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15/06/2011 12:36 CEST - Rassegna Stampa del 15 Giugno 2011

Clijsters battuta, la favola di Romina (Clerici), Impresa Oprandi, batte la Cljisters (Criveli), Serena «Arrugginita ma felice» (Marcotti)

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Clijsters battuta, la favola di Romina

Gianni Clerici, la repubblica del 15.06.2011

ll successo di Romina Oprandi sul N.2 Kim Clijsters mi riempirebbe di entusiasmo ancor maggiore s eavessi potuto assistere al match, disputato a 's-Hertogenbosch su un'erba non inglese ma comunque verde. Non essendo stato presente, infatti, alla notevolissima sorpresa, mi sto domandando in quali condizioni si trovasse la Mamma Killer che, in questo momento di bassa marea, aveva vinto lo Australian Open, ed era risalita a N.1 a febbraio, si era dovuta ritirare contro quel caso da psicanalisi della Bartoli a Indian Wells per un infortunio a spalla e polso. Da quel giorno sfortunato Kim aveva tentato vanamente di ritornare in campo ritirandosi prima a Madrid, poi a Roma, e facendosi battere, nel secondo turno di Parigi da una tipa soltanto conosciuta per l'omonimia con la Sanchez, Arancia, di cognome Rus. Poiché la rarità dei nostri successi, eccettuata Santa Leonessa, spinge spesso a entusiasmi irrazionali, mi permetto quindi una riserva, prima di battere una grancassa nazionalistica in favore di un'altra ragazza sin qui sfortunatissima, acciaccatissima, che ha, tra gli altri meriti, quello di aver scelto un paese certo meno fortunato di quello in cui è nata e cresciuta, la più civile e ricca Svizzera. Romina Oprandi mi aveva rapito il cuore dal giorno in cui, piccinina under 12, vinse il mondiale bambini chiamato Orange Bowl. Da lì, il suo momento migliore di don-nina ventenne si verificò nel nostro Open, dei cui Dei portava il nome di battesimo. In quell'avventurato torneo, Romina sollevò il generale entusiasmo quando non solo raggiunse i quarti, ma sfiorò la semi dominando, a tratti, l'illustre Kuznetsova, sino a raggiungere non solo un vantaggio di 5-3, ma match point nel final set: un diritto anomalo finito quattro dita fuori dalla riga, ad avversaria battuta. Da quel giorno avventurato, che l'aveva ammessa tra le prime 50, Romina aveva accumulato, più che risultati, infortuni, perdendo di fatto quasi tutto il 2007 per infortunio, e ritornando, tra un acciacco e l'altro, aiutata anche dal fratello coach, Romeo. Anche quest'anno, dopo un sereno avvio peraltro costellato di eliminazioni in primo turno, Romina aveva perduto marzo e aprile per un infortunio al ginocchio destro. Rientrata a Roma, aveva offerto conferma del suo agio nella città che le ha offerto il diminutivo battendo la N.14, Kanepi, ma fermandosi lì. E anche al Roland Garros non era andato oltre l'avvio. Ora, questa vittoria le servirà per migliorare la classifica, che la vedeva al n.82. E le auguro che la vittoria su Mamma Killer non rimanga un episodio isolato, o addirittura fortunato. Animatrice a Sharm La gioia di Romina Oprandi nel match con la Clijsters (in basso). 25 anni, alta 1,65, gioca con un cappellino da ciclista, ha vari tatuaggi e piercing. Nel periodo del suo momentaneo ritiro ha fatto l'animatrice a Sharm El Sheikh

Impresa Oprandi, batte la Cljisters

Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 15.06.2011

Un miracolo. A volte, basta una parola per dipingere la realtà. Sull'erba di Rosmalen, la numero 82 del mondo Romina Oprandi batte la numero due Kim Clijsters e non trova espressione più calzante per descrivere l'impresa. Palle corte Quest'anno, era già successo alla Permetta di prendersi lo scalpo dell'allora seconda giocatrice al mondo (Zvonareva a Sydney in gennaio), ma che l'italo-svizzera, tre sole vittorie sul circuito Wta quest'anno, potesse travolgere la regina degli Australian Open, pareva fuori logica: «E' un gran giorno, il più bello della mia vita». Il più esaltante successo della carriera di Romina matura con intelligenza, sfruttando, va detto con onestà, il momento non proprio felice di Kim, alle prese con una caviglia destra ancora in disordine: «In allenamento mi muovevo bene, colpivo bene la palla, ma in partita tutto è cambiato». Contro un'avversaria menomata negli spostamenti e in ogni caso capace di arrivare a due punti dal primo set sul 5-4, l'azzurra ha usato molto e giustamente la palla corta, anche se la differenza l'ha fatta il servizio, con due ace nel tiebreak che hanno spaccato in due la partita, perché nel secondo set la Clijsters, che ora torna in patria a curarsi ed è incerta per Wimbledon, ha alzato subito bandiera bianca. Leonessa Su altri prati, quelli inglesi di Eastbourne, esordio molto convincente per la leonessa Schiavone, che nel tie-break del primo annulla di carattere e talento tre set point e poi si invola contro la Kanepi, numero 17 del mondo che l'anno scorso raggiunse i quarti tanto a Wimbledon quanto agli Us Open. Insomma, dopo qualche giorno di riposo post-parigino, Francesca inizia alla grande il cammino sull'erba. Applausi Nella cittadina del Sussex che è tra le più esclusive mete di vacanza del Regno Unito, ieri è riapparsa dopo un anno, una misteriosa ferita a un piede e un'ancor più misteriosa embolia polmonare, Sua Maestà Serena Williams. Contro la Pironkova, semifinalista a Wimbledon 2010, primi 28 minuti da incubo, ferma sulle gambe e incapace di dare forza ai colpi. Poi la resurrezione e la richiesta di applausi al pubblico: «Sostenetemi, ne ho bisogno». Ora trova la Zvonareva, che batté in finale a Wimbledon l'anno scorso prima del lungo stop: «Vivo alla giornata, spero di tornare in forma per la seconda settimana a Londra». Intanto, ha organizzato per Wimbledon un karaoke cui hanno già aderito decine di colleghi. Bentornata, showgirl.

Serena «Arrugginita ma felice»

Gabriele Marcotti, il corriere dello sport del 15.06.2011

Stanca ma felice. Un po' arrugginita, ancora lontana - anzi lontanissima - dalla sua forma migliore. Ma già competitiva, superiore alle attese di chi, lei per prima, temeva un rodaggio più lungo e faticoso. Certo, Serena Williams avrà bisogno di più match, più tempo per tornare ad essere la dominatrice del tennis femminile. Ma l'inizio è incoraggiante, soprattutto per lei. Wimbledon però è alle porte, tra meno di una settimana si apriranno i cancelli dell'Ali England Club dove la più giovane delle Williams sisters ha già trionfato quattro volte. L'ultima lo scorso anno battendo in finale Vera Zvonareva. Proprio in quello che è stato il suo ultimo incontro prima di ieri, quando a Eastbourne ha battuto in tre set la bulgara Tsvetana Pironkova (1-6 6-3 6-4). Uno stop forzato di quasi 12 mesi per una serie di incredibili e pericolose vicissitudini. Perché pochi giorni dopo aver vinto il 13 Slam in carriera si era infortunata a un piede in un ristorante di Monaco di Baviera. Un taglio profóndo, inizialmente trascurato che non le aveva impedito di prendere parte a un'esibizione a Bruxelles contro Kim Clijsters. Una leggerezza che le è costata prima due operazioni chirurgiche, poi addirittura «Non voglio mettermi pressione: non so se sarò al meglio per Londra». Dove forse sarà tra le prime dieci un'embolia polmonare, accusata nei primi giorni di marzo. Un grande spavento ma anche una lezione di vita, che - giura l'interessata - l'ha aiutata a maturare, calibrando nuove priorità. Quelle che oggi la portano a dire di essere felice anche solo di ritornare in campo, poter giocare, comparire in tabellone. Gli stessi concetti che ha espresso al termine del match contro la Pironkova. L'onestà di chi sa di dover ancora ritrovare il ritmo perduto, ma anche la soddisfazione per esserci di nuovo. Proprio come la sorella Venus, protagonista 24 ore prima di un analogo ritorno. «Mi sento un po' arrugginita, ma mi sono proprio divertita a giocare, soprattutto è stato bello farlo sull'erba», le parole della nuova Serena, un po' sovrappeso ma capace di chiudere in crescendo in match iniziato in salita (5.0 per la bulgara). Una prima mezz'ora frastornante, e zeppa di errori non forzati da parte della statunitense, e poi faticosamente la sua ritrovata autorevolezza. Senza fluidità né continuità, un fio-co ancora a sprazzi, ma sufficiente per imporsi nella terza frazione affidandosi soprattutto al servizio. «"Oh, mio Dio!", avevo pensato quando avevo scoperto che come avversaria avrei avuto la giocatrice che l'anno scorso aveva eliminato Venus a Wimbledon. Ovviamente non ho giocato il mio miglior tennis ma non voglio mettermi pressione - ha spiegato Serena, scivolata al numero 26 del ranking mondiale - Vivo alla giornata e penso giorno per giorno. Spero che gli spettatori si siano divertiti e siano contenti del mio ritorno. Vedere così tanta gente qui mi ha fatto sentire bene. Ne ho bisogno, sono davvero felice di essere tornata». Nel prossimo turno la attende proprio la Zvonareva, che con un doppio 6-3 si è imposta sulla giovane britannica Heather Watson. Serena in questo momento paga il dazio della lunga inattività. Ma il suo obiettivo non è certo Eastbourne, ma i Championships. Ormai alle porte. «Non so se mi basterà una settimana per raggiungere la mia miglior forma, ma ci spero. Non è facile tornare a giocare dopo un così lungo stop, ma ora sento di essermi liberata di un peso. Il peggio è ormai alle mie spalle, tutto quello che mi attende è una gioia», filosofeggia Serena. Che ha Wimbledon potrà contare su un trattamento di favore da parte degli organizzatori. I "rumors" da Londra anticipano che le verrà assegnata una testa di serie tra le Top 10. Lei spera di trovare la sua miglior forma entro la seconda settimana. Ma prima dovrà arrivarci. E ogni aiuto (sicuramente meritato) sarà ben gradito.
 

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