini viene assistito e riesce (eroicamente) a vincere il game. Lo spagnolo sale 8-7, Fognini viene penalizzato nel fallo di piede, ma salva il match point. Un giudice davvero severo sanziona ancora Fognini per aver sfiorato la riga col piede, ma il giovanotto salva anche il secondo match point. E un terzo ne annulla, mentre lo spagnolo sembra d'un tratto vittima di una sindrome da match point, e per questo li affronta preoccupatissimo. Infatti , per un probabile intervento di divinità inclini al paradosso, i match point di Fognini diventeranno presto cinque, e i falli di piede l'incredibile ammontare di nove, quasi fossimo ad Wimbledon. Ma incurante del dolore, Fognini getterà la stampella oltre la rete e colpendo con una fluidità sorprendente per una vittima di crampi afferrerà l'incredibile vittoria contro un tipo che aveva mostrato, in fondo, di non meritarla». Fin qui, sicuramente mal-tradotta, la testimonianza dell'ottimo Philippe Bouin. Riprendo la mia modesta attività per sottolineare un ingresso ai quarti meno sorprendente, ancorché privo di malori e di falli di piedi. Quello di Francesca Schiavone sempre più virile nonostante la «rouche» della sottanella. La sua avversaria, Jelena Jankovic, era certo impressionante per l'abito di vivissimo fucsia, oltre che per la regolarità: la stessa che le aveva consentito nel passato di appropriarsi di un titolo sempre sfuggito aFrancesca, quello degli internazionali romani. Dopo un inizio più autorevole della Schiavone (5-1) qualche errore di troppo (eccessi nelle smorzate) equilibrava il match. Ma l'aria di Parigi non finisce di ispirare la Leonessa. Ed eccola chiudere l'ultimo game con ripetute discese a rete, un genere ormai quasi sconosciuto tra le esponenti dell'ex sesso debole. Eccola, alla fine, abbandonata a baciare le terra, così come accadde nella gloriosa finale del 2010. Pare giusto ricordare, oltre a ciò, la sconfitta della sua prevista avversaria nei quarti, la russa Zvonareva, sostituita dalla meno esperta Pavlyiuchenkova. Giornata, in fondo, memorabile. Era dal 1949 che due italiani, l'uno nato a Fiume, l'altra a Dresda, Kucel e la Ulstein-Bossi, non raggiungevano i quarti. L'Italia s'è desta.

Impresa Fognini la Schiavone ok

Daniele Azzolini, tuttosport del 30.05.2011

Tennis: 2 azzurri ai quarti dopo 62 anni

Mario Viggiani, il corriere dello sport del 30.05.2011

Quasi non ha esultato, Fabio Fognini, anche perché sugli spalti del "Suzanne Lenglen" s'era sentito qualche "buu" contro di lui. Uscendo dal campo, sulla telecamera per gli autografi ha scritto una dedica per il padre bloccato in clinica dopo la doppia operazione all'anca ("Daddy, recupera presto"). E alla conferenza stampa è arrivato sostenuto dal professor Pierfrancesco Parra e dal fisioterapista Alessio Ceccarelli, che l'hanno aiutato a salire scale troppo dolorose e impegnative per lui, che camminava solo con la gamba destra. Trentuno anni dopo Corrado Barazzutti, ultimo azzurro ad arrivare nei quarti del Roland Garros nel 1980, Fognini ce l'ha fatta nonostante una "distrazione di primo grado al retto femorale terzo superiore". Questo il verdetto della radiografia eseguita dopo la partita, a conferma della prima diagnosi di Parra. Oggi si saprà qualcosa di più, e soprattutto se Fabio potrà essere regolamente in campo domani nei quarti contro Novak Djokovic l'imbattibile. INSONNE - «Avevo dormito poco e male nelle due notti che avevano preceduto questa partita». Di sicuro, Albert Montanes farà altrettanto nei due giorni che la seguiranno. Perché va bene lo sforzo quasi eroico del ligure, che si spostava in qualche modo per il campo, ma è anche vero che in questi casi è il giocatore che stava bene a dover perdere il sonno per non essere stato capace di mettere sotto l'avversario. «Sono contento, contento, contento. Posso ripeterlo trecentocinquanta volte. In carriera ho avuto pochi momenti felici conte questo, anche perché fin qui non ho vinto niente. Ho voluto questa vittoria a tutti i costi, ho lottato, e me la sono meritata. E' un piccolo premio per tutto quanto ho fatto negli ultimi tempi, ma specialmente per i miei genitori, per quello che hanno fatto per me e che mi hanno dato». Nove "faute de pied" al servizio: uno chiamato nel secondo game del secondo set prima ancora che Fabio colpisse la palla («Minchia, fammi finire almeno!»), addirittura due consecutivi, con inevitabile doppio fallo, nel game che ha concluso la partita. «Non mi interessano affatto, adesso conta solo la mia gioia. Non credevo più di vincere. Certo, vedere Montanes che non attaccava mi ha dato fiducia e forza. Ma il tennis è uno sport strano: non mi potevo muovere, non potevo servire, e quando arrivava la palla tiravo una "pizza" da dentro o fuori. Lui dev'essersi fermato mentalmente, condizionato dalla mia situazione, e lo capisco, così alla fine ho vinto io». PIANTO - Ora ci sarebbe un certo Djokovic. «Spero che il problema alla coscia sia meno grave di quello che si teme e che io possa essere regolarmente in campo. Non parliamo di dramma, però ho sentito una prima fitta da crampi nel quarto set, poi nel quinto un'altra e quel dolore alla coscia (ma i crampi non hanno causato l'infortunio, ha precisato Pura; ndr). Non ho mai pensato di abbandonare, e mi dispiace se qualcuno ha creduto che lo stop chiamato in campo fosse stato strategico. A fine partita mi sono scusato ancora con Montanes e con il suo coach. Vero, in campo non ho esultato più di tanto, ma negli spogliatoi mi sono messo a piangere per la gioia, per questo sogno che diventa realtà. Nessuno ha mai avuto dubbi sul mio valore tecnico, anche se spesso sbagliavo le cose facili e me le complicavo da solo, e anche stavolta sul 4-0 del secondo set mi stavo facendo riacchiappare». Comunque vada, Fognini dopo il Roland Garros salirà intorno alla 30a posizione in classifica: dovrebbe diventare n.31. Ha una distrazione alla coscia: «Non mi muovevo, non potevo servire, colpivo solo più forte che potevo» «Non ho mai pensato di mollare. Mi dispiace per i "buu" del pubblico Vittoria che premia gli sforzi dei miei genitori» 14 Fognini è il 140 italiano arrivato almeno nei quarti del Roland Garros maschile. Gli altri sono stati (in rigoroso ordine alfabetico) Barazzutti, Bertolucci, Cucelli, Del Bello, De Morpurgo, De Stefani, Furlan, Gardini, Merlo, Mulligan, A. Panatta, Pietrangeli e Sirola. I giocatori italiani sono arrivati per 32 volte nei quarti di finale al Roland Garros maschile: 7 Pietrangeli; 5 A. Panatta; 3 Cucelli, De Stefani, Merlo: 2 Barazzutti, De Morpurgo; 1 Bertolucci, Del Bello, Fognini, Furlan, Gardini, Mulligan, Sirola. QUARTI L'ultimo italiano ad approdare ai quarti al Roland Garros era stato Barazzutti nel 1980. Poi Corrado venne sconfitto dal mito Bjorn Borg per 6-0 6-3 6-3 1949 Erano 62 anni che un azzurro e un'azzurra non raggiungevano insieme i quarti di uno Slam. E questo è accaduto sempre e soltanto al Roland Garros, dove l'ultima volta era successo nel 1949 con Gianni Cucelli e Annelies Ulstein. Nel complesso è la sesta volta che un azzurro e un'azzurra conquistano insieme i quarti di finale del torneo parigino.

Parigi, terra promessa del tennis maccheroni

Stefano Semeraro, la stampa del 30.05.2011

Siamo al quinto atto di quella che più che una partita di tennis sembra un'opera buffa, o forse una tragicommedia, e dall'alto del «Suzanne Lenglen» un loggionista urla il suo sarcasmo. Il punteggio dice 9 a 8 per Albert Montanes, e Fabio Fognini, che quattro game prima, fulminato da un dolore alla coscia sinistra, era dovuto ricorrere alle cure del fisioterapista fra la prima e la seconda palla di servizio - un caso da regolamento -, ha appena fondato un punto vincente. Incroyable. Vanno capiti, i francesi. Per tre secoli, fra '600 e'800, «les italiens», prima al Palais Royal poi all'Hotel de Bourgogne, li hanno sedotti con le loro gabole, i loro imbrogli da commedia dell'arte. Ancora ieri al Roland Garros devono aver pensato di trovarsi di fronte ad una delle sempiterne maschere italiane, a un furbetto da campiello, un Fognini servitore di due padroni. Fabio però non fingeva. In 4 ore e 22 minuti è riuscito a chiudere 11-9 contro Albert Montanes, detto «al rato», catalano e n.39 del mondo, uno dei match più folli della storia del tennis, ma domani rischia seriamente di non giocare il quarto di finale contro Novak Djokovic. Ha rimediato una distrazione di primo grado al retto femorale della gamba sinistra, oggi dovrà sottoporsi a nuovi esami. L'ennesimo coup de théàtre di una giornata, per noi, memorabile. Dopo Fognini anche Francesca Schiavone, la campionessa in carica, si è infilata nei quarti di finale, battendo la ex-n.1 Jelena Jankovic in tre set da melodramma e domani incontrerà la russa Pavlyuchenkova. Tira aria da nuova impresa, insomma, nella eterna douce France del nostro tennis, la nostra rossa dispensa di allegrie. Tutti i nostri 4 Slam, i due di Pietrangeli (1959 e'60) quelli di Panatta ('76) e della Schiavone (2010) li abbiamo colti qui, e solo qui, per 5 volte fra gli anni '30 e '40, avevamo già piazzato due giocatori contemporaneamente fra i «last eight»: gli ultimi erano stati Gianni Cucelli e Annelies Ullstein Bossi, un dalmata e una tedesca di nascita, nel giurassico 1949. Stavolta tocca alla Schiavo e al Fogna, una coppia di artisti molto italiana, genio congenito e regolatezza (quasi) conquistata. Lo slogan del giorno lo scolpisce Francesca: «Che bello, siamo in due a dividerci l'Italia». Dopo una prima metà stagione stentata, e la delusione di Roma, la Leonessa si trova ora davanti la seconda settimana della sua Parigi e un tabellone addomesticato, mutilato delle prime tre teste di serie, con la Pavlyuchenkova che le ha tolto di mezzo anche la sua bestia nera Zvonareva. «Io oggi ho vinto di nervi e di capoccia», dice Francesca. «Andavo di fretta e mi sono corretta: ma che fatica. Ho passato tutta la giornata al tennis, e Fabio mi ha dato una grande gioia. Anche se mentre guardavo la sua partita ci sono stati momenti in cui l'avrei preso a cazzotti...». Francesca il suo personalissimo equilibrio l'ha trovato a 29 anni («non sono migliorata nel tennis, ma come persona»), Fabio inizia a intravederlo a 24. Per lunghe stagioni è stato un micro-Balotelli con la racchetta: talento indiscutibile, sinapsi labili. Qualche risultato sparso, un best ranking da n.47 del mondo (oggi è 49 ma a fine Roland Garros arriverà poco fuori dai 30, n.1 d'Italia). Vittorie epiche - vedi il 9-7 al quinto strappato lo scorso anno qui a Monfils - e molte, troppe racchette sbriciolate. Da qualche tempo lavora con Livio Sgarbi, il «motivatore» preso in giro in tv dalla Gialappa's: le vie della psiche, si sa, sono misteriose. Anche quello di ieri contro Montanes, tennista neutrino e gregario che gli organizzatori dei cinque tornei vinti in carriera cancellerebbero volentieri dall'albo d'oro, sembrava un tipico Fogna-day. Primo e terzo set persi, il secondo vinto, il quarto quasi lasciato con un break all'esordio, poi ripreso. Tanto tennis più del «rato», ma anche un catalogo di errori, sciali, di monologhi interiori e pubblici, di corna esibite, racchette scalciate fra i «buuu» del pubblico. Sotto 4-1 nel quinto, poi 5-2, Fabio il folle ha recuperato allungando il match. Sul 7-6 Montanes, 15-30, la scena madre: Fognini si blocca, la giudice di sedia Luisa Engzel gli si avvicina e gli concede l'intervento del fisioterapista. Segue un copione alla Ione-sco, o come ha detto Djokovic, che di Fognini è coetaneo e amico, «la vittoria più strana a cui abbia mai assistito». Fabio gioca da fermo, senza servizio. «badando a tirare *** solo "pizze", sperando che entrassero». I linesmen gli chiamano 9 falli di piede in tre game, Montanes, deragliato da un avversario immobile, fra i lazzi e i boati dei loggionisti si sfalda, spreca 5 matchpoint. Si abbandona a un tennis assurdo, inetto. E assurdamente perde. «Non ci credevo neppure io», ha detto Fabio, uscito dai campo in lacrime, senza esultare ma quasi scusandosi con il pubblico che lo osannava e lo fischiava insieme, come un attore incompreso. «Non ho la coscienza sporca, e poi Albert è un amico. Il pubblico forse ha pensato che fingessi, è normale, io però non ho preso per i fondelli nessuno. Ho avuto un po' di fortuna, ma chiamatemi pure eroe, del resto il tennis è uno sport "tonto", pazzo, tutto può accadere. Sui falli di piede ridevo perché mi sentivo "alla frutta", negli spogliatoi ho pianto perché in tutti questi anni non ho mai vinto niente ma ho lavorato per arrivare qui. Il mio talento non è mai stato in dubbio, mentalmente invece mi mancava qualcosa. Ora voglio godermi questo piccolo sogno. Non dormo da due giorni, adesso da l a 10 sono felice 11 e dedico questa vittoria a mio padre (che è stato operato all'anca ed è ancora in ospedale, ndr). Ho 48 ore per recuperare, non so se contro Djokovic ce la farò. Ma domani spero di aprire i giornali e trovarmi in prima pagina». Al théàtre des italiens, qui a Parigi, si attendono repliche.

Azzurro Roland Garros

Marco De Martino, il messaggero del 30.05.2011

E' proprio vero, siamo un popolo di eroi. A 62 anni di distanza dalle imprese di Giovanni Cucelli e di Annalisa Bossi (anno 1949 d.C.), piazziamo due italiani nei quarti di finale del Roland Garros grazie a Francesca Schiavone che batte Jelena Jankovic al termine di un match durissimo risolto 6-4 al terzo set, e soprattutto per merito di Fabio Fognini da Arma di Taggia, provincia di Imperia, anni 24, puro talento e ancor più limpida follia, che al termine di una partita incredibile, crudele, drammatica, totale e fatale batte 11-9 al quinto set lo spagnolo Albert Montanes che mentre scriviamo starà probabilmente cercando di issarsi sulla Torre Eiffel per buttarsi di sotto. Una prestazione epica, quella di Fognini, ferito come Garibaldi sull'Aspromonte e vittorioso come Armando Diaz a Vittorio Veneto, tanto da arrivare ad annullare al rivale La grinta di Fognini. 24 anni, durante il match. Dopo la vittoria non avra nemmeno la forza di festeggiare ben cinque match-point: «Piango di gioia e di dolore e non riesco a fermarmi» sono state le sue prime parole, mentre tutti quelli che hanno visto la partita - 4 ore e 22 minuti che resteranno nella storia almeno italiana di questo sport - continuano a dire non è possibile, non ci credo, non avevo mai visto nulla di simile, pazzesco. Era l'occasione della vita, affrontare il battibile spagnolo Montanes per conquistare un traguardo da sogno, i quarti di finale del Roland Garros. Fognini tifa Inter e ha come idolo Marzo Materazzi, quindi potrete inquadrare il tipo. La partita comincia e Fognini regala subito il primo set; poi si sveglia, alterna, ma conquista di forza il secondo; quindi butta via il terzo; si riprende dominando il quarto; e infine va sotto 2-5 nel quinto, prima di cominciare una rimontona da leggenda. Ormai coperti di terra rossa, strabici di fatica, chiodati e svuotati, i due si azzuffano come in quei match di boxe in cui a ogni cazzotto di uno segue la sberla dell'altro. Fin quando Fognini serve sul 6-7, va sotto 15-30, ma nel mettere in gioco la prima palla di servizio si fa male alla coscia sinistra (piccola lesione al retto femorale, si dirà poi) e si accascia in campo: «Non potevo più muovermi, non potevo servire, mi faceva male tutto». Fognini chiede l'intervento del fisioterapista, passano tre minuti, la partita prende il clima da corrida e da sfida all'Ok Corral, Fabio torna in campo con la mobilità di palombaro eppure mette giù tre colpi vincenti e pareggia 7-7: «Non ce la facevo, non potevo muovere la gamba, quindi ogni palla che mi arrivava tiravo una pizza, erano solo fiamme, o dentro o fuori, ecco». Lo stadio ulula e fischia, Fognini si trascina, Montanes va in bambola, aggiorna i suoi incubi e non riesce a chiudere più. Prima, sul-1'8-7, ha due match-point che Fognini annulla con botte di follia e orgoglio; poi sul 9-8 ne ha altri tre, che Fogna cancella con due dritti e un rovescio vincente a tutto braccio. Ora lo stadio è in piedi, Fabio serve piano per il dolore ma il giudice cattivo gli chiama ugualmente nove falli di piede, alla fine sul 9-9 muore e resuscita, fa il break, prende due nastri benedetti e alla fine vince la più splendida e surreale della partite chiudendo a zero il suo game. Il pubblico lo fischia, Montanes dice «non potevo mica ammazzarlo», lui allarga le braccia e scrive il risultato finale 4-6 6-4 3-6 6-3 11-9. Parigi val bene una Messa? «Se non hanno capito mi dispiace, io ero a pezzi e non ho colpe, sono felice ed è il giorno più bello della mia vita, il mio risultato più grande. Con Montanes sono amico, in ogni caso gli ho chiesto scusa lo stesso. Con Djokovic vorrei giocare, se solo sto al 50% vado in campo». Per Fognini 150.000 euro, il premio più alto guadagnato fin qui. «Meli sono meritati, ho sputato l'anima» dice stremato e contento. Italiani impazziti sulla giostra dell'incredulità, pensate che ora Fognini sfiorerà l'ingresso tra i primi 30 giocatori del mondo, wow. Ma la giornata è tutta nostra e così Francesca Schiavone, dopo molte sofferenza, batte JJ, Jelena Jankovic, la serba con residenza a Dubai, di pura intelligenza tattica dopo tre set tiratissimi. Per la cronaca è 6-3 3-6 6-4. Ora per Frà c'è la teen-ager russa Pavlyuchenkova che per fortuna nostra ha fatto fuori la collega Zvonareva. Meno male, lei con la Schiavone stava 10-0 nei precedenti... Francesca Schiavone, 30 anni, tutto cuore e orgoglio Domani nei quarti affronterà la russa Pavlyuchenkova


Fabio e Francesca ai quarti

Alberto Giorni, il giorno del 30.05.2011

FUORI DAL CAMPO 'Suzanne Lenglen' andrebbe messa una targa come quella incisa all'esterno dallo stadio Azteca di Città del Messico dopo Italia-Germania 4-3 del 1970. In quella partita segnò anche Roberto Boninsegna, ieri in tribuna ad assistere a una giornata storica per il tennis italiano: Fabio Fognini e Francesca Schiavo-ne sono approdati ai quarti del Roland Garros: da 62 anni non avevamo un uomo e una donna insieme a questo livello a Parigi (nel 1949 Cucelli e Ullstein Bossi). QUANDO lo spagnolo Montanes ha affossato in rete l'ultimo dritto, dopo quattro ore e 22 minuti di battaglia, Fognini non ha avuto neanche la forza di esultare: aveva appena vinto una partita incredibile, pazza, eroica, conclusa 4-6 6-4 3-6 6-3 11-9 dopo aver annullato cinque matchpoint. Il ligure l'ha ripresa per i capelli (era sotto 3-1 nel quarto set e 5-2 nel quinto) giocando menomato gli ultimi game per un infortunio, ma sfoderando un orgoglio smisurato: costretto a giocare quasi da fermo, metteva a segno un colpo vincente dopo l'altro, mentre Montanes non ci capiva più niente. «Non credevo di poter vincere», ha spiegato uno stremato Fabio. Sotto 7-6 15-30 nel set decisivo, l'azzurro si è fermato e ha chiesto l'intervento del medico: «Ho sentito un dolore lancinante alla gamba. Non potevo muovermi, appena arrivava la palla tiravo una pizza' sperando che entrasse». I giudici di linea continuavano impietosamente a chiamargli il fallo di piede durante il servizio, ma lui ha cancellato due matchpoint sull'8-7 per Montanes Preoccupazione dopo l'impresa Guai muscolari per il ligure e sfida con Djokovic a rischio: «Farò di tutto per esserci» e tre sul 9-8, finendo per prevalere 11-9. I tifosi spagnoli l'hanno accusato di aver fatto scena: «Negli spogliatoi ho pianto per il dolore», ha replicato Fognini. L'ecografia ha evidenziato una distrazione al retto femorale sinistro: «Ma darò l'anima per essere in campo contro Djokovic» (che ha battuto Gasquet 6-4 6-4 6-2). In campo maschile, un italiano non arrivava nei quarti qui dal 1995 (Renzo Furlan). Intanto avanza facile Federer: 6-3 6-2 7-5 a Wawrinka. DUE ORE E 38 MINUTI dopo l'ultimo punto di Fognini, la Schiavo-ne era in ginocchio sullo stesso campo a baciare la terra rossa per celebrare il successo 6-3 2-6 6-4 su Jelena Jankovic: gesto ripetuto più volte durante la cavalcata trionfale del 2010. Ora partirà favorita ai quarti con la russa Pavlyuchenkova, che a sorpresa ha superato 7-6 2-6 6-2 la Zvonareva, bestia nera dell'azzurra. «L'attesa è stata lunga. Sono contenta per Fognini, ma gli avrei tirato un cazzotto — ha dichiarato la Schiavone con un sorriso —, poteva chiuderla prima. Scherzi a parte, sono contentissima, siamo in due ai quarti. E' stata dura, per alcuni tratti non riuscivo a prendere il ritmo poi mi sono sciolta. Sotto 3-4 nel terzo mi sono detta: viviamo un giorno da leone'. Ho vinto più di nervi che di tattica». Francesca conduce 2-1 nei precedenti con la 19enne Pavlyuchenkova: «E' molto migliorata: il suo è un tennis potente. Adesso sono più favorita? Ben venga, la pressione non mi spaventa. Il bacio alla terra? Ci voleva, questo torneo è generoso con me». La Leonessa è pronta a ruggire di nuovo

Fabio finalmente è maturo. Vince le partite possibili

Rino Tommasi, la gazzetta dello sport del 29.05.2011

Nel registrare il doppio ingresso nei quarti di Francia di Francesca Schiavone e di Fabio Fognini, bisogna ricordare che una situazione analoga non si verificava dal 1949 quando tra i primi otto di questo torneo troviamo Gianni Cucelli, battuto in quattro chilometrici set da Budge Patty, e Annelies Ullstein, poi capace di arrivare in semifinale prima di perdere da Nelly Adamson Landry. Per arrivare a stabilire questo lunghissimo ponte (62 anni) ho dovuto forzare un po' la geografia politica perché Kucel, poi italianizzato Cucelli. era nato a Fiume mentre Annelies era nata a Dresda, prima di diventare italiana sposando Renato Bossi e in seconde nozze il nostro collega Giorgio Bellani. Al netto di queste considerazioni fanno piacere sia la conferma della Schiavone, che non sembra avvertire il peso di una cambiale come quella firmata con la vittoria dell'anno scorso, sia la crescita di Fognini, che accanto ad alcuni vizi caratteriali sembra possedere una qualità importante, quella di saper vincere le partite difficili ma possibili. Riesce difficile includere tra queste quella che lo attende domani contro Novak Djokovic che è nato due giorni prima di lui e che prima di intraprendere la carriera che sappiamo fu sconfitto da Fabio nelle qualificazioni degli Internazionali d'Italia del 2006. Altri tempi, soprattutto altro Djokovic ma a qualcosa dobbiamo pur credere.
 

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