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18/06/2011 00:02 CEST - WIMBLEDON

Caro Novak, se proprio devi…

TENNIS - Come già e ancor più che a Parigi potrebbe realizzarsi la singolare circostanza in cui Novak Djokovic diventerà numero 1 del mondo pur perdendo in finale dal giocatore che scavalcherebbe, e che deterrebbe 3 Slam su 4. Forse i punti andrebbero assegnati in maniera più realistica e rispettosa della tradizione. Roberto Paterlini

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Credo sia un piacere comune a tutti gli appassionati del nostro sport - alla vigilia di uno Slam, appena effettuato il sorteggio - quello di stampare una copia del tabellone e studiarlo, cercando di prevedere addirittura i risultati combinati di 7 turni per capire chi vincerà. Tale operazione non ha nessuna attendibilità, ovviamente, anche perché a vincere è sempre, irrimediabilmente, evidentemente e logicamente proprio il giocatore preferito di chiunque si diletti in tale impossibile serie di pronostici; ma non di meno ci si possono spendere delle ore piacevoli, regalando a tutti la sensazione di essere dei veri esperti.

Penso che gli dei del sorteggio quest’oggi siano stati equi. So che non tutti condivideranno la mia idea, ma sono profondamente convinto sia giusto che i vincitori delle ultime 8 edizioni di un qualsiasi torneo, e in particolare di Wimbledon, si ritrovino ai lati opposti del tabellone, imponendo a chi vorrà inserirsi nel loro ristretto circolo di doverli battere presumibilmente entrambi per sollevare quella che è ancora la coppa più ambita del tennis.

Mentre pensavo a questo articolo, prima che il sorteggio venisse effettuato, immaginavo con fastidio l’eventualità di una semifinale tra Djokovic e Murray (e ancor di più a quella tra Federer e Nadal) con il serbo che naturalmente vinceva ed era certo di diventare numero 1 del ranking anche perdendo la finale. Se questo fosse poi davvero accaduto, e magari proprio contro il giocatore cui avrebbe strappato il primo posto, Nadal, si sarebbe realizzato l’assurdità – credo senza precedenti – che il vincitore di 5 degli ultimi 6 Slam e detentore di 3 si sarebbe trovato dietro in classifica a quello che ne aveva vinto “solo” uno.

In realtà tutto questo potrebbe ancora accadere, anche se dopo la straordinaria partita di Parigi immagino che in pochi oserebbero/oseranno scommettere su Djokovic quando si ritroverà davanti Federer in semifinale. Tuttavia, come è possibile che questo anche solo potenzialmente possa avvenire? La risposta è abbastanza semplice, almeno quanto l’attuale sistema di classifica, ma tenendo ben presente una delle massime più famose del maestro Tommasi: “Il computer sa far di conto, ma non capisce niente di tennis.

I 42 successi consecutivi di Novak Djokovic da inizio anno giustificherebbero/giustificheranno a pieno il suo primo posto in classifica - lo status del serbo non si discute, soprattutto a confronto di altri inferiori a lui eppure già numeri 1 nel passato - ma a mio parere non faranno altro che accentuare e sottolineare la differenza tra i tornei del Grande Slam e tutti gli altri, nonostante gli sforzi dell’ATP nel far sembrare proprio il contrario.

Come ben sappiamo un torneo del Grande Slam assegna 2000 punti al vincitore, mentre i tornei minori di maggiore importanza, i Master 1000, ne assegnano tanti quanto indica il loro nome. Tuttavia, per vincere un Major servono 7 partite al meglio dei 5 set – quindi da un minimo di 21 a un massimo di 35 – mentre per i Masters ne bastano 5 (o 6, ma solo per Miami e Indian Wells) e sulla breve distanza – quindi da un minimo di 10 set a un massimo di 15. Se questo non bastasse – ed effettivamente non basta – chiediamoci: quanti giocatori metterebbero sullo stesso piano – e sotto qualsiasi punto di vista, economico, storico, d’immagine, eccetera - la vittoria in 2 Masters a quella in uno Slam?

Credo, anzi spero, che nessun numero di Master 1000 equivalga ad uno Slam, nemmeno 10, nemmeno 100. Dirò di più, consapevole di dire qualcosa di ovvio per qualsiasi appassionato: gli Slam sono talmente più importanti di qualsiasi altra cosa nel mondo del Tennis che sono molto più importanti anche di essere o diventare n°1, e sia Nadal che Djokovic, potendo scegliere, preferirebbero vincere Wimbledon che occupare il primo posto, e senza pensarci su più di qualche secondo. A tal proposito, mi viene in mente quando a Serena Williams venne chiesto, dopo la sua vittoria ai Championsips nel 2009, cosa ne pensasse del fatto che Dinara Safina (che aveva raccolto la miseria di un game contro Venus in semifinale) le stesse davanti in classifica, e lei rispose: “Bè, è giusto così, lei ha vinto a Madrid e Roma,” e tutti i giornalisti in sala stampa si misero a ridere. D’altra parte è quanto si è sempre sostenuto di fronte ai primi posti di Jankovic e ora Wozniacki, perdonando in parte solo a Rios di non aver mai vinto uno Slam eppure di aver occupato il primo posto, di fronte al suo straordinario talento e agli infortuni che ne hanno troncato speranze e carriera.

Il caso di Novak sarebbe diverso, e nessuno potrebbe contestare in senso assoluto la sua caratura da numero 1, con due titoli in Australia già in bacheca, ma credo che sarebbe poco giusto, per quanto corretto - quante sono le situazioni in cui la legalità e la giustizia non si incontrano? - se avvenisse nonostante una sconfitta del serbo in finale (specie contro Nadal), oppure a causa di una prematura eliminazione dell’attuale numero 1. Una vittoria del serbo, invece, porterebbe Nadal e Djokovic a detenere entrambi 2 grandi tornei negli ultimi 12 mesi, e a quel punto i Master 1000 vinti in impressionante sequenza da Djokovic tra l'inverno e la primavera giustificherebbero a pieno il suo primo posto. D'altra parte, ricordiamoci che quando lo stesso Nadal volle superare Federer in classifica per la prima volta nel 2008 lo dovette sconfiggere sui verdi prati e superarlo negli Slam detenuti (e tuttavia fu costretto ad attendere ancora qualche mese prima di sedersi sulla poltrona di novello numero 1).

La responsabilità di tutto questo, ridondante dirlo, non è né sarebbe certo di Djokovic - così come non lo è mai stata di Safina, Jankovic e Wozniacki, anche se sono state tutte trattate come se nel loro caso essere numero 1 fosse una specie di colpa - e anzi spiacerebbe se il suo raggiungimento di un traguardo tanto importante fosse inficiato dall’evidenza di fatti tanto evidenti. Il difetto sta nell’assegnazione dei punti, poco rispettosa - non credo ignara - della tradizione tennistica e dell’assoluta superiorità dei tornei del Grande Slam rispetto a qualsiasi altro evento. Certo, è comprensibile la volontà dell’ATP (idem valga per la WTA) di avere eventi propri che catturino l’interesse nei mesi senza Slam; ovvio che, sia pure ingiustamente, sia necessario in qualche modo mettere in paragone questi eventi con gli Slam… ma ridicolo voler far credere che il rapporto di forze sia di 1 a 2: se uno dei Masters vale 1000 punti, a mio parere uno Slam ne dovrebbe valere almeno 3000.

Insomma, per mantenere la credibilità del sistema, siamo nelle mani di Djokovic.

Caro Novak, se devi diventare n°1, per favore, vedi di vincere il torneo!

 

 

Roberto Paterlini

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