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03/06/2011 23:57 CEST - Roland Garros

Federer risorto Djokovic sportivo

TENNIS - Spinto dall’incredibile affetto del pubblico, Roger torna grande: “Il mio match migliore del 2011? Penso di sì – ha spiegato lo svizzero –, non ero mai sparito: il successo a Parigi due anni fa ha un posto speciale nel mio cuore”. Fair play del serbo: “Ho avuto le mie occasioni, ma è lo sport: complimenti a lui. E’ stato comunque un grande torneo”. Da Parigi, Alberto Giorni

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“He is back!”, è l’espressione più utilizzata dai giornalisti anglofoni dopo il matchpoint. L’antico re si è ripreso il trono nel momento più difficile e nel modo più spettacolare, mettendo k.o. un Djokovic che improvvisamente ha perso tutto: il torneo, la possibilità di diventare numero uno del mondo (anche se proprio Federer gli può regalare il trono battendo in finale Nadal) e la striscia di successi consecutivi, fermatasi a 41 nel 2011, a un solo gradino da McEnroe. “Il miglior giocatore della storia e il migliore del momento”, come li ha definiti Nadal al termine della sua semifinale, hanno dato vita a un match memorabile, terminato 7-6 6-3 3-6 7-6 dopo 3 ore e 39 minuti di battaglia, alle 21,39: una partita straordinaria che ha ricordato a tratti la finale di Wimbledon 2008, terminata anch’essa al tramonto. Federer si è ripreso tutto con gli interessi.

Straordinario il sostegno del pubblico del Philippe Chatrier, schieratosi con il fuoriclasse di Basilea fin dall’inizio con poderosi cori: “Roger, Roger!” Si sarebbe potuto capire il vincitore di ogni punto soltanto dalla reazione degli spettatori: calorosa con Federer, tiepida con Djokovic. Al serbo non hanno fatto benissimo i quattro giorni consecutivi di riposo per il forfait di Fognini, ma anche lui si è battuto al massimo e merita l’onore delle armi.

E Federer ha ritrovato il sorriso dei giorni migliori: “Il mio miglior match del 2011? Penso di sì, abbiamo giocato entrambi a gran livello per molto tempo. L’inizio è stato difficile, ero sotto di un break, ma sono riuscito a recuperare: sono veramente soddisfatto del mio gioco. Come la finale di Wimbledon 2008? Può darsi, ma non sono sparito nel frattempo… Ho messo fine alle strisce di Rafa in passato e di Djokovic adesso? Anche loro mi hanno stoppato… Non sono qui per rovinare nessuna festa, penso solo a me stesso e a rivivere le emozioni del 2009: quella vittoria a Parigi è una delle più speciali della mia carriera”.

“Il primo set da parte mia è stato buono – ha dichiarato Djokovic –, se l’avessi vinto la partita forse avrebbe preso un’altra piega. Comunque ho recuperato da due set sotto e sono andato a un passo dal quinto. Perdere è una brutta sensazione, ma lo devo accettare. Ho giocato un grande torneo, sono stati i cinque mesi migliori della mia carriera, non è stato il miglior momento per perdere. Lui ha giocato un match incredibile. Rimpianti? No, è lo sport, preferisco non guardarmi indietro, a volte mi è andata bene, stavolta no”.

Il primo set è di un’intensità e di un equilibrio straordinari: basti pensare che dopo un’ora e dieci minuti il risultato è di 6-6, cinque pari nel tiebreak. A un certo punto un radiocronista francese grida: “Credetemi, è un match straordinario, la crème de la crème!”. I primi game sono uno spot per il tennis: scambi mozzafiato a mille all’ora senza un attimo di respiro. Federer ottiene un break in apertura, lo restituisce subito e per poco non se lo riprende a sua volta alla fine di un game interminabile. Lo svizzero tende a spostarsi sulla propria sinistra per giocare il dritto a sventaglio, ma Djokovic ribatte colpo su colpo, in particolare con il rovescio lungolinea. Sul 2-2 lo svizzero manca un’opportunità per il break e nel game successivo le parti si invertono: il fuoriclasse di Basilea cala e con un errore di dritto manda l’avversario sul 4-2.

Ma con orgoglio Federer riprende in mano il comando delle operazioni e opera il contro break. Avanti 5-4, Djokovic ha due grandi occasioni sottoforma di setpoint, ma Roger dal 15-40 risale con autorità: un dritto e un servizio vincente sono il preludio a quattro punti consecutivi. “Roger, Roger!”, urla il pubblico, e il set si decide giustamente al tiebreak, altro concentrato di emozioni. Un errore di Djokovic permette a Federer di volare sul 3-1, ma il serbo con un dritto vincente riequilibra la situazione. Sotto 4-5, Roger comanda lo scambio, ma stecca con il dritto. Sembra un brutto segnale invece avanti 6-5, servizio per Novak, riceve un cadeau del serbo che affossa il dritto in rete per il tripudio del pubblico. La qualità del set è sottolineata dal saldo fra vincenti ed errori gratuiti: 18-12 per lo svizzero, 14-10 per il serbo, con Roger che ha messo una ruota avanti nonostante sia ricaduto nell’antico vizio di mancanza di killer instinct: 2/10 le palle break trasformate.

Il secondo set si apre con un’opportunità mancata da Djokovic nel game d’apertura, ma poi diventa una sinfonia di Federer, che conquista il centro del ring e mette costantemente alle corde Nole, mai visto così in difficoltà. Il numero tre del mondo vola sul 3-1 e picchia sulla ferita del rivale, che sanguina copiosamente. Il serbo è in confusione totale, forse ha ancora in mente i due setpoint mancati nel primo set e commette un errore gratuito dopo l’altro. Avanti 5-2, servizio Djokovic, Federer è a un passo dal k.o., ma ancora una volta non riesce a sferrare il colpo decisivo: non bastano 5 setpoint a favore per chiudere la frazione. Nole si ricorda di essere un campione e ne annulla con coraggio quattro su cinque, lo svizzero ha responsabilità dirette solo nella prima opportunità, quando mette in rete una palla corta. Ma Roger non dovrà pentirsi: annullata con un ace una delicata palla break sul 5-3 30-40, chiude 6-3 accompagnato dall’assordante boato del Philippe Chatrier.

Djokovic però non ha alcuna intenzione di mollare e nel terzo set torna a fare la partita fin dall’inizio. Il calo di Federer va di pari passo con la crescita del serbo, che nel secondo game strappa la battuta all’avversario e inizia la corsa di testa. Dopo il ritmo serratissimo della prima parte, il match perde un po’ di pathos, perché il serbo non va mai in difficoltà nei suoi turni di servizio, manca una palla per il 4-0 ed è sempre in controllo. Sul 5-3, Nole se possibile alza ancora il ritmo e con un ace mette la firma sul 6-3.

Il quarto set inizia alle 20,35 e ormai è chiaro: o Federer chiude al quarto oppure il quinto set è rimandato a sabato. Tutto scorre liscio fino al 3-2 per lo svizzero, poi Djokovic va sotto 0-30, ma esce dalla buca con grande classe, inanellando quattro punti consecutivi fra i quali un provvidenziale ace sul 30-30. Sul 3-3, Federer manda in visibilio la folla con un rovescio lungo linea vincente dopo essere stato buttato fuori dal campo e firma il 4-3, sempre senza break. Poi è Roger ad andare sotto 0-30 e a concedere una palla break delicatissima, ma si salva col servizio. Djokovic insiste e con un dritto spaventoso si procura una seconda palla break: la stecca di dritto di Federer lo manda a servire per il set sul 5-4.

Set deciso? Neanche per sogno. Nole va sotto 0-30, lo svizzero inventa un altro spettacolare lungolinea di rovescio che provoca il sorriso ironico del serbo: 0-40. Un ace e un dritto non bastano: è Federer a esplodere il suo colpo preferito e a riportare il set in parità: 5-5. Emozioni a non finire: lo svizzero va 30-40, ma si salva con un servizio vincente. Vantaggio Djokovic? Ecco un altro ace. E il conseguente 6-5. Nole sul 30-30 inventa una palla corta tanto rischiosa quanto efficace, poi si complica la vita ma raggiunge con classe il tiebreak. Roger va sul 2-0, viene raggiunto sul 2-2, poi un dritto affossato in rete dal serbo gli consegna il 4-3. Sul 6-3, Djokovic gli cancella i primi due matchpoint, ma al terzo spara un ace che fa tremare il Philppe Chatrier, che si scioglie in una standing ovation.

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