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04/06/2011 18:44 CEST - Roland Garros

Federer c'è: fermato Djokovic

TENNIS - Federer ha scelto il torneo per lui meno fortunato per smentire coloro che lo consideravano in declino. Al Roland Garros, lo svizzero interrompe la striscia di vittorie consecutive di Djokovic. Domenica troverà Nadal. Nel femminile, la Schiavone cercherà di confermarsi e di eguagliare il primato di Nicola Pietrangeli. Rino Tommasi

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PARIGI - Sembra assurdo dover parlare di sorpresa per una vittoria di Roger Federer ma pochi si aspettavano che fosse proprio il campione svizzero a bloccare la serie di vittorie consecutive di Novak Djokovic, interrotta dopo 41 vittorie consecutive nella stagione.
Federer ha scelto il torneo meno fortunato per lui per smentire coloro che lo consideravano in declino. Al Roland Garros infatti Federer vantava una sola vittoria e ben tre finali perdute ma era dal Masters dell’anno scorso che Roger non giocava con la continuità e la sicurezza dimostrate in questo torneo.
Federer si è aggiudicato i primi due set con un tennis straordinario ma dall’inizio del terzo set Djokovic è entrato in partita dando l’impressione di poter recuperare soprattutto quando Federer ha ceduto il servizio sul 4 pari del quarto set. Invece Federer è riuscito a rifugiarsi nel tie-break, è andato 6 a 3, Djokovic ha annullato i primi due match point ma il terzo è stato quello buono dopo 3 ore e 39 minuti quando ormai non ci si vedeva quasi più.
Se si considera che la prima semifinale si era conclusa in tre set, è stato confermato il dilettantismo inaccettabile degli organizzatori che hanno rischiato di dover rimandare al giorno dopo la conclusione di una semi finale.
Anche se ci sono stati momenti in cui Andy Murray ha dato l’impressione di far partita pari con Rafael Nadal, alla fine il responso del campo è stato tre set a zero per lo spagnolo facilmente riassumibile e spiegabile con il semplice conteggio delle palle break. Nadal ne ha sfruttate 6 su 13 (quasi il 50 per cento), Murray 3 su 18 (16 per cento). La< partita è tutta lì, ha vinto, come spesso succede, chi ha giocato meglio i punti importanti.
Qualcuno potrebbe osservare che Murray ha sbagliato tattica accettando lunghi scambi da fondo campo contro il più forte regolarista del mondo ma per sfondare il muro dello spagnolo Murray era costretto a prendere troppi rischi e a commettere troppi errori.
Nel complesso la partita è stata abbastanza disuguale ma il suo destino non è mai stato in dubbio. In ogni caso un Nadal che ha trovato la forma per strada, come può succedere nei tornei dello Slam dove bisogna vincere sei partite per arrivare in finale e sette per aggiudicarsi il torneo,

Domani Francesca Schiavone cercherà di eguagliare il primato di Nicola Pietrangeli, unico italiano capace di vincere per due volte un titolo del Grande Slam. Il fatto che possa accadere al Roland Garros, dove Nicola vinse nel 1959 e nel 1960, la dice lunga sulle preferenze e sulle abitudini dei nostri tennisti, tutti nati sulla terra rossa e quindi destinati a diventare degli specialisti malgrado negli ultimi tempi si sia notata una maggior adattabilità ai campi più veloci.
Come ho scritto più volte è molto più difficile ripetersi di quanto sia stato vincere la prima volta, tuttavia quest’anno Francesca non poteva contare sul fattore sorpresa che molto l’aveva aiutata l’anno scorso.
Tuttavia in questa edizione Francesca ha avuto il vantaggio di una testa di serie importante (la numero 5) che le garantiva di non incontrare avversarie pericolose nei primi turni. L’anno scorso invece Francesca aveva dovuto superare la Wozniacki (numero 3), la Dementieva (numero 5) ed in finale la Stosur (numero 7) mentre la cinese Li Na (numero 6) sarà l’avversaria di maggiore classifica da lei incontrate in questo torneo.
Come ho già ricordato ieri il bilancio tra le due finaliste è di due vittorie per parte ma giova ricordare (e non si tratta solo di una notazione statistica) che l’ultimo confronto diretto si è giocato proprio in questo torneo e su questa superficie l’anno scorso quando la Schiavone vinse in due set abbastanza facili (6-4, 6-2).
Insomma si può essere ottimisti senza bisogno di essere nazionalisti.
 

Rino Tommasi

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