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09/06/2011 22:26 CEST - IL DIBATTITO

Borg, 41 vittime...ma solo 4 forti

TENNIS - Qualcuno non ha condiviso la mia opinione secondo cui Bjorn Borg avrebbe avuto dei buoni tabelloni nei 5 trionfi a Wimbledon. Allora ho ripercorso le 41 vittorie di fila dello svedese sui prati londinesi, dando un voto a ciascuno dei suoi avversari. E confermo: avrebbe potuto trovare avversari molto più ostici! Soffriva i primi turni e i giocatori dal gran servizio. Ubaldo Scanagatta

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Un mio commento, inserito nel contesto dell’articolo del mio articolo “Nadal come Borg ma è più forte” e che qui ripropongo per facilitarvene la consultazione

“E' vero che i successi di Borg a Wimbledon furono conquistati su un'erba ben diversa da quella più recente. Però, e non lo scrivo oggi (che poi mi salterebbero subito addosso tutti coloro che mi danno di tifoso di Nadal) ma lo scrissi allora quando tutti esaltavano le imprese di Borg....Bjorn a Wimbledon in cinque tornei ha avuto tabelloni spesso particolarmente agevoli, o comunque meno pericolosi di quelli che avrebbe potuto avere. Mentre il Borg sulla terra rossa non ne aveve per nessuno, era di due, tre, cinque spanne superiore a tutti gli altri e Vilas che era il n.2 era per l'appunto uno che giocava come lui ma con un po' meno di tutto, un po' meno regolarità, un po' meno servizio, un po' meno volee...per cui non riusciva a batterlo altro che se lo trovava completamente fuori condizione, il Borg sull'erba sarebbe stato battibilissimo anche da giocatori non eccelsi. Ma se andate a rivedere i tabelloni gli avversari "erbivori" battuti si contano sulle dita di una mano...Ripeto, e si può ovviamente non condividere, ma io questo l'ho scritto anche su Matchball 30 anni fa. Quando Nadal non era nemmeno nato.”

ha suscitato, come del resto potevo immaginare, molte reazioni, tanti post di consenso e tanti anche di dissenso. Alcuni di questi anche di…fortissimo dissenso come quello di questo lettore che qui sotto riproduco

“Se dici che Borg ha vinto 5 wimbledon di fila perche è stato fortunato nel tabellone, mi fai davvero ridere, Ubaldo vai a vendere il cocco a rimini”.

Se io avessi lasciato un commento del genere indirizzato a qualche dirigente federale ipersuscettibile come minimo avrebbe provato a querelarmi richiedendomi i danni da devolvere alle vittime di qualche catastrofe nazionale. Fa buona impressione, sapete…Ma se io fossi ipersuscettibile non avrei fatto il giornalista e soprattutto non mi esporrei quotidianamente a commenti (a volte anche feroci) di alcuni lettori.

Ciò premesso vorrei dar conto di quanto ho scritto ripercorrendo, ad uso dei meno giovani che forse ricordano alcune delle vittime “wimbledoniane” di Bjorn Borg, una ad una le sue 41 vittorie consecutive.

Vittorie che furono, e restano _ sia chiaro, anzi superchiaro tutto ciò! _ complessivamente assai sorprendenti per tutti quelli che prima del suo primo exploit in Church Road, 1976, consideravano lo svedese allora bicampione del Roland Garros (1974 e 1975…che nel ’76 aveva perso nei quarti dal nostro Adriano Panatta) un terraiolo puro che mai e mai poi mai avrebbe potuto vincere una serie di partite sui campi in erba dell’All England Club senza saper fare la volèe, con una prima di servizio così così (l’avrebbe migliorata anni dopo), una “seconda” mediocre, senza colpi slice che allora parevano un “must” per l’erba , con un rovescio a due mani che allora pareva ancora un handicap quasi insormontabile per un tennis che richiedeva il massimo degli allungi laterali per far fronte alle traiettorie esterne e slice e anche il massimo del piegamento …”rasoerba”, per poter tirare su palle che schizzavano via come rondelle di pietra bagnata sui lawns inglesi.

Non voglio citare i nomi degli illustri colleghi (tantissimi, giuro, e notissimi) che si erano sbilanciati come non mai per escludere la possibilità di un qualsiasi prolungato successo dell’Orso Svedese sulla mitica erbetta del Tempio Inglese. Sarebbe ingeneroso e gratuito. Adesso però voglio dare un votarello personalissimo, considerando le attitudini erbivore e i dati anagrafici, ma comunque soggettivo sulle qualità dei 41 tennisti battuti da Borg.

1976
David Lloyd (6-3,6-3,6-1): voto 4.

Modestissimo tennista britannico, wild card, un po’ di dritto e nulla più. Nulla a che vedere con il fratello John (mr. …Evert)

Marty Riessen (6-2,6-2,6-4): voto 6.

Bel doppista (con Okker e Stewart), straordinario atleta, grande elevazione e smash, tennista quattro volte nei quarti di Slam, non aveva fondamentali e aveva 34 anni quando perse da Bjorn.

Colin Dibley (6-4,6-4,6-4): voto 6.

Fra i migliori servizi in circolazione, misurato a 177 km orari, rispondeva raramente al servizio altrui. Aveva raggiunto due volte i quarti a Wimbledon nel ’71 e nel ’72, ma aveva 32 anni nel ‘76.

Brian Gottfried (6-2,6-2,7-5): voto 8.

Migliore come doppista (con Ramirez coppia n.1 del mondo quando ancora giocavano tutti), è stato un top-ten di retroguardia dal tennis completo, ottimo sottorete ma leggero. Faceva tutto benino, senza avere colpi straordinari. Una finale a Parigi e una semifinale a Wimbledon ’80 da outsider i migliori risultati.

qf: Guillermo Vilas (6-3,6-0,6-2): voto 7.

Sull’erba, anche se aveva vinto un Masters in Australia nel ’74 e battuto il 31enne Roche al turno precedente (Roche era stato fermo 4 anni per il tennis elbow, si era operato e aveva fatto ricorso ai guaritori filippini), Vilas era scarsamente competitivo(mentre valeva il n.2 del mondo sulla terra) e poi era un Borg in formato ridotto.

sf Roscoe Tanner: (6-4,9-8,6-4) voto 9.

Mancino, servizio terribile a 140 miglia orarie, top-10 a ridosso dei top-5, è uno dei tre tennisti più forti battuti da Bjorn a Wimbledon con Connors e McEnroe.

f Ilie Nastase (6-4,6-2,9-7): voto 8.

Il rumeno, finalista a Wimbledon nel ’72, l’anno magico in cui vinse US Open e Roland Garros, nel ’76 aveva quasi 30 anni ed era in fase declinante.

1977
Tonino Zugarelli (6-4,6-2,9-7): voto 6

Sull’erba Tonino era discreto, privo di una falange al pollice destro, controllava con difficoltà il dritto, la seconda di servizio era deboluccia, il rovescio bellissimo, la personalità era modesta.

Mark Edmondson (3-6,7-9,6-2,6-4,6-1): voto 7

Una delle due volte che Bjorn ha rimontato da 2 set a 0. Borg ad inizio torneo non aveva tanta fiducia nelle sue possibilità. Il forzutissimo australiano, ex imbianchino all’aeroporto di Melbourne, un anno prima era stato l’ultimo (a oggi) ad aver vinto l’Australian Open (battendo Newcombe e Rosewall). Di classe ne aveva poca, ma a rete lo passavi con difficoltà. Picchiava come un fabbro.

Niki Pilic (9-7,7-5,6-3): voto 6

Mancino di Spalato, finalista a Parigi nel ’73 (l’anno in cui il suo rifiuto a giocare la Davis per la Jugoslavia fece scoppiare il boicottaggio di Wimbledon e la nascita dell’Atp) aveva 37 anni e non era più troppo competitivo.

Wojtek Fibak 7-5,6-4,6-2: voto 6

Testa di serie n.12. Il polacco capace di vincere doppi con 12 compagni di diversi era un top-ten leggerino, grande testa, ottimo rovescio, pochissimo servizio.

qf Ilie Nastase (6-0,8-6,6-3): voto 7

Testa di serie n.6. Ogni anno più sceneggiate, meno tennis.

sf Vitas Gerulaitis (6-4,3-6,6-3,3-6,8-6): voto 8

Testa di serie n.8 Una delle partite più entertaining, davvero “divertenti” viste giocare a Wimbledon, favorite dalla classe di Vitas, il biondissimo nuovayorkese di origini lituane scomparso per l’ossido di carbonio sprigionato da una stufa, che era però personaggio e tennista di…insostenibile leggerezza.

f Jimmy Connors (3-6,6-2,6-1,5-7,6-4): voto 9

Jimbo era n.1 del mondo e non voleva rassegnarsi a diventare n.2. “Inseguirò quel son of a bitch per tutti i tornei del mondo e lo batterò”. Ma senza servizio e con un dritto ballerino, ha fatto miracoli a vincere 2 Wimbledon (1974 e 1982)…quando Borg era bambino o baby-pensionato.

1978
Victor Amaya (8-9,6-1,1-6,6-3,6-3): voto 7

Una delle cinque rimonte di Borg (sempre titubante ad inizio torneo…come Nadal con Isner) contro il gigante mancino del Michigan, 2m e 1 cm dal servizio esplosivo. Era sotto 2 set a 1,3-1 e breakpoint per il 4-1 pesante. N.31 del mondo è entrato a stento fra i top20: n.18. Al Foro Italico però battè Barazzutti senza essere un terraiolo.

Peter McNamara (6-2,6-2,6-4): voto 6

Uno dei pochi australiani che giocava meglio sulla terra rossa che sull’erba (anche se ha vinto due Wimbledon in coppia con McNamee). Bel rovescio, dritto così così.

Jaime Fillol (6-4,6-2,6-8,6-4): voto 6

Cileno dal tennis elegante, molto signore, finalista di Davis contro l’Italia nel ’76, Jaime aveva approfittato del ritiro di Kodes, anzianotto. Era più pericoloso sul cemento. Tennis leggero.

Geoff Masters (6-2,6-4,8-6): voto 5

Il doppista australiano, vittorioso con Case a Wimbledon 1977, era arrivato lì solo perché aveva trovato due doppisti come lui sulla strada, Bengtson e McMillan.

qf Sandy Mayer (7-5,6-4,6-3): voto 6,5

Testa di serie n.8 Figlio d’un ungherese che aveva giocato anche per la Jugoslavia, più anziano e meno talentuoso del fratello “quadrumane” Gene è stato un top-ten di passaggio per la troppa poca potenza dei suoi colpi.

sf Tom Okker (6-4,6-4,6-4): voto 6,5
The “Flying Ducthman” l’Olandese Volante, così ribattezzato anche per la straordinaria agilità nonostante i 34 anni compiuti, aveva battuto Vilas n.4 e Nastase n.9, ma

f Jimmy Connors (6-2,6-2,6-3): voto 9

Testa di serie n.2 Jimbo questa volta fu dominato. Il suo era stato un torneo troppo facile. Un set perso con Warwick e Gorman, passeggiate invece con Alexander, Ramirez e Gerulaitis. Nessuno avrebbe scommesso su Connors capace di rivincere a Wimbledon nell’82, a quasi 30 anni, 8 anni dopo il primo trionfo.

1979
Tom Gorman (3-6,6-4,7-5,6-1) voto: 6

Il bell’americano che aveva giocato la finale di Davis nel ’72 in Romania, dopo aver battuto Laver a Wimbledon 1971 raggiungendo la semifinale, aveva 33 anni. Se Borg non fosse stato un po’ giù, non gli avrebbe portato via il primo set.

Vijay Amritraj (2-6 6-4 4-6 7-6 6-2) voto 7

La quarta rimonta di un Bjorn ancora poco rodato avviene contro l’aristocratico, elegante e talentuoso indiano che 5 anni dopo sarebbe stato uno dei tre soli vincitori di McEnroe nel magico 1984. Vijay (nome che vuol dire vittoria) fu avanti 5-4 e 6-5 nel quarto set…ma batteva Borg.

Hank Pfister (6-4,6-1,6-3) voto 6

Il californiano alto un metro e 95 era uno dei più potenti tennisti del circuito. Gran servizio, dritto che faceva male, poca classe, ma tanta forza aveva battuto Fleming e Kodes.

Brian Teacher (6-4,5-7,6-4,7-5) voto 6,5

Altro californiano d’un metro e 90 abbondanti, campione d’Australia nel 1980, a Wimbledon aveva sorpreso Gottfried (n.9) al turno precedente. Serviva bene, copriva bene la rete, ma non aveva colpi eccezionali.

qf Tom Okker (6-2,6-1,6-3) voto 6

Aveva battuto Gene Mayer ma aveva un anno di più e perso brillantezza, anche se in doppio continuava a vincere tornei, con Fibak e altri.

sf Jimmy Connors (6-2,6-3,6-2) voto 7

Testa di serie n.3 aveva battuto Kriek, Cox e Scanlon ma fu un incontro fotocopia dell’anno precedente.Ormai Borg gli aveva preso le misure.

f Roscoe Tanner (6-7,6-1,3-6,6-3,6-4) voto 9

Mancino, già due volte semifinalista (ma chissà se ci sarebbe arrivato quest’anno se avesse dovuto affrontare Panatta, battuto colpevolmente dal modesto Du Pre), era l’avversario più tosto per Borg per via del suo servizio mancino terrificante. Difatti lo battè poi nei quarti all’US open. Poi ha fatto una brutta fine, dopo una serie di tentate truffe. In carcere.

1980
Ismail El Shafei (6-3,6-4,6-4) voto 5

Il mancino egiziano aveva classe, vantò una vittoria anche su Panatta al Foro Italico, ma non poteva far male a Borg

Shlomo Glickstein (6-3,6-1,7-5) voto 5

L’israeliano più forte di sempre fino all’avvento di Amos Mansdorf, sapeva fare tutto discretamente, ma niente benissimo.

Rod Frawley (6-4,6-7,6-1,7-5) voto 5

L’australiano era modesto. Un po’ di tennis a rete e poco più.

Balazs Taroczy (6-1,7-5,6-2) voto 6

L’ungherese che parlava benissimo italiano _ e la cui sorella giocò con me il misto a Budapest …vinto dalla Court e Howe_ batteva Panatta e vinse 6 tornei a Hilversum e il doppio con Heinz Gunthardt a Wimbledon, ma non era un “erbivoro” anche se aveva battuto ramesh Krishnan.

qf Gene Mayer (7-5,6-3,7-5) voto 8

Il più talentuoso dei fratelli Mayer, con dritto e rovescio bimane, era uno spettacolo a vedersi. Ma arrivato ad un certo livello non vinceva più di tanto.

sf Brian Gottfried (6-2,4-6,6-2,6-0) voto 7

Costante nel rendimento ad alto livello, però a Gottfried mancava qualcosa per diventare un campione da Slam. Centrare una semifinale era giù un traguardo che lo accontentava.

f John McEnroe (1-6,7-5,6-3,6-7,8-6) voto 10

E’ la storica finale di Wimbledon, quella del famoso tiebreak vinto 18-16 da McEnroe che avrebbe salvato 7 matchpoint ma perso l’incontro "e con tutte le partite e i 7 Slam che ho vinto mi chiedono sempre di quella partita che invece ho perso!”. Il tiebreak più lungo, fino ad allora, era stato un 20-18 vinto dall’indiano Premjit Lall nel 1973 su un certo Bjorn Borg.

1981
Peter Rennert (7-6,6-3,6-1) voto 4

Non bastava essere di New York, amico di McEnroe e barbuto, per creare problemi a Bjorn.

Mel Purcell (6-4,6-1,6-3) voto 5

Biondino, minuto, sorprendente finalista a Montecarlo, capace di battere Dibbs a Parigi, campione US under 21, assai regolare, non aveva né i colpi né la potenza per infastidire lo svedese.

Rolf Gehring (6-4,7-5,6-0) voto 4

Terraiolo di Dusseldorf aveva già fatto fin troppo ad arrivare al terzo turno. Nei primi due set si difese anche troppo bene.

Vitas Gerulaitis (7-6,7-5,7-6) voto 7

Testa di serie n.16 il biondo playboy che viaggiava in Rolls Royce bianca sembrava aver perso un po’ di smalto, ma con la sua rapidità e il suo tennis vario, piuttosto fantasioso, qualche problemino (seppur non come 4 anni prima) a Bjorn era in grado di crearlo.

qf Peter McNamara (7-6,6-2,6-3) voto 6,5

Ecco di nuovo il biondo australiano dai gesti classici, il bel rovescio soprattutto. Aveva battuto Stewart, Pattison, Borowiak, era già contento…d’aver lottato il primo set.

sf Jimmy Connors (0-6,4-6,6-3,6-0,6-4) voto 9

Dopo le ultime due batoste l’irriducibile Jimbo era ancora lì che lottava come un leone. Esattamente come…dieci anni dopo all’US open, quando Borg aveva smesso…da dieci anni.

f Sconfitta con John McEnroe (4-6,7-6,7-6,6-4) voto 10

Superbrat SuperMac aveva perso un set con Ramirez e un altro con Smith, ma sull’erba il miglior McEnroe aveva armi più affilate del miglior Borg che aveva già fatto un miracolo a vincere l’anno prima. Mac avrebbe rivinto anche nel 1983 e 1984, perdendo inopinatamente da Connors nel 1982, ma Borg nel frattempo aveva appeso la racchetta al chiodo.

CONCLUSIONE

Spero che anche i più sfegatati aficionados di Bjorn Borg abbiano apprezzato la discreta fatica di questa ricerca e approfondita ricostruzione.

Concludo ribadendo che Bjorn Borg, assoluto dominatore sulla terra rossa con 3 e anche 4 spanne di margine su tutta la concorrenza, in cima alla quale svettava quel Vilas che giocava come lui ma faceva tutto un po’ peggio, avrebbe potuto trovare avversari molto più ostici in 6 anni di tabelloni a Wimbledon. Dimostrò di soffrire particolarmente i primi turni e i giocatori dal grande servizio, specie se mancini come Amaya (che non era un fenomeno) o Tanner, che era invece un ottimo giocatore. Anche quei giocatori che sapevano spezzargli il ritmo, attaccandolo in controtempo, come Amritraj e Gerulaitis, seppero creargli qualche problema. Ma di 41 avversari da lui battuti in realtà soltanto 3 o 4, Connors, McEnroe e Tanner, avevano le qualità sufficienti per potere ambire a batterlo. Con tutti gli altri fu perfettamente regolare che vincesse Bjorn.

Ubaldo Scanagatta

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