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01/06/2011 12:11 CEST - Il caso

La cacciata di Daniel Koellerer

TENNIS - Daniel Koellerer, ex n. 55 ATP, accusato da parte della Tennis Integrity Unit (la stessa protagonista dei casi di scommesse) di aver tentato di corrompere avversari e influenzare l'esito dei match, è stato sospeso a vita. Una sentenza che pone fine alla carriera di uno dei giocatori di secondo piano più discussi della storia. Daniele Malafarina

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Non poteva finire che così, con una squalifica a vita, la carriera di Daniel Koellerer, uno dei tennisti più discussi del decennio. Questa volta però Koellerer non ha messo le mani addosso all'avversario, non ha finto un infortunio o insultato un giudice di sedia. La squalifica arriva della Tennis Integrity Unit ed è stata comminata a seguito di tre violazioni del programma anti-corruzione. Violazioni avvenute tra l'ottobre 2009 ed il luglio 2010.

Purtroppo non ci è dato di sapere con esattezza a quali eventi si riferiscano le accuse. Nel periodo considerato Koellerer avrebbe cercato di influenzare l'esito di tornei e partite (una o molte non sappiamo), cercando di convincere gli avversari a perdere, anche offrendo loro denaro. Insomma corruzione in piena regola.

Alla squalifica si aggiunge una multa di 100.000 dollari, non esattamente una cifra irrisoria per un atleta abituato a navigare tra i challenger. L'austriaco potrà ricorrere in appello ma per il momento la squalifica ha effetto immediato e Koellerer non potrà iscriversi ad alcun torneo.
"Sono sotto shock." ha dichiarato l'austriaco riguardo alla sentenza. "Mi accusano di aver avvicinato dei giocatori per convincerli a perdere. Non ha alcune senso."

Certo è che 'Crazy Dani' non era molto ben visto dai colleghi, i quali arrivarono fino a lanciare una petizione per bannarlo dai tornei, ed i suoi comportamenti in campo sono sempre stati ben lontani dagli esempi di correttezza e fair play che il tennis vorrebbe ispirare. Qualche mese fa (a luglio al challenger di Cordenons) Koellerer era stato squalificato per 'coaching'. Durante un cambio di campo del match di primo turno con Robin Haase, presa una pausa 'fisiologica', Daniel si sarebbe recato in bagno per farsi consigliare dal suo allenatore. Qualche tempo prima Koellerer era venuto alle mani con Stefan Koubek durante un incontro della lega tedesca. Gli esempi di questo genere si sprecano ma per lo più si trattava di episodi caratteriali, dovuti alla natura quasi schizofrenica del giocatore (tanto una persona piacevole fuori dal campo quanto un 'matto irrascibile' in campo).
Che Koellerer fosse addirittura capace di corruzione può sollevare dei dubbi (anche se già una volta era stato multato per via della pubblicità di un sito di scommesse apparsa sul suo sito personale), ma bisogna tenere presente come in molteplici occasioni Koellerer abbia mostrato di non saper distinguere la linea che separa ciò che è lecito de ciò che non lo è e l'abbia perciò spesso superata, travalicata, calpestata con il candore di uno che non si rende conto di stare facendo qualcosa di sbagliato.

Questa innocenza della scorrettezza era probabilmente il carattere che gli ha fruttato la simpatia dei molti appassionati in cerca di un personaggio puro, genuino, sanguigno, perchè se i suoi comportamenti scorretti erano lampanti, evidenti a tutti, non era però altrettanto facile definirlo 'cattivo'.

Koellerer era precipitato al numero 385 del mondo, costretto a giocare tornei ITF, e quindi ben lontano dal suo miglior tennis. Curiosamente nella sua miglior stagione Koellerer raggiunse la posizione n.55 guadagnandosi il diritto a partecipare a tornei del circuito maggiore e dello slam (ricordiamo un match all'US Open con Del Potro, altro avversario di lunga data) e proprio in quel periodo, forse per la maggiore attenzione dei media o forse per un precario equilibrio interiore, Koellerer tenne in campo il comportamento più corretto della sua carriera.

Tutti quei momenti ora sono nel passato e se anche l'appello confermerà la sentenza per Daniel non ci saranno occasioni di riscatto, l'equilibrio con se stesso dovrà trovarlo da solo, lontano dai campi da tennis, con grande sollievo dei suoi avversari ed un pizzico di rammarico da parte degli appassionati spettatori dei challenger.

Daniele Malafarina

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