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25/06/2011 01:11 CEST - Wimbledon

Bolelli, si è spenta la luce

TENNIS - Un Bolelli poco reattivo, decisamente mogio, cede nettamente 6-3 6-2 6-4 a Richard Gasquet. Ha sofferto soprattutto al servizio, con cui ha raccolto un punto su due. Nella parte centrale del match ha subito quattro break di fila raccogliendo appena sei punti. "Per fare la volèe deve violentarsi" dice coach Furlan. Ora per il francese Murray o Ljubicic. da Wimbledon, Alessandro Mastroluca

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Bolelli ha giocato a non perdere. E ha perso. Gasquet ha giocato per vincere. E ha vinto, con merito. Un 6-3 6-2 6-4 che testimonia un dominio netto, nel gioco e nel punteggio.

“Cercavo di pensare a non sbagliare”, ha spiegato Bolelli, “molti scambi li ho persi con qualche errore di troppo, fargli fare qualcosa senza sbagliare”.

Ma non è andato lontano. Perché qualcosa Gasquet l’ha fatta, e l’ha fatta decisamente bene. Ha servito con continuità, ha concesso solo quattro palle break nel match e tre le ha annullate con ace o servizi vincenti. Ha messo in campo il 71% di prime raccogliendo il 78% di punti (e il 58% con la seconda). Simone ha servito col 60% ma ha fatto poco più di un punto su due. Gasquet ha chiuso con 35 vincenti (a 25) e 18 errori (a 35): numeri che raccontano al meglio la storia del match.

Bolelli ha sofferto dall’inizio, ha tenuto il servizio in un primo game durato 12 punti e l’ha perso nel sesto: Gasquet è entrato con l’accelerazione di rovescio e da lì non ha più smesso di fare corsa in testa.

Su un campo 14 affollato fino all’inverosimile, con gli spettatori che riempivano tutti gli spazi vuoti, anche in piedi, costringendo gli steward a un supplemento di controlli (qualcuno anche eccessivo, rivolto a chi, avendo comunque il suo posto a sedere nella più alta delle tre file di seggiolini disponibili decideva di alzarsi e appoggiarsi alla balaustra esterna del campo), Bolelli non riesce mai ad accendersi.

“Mi esalto se faccio il punto”, ha spiegato, “se vedo che posso essere in lotta, che posso restare attaccato alla partita. Nel secondo fossi andato magari 4 pari mi sarei caricato di più”. E invece si è visto un Bolelli mogio, sfiduciato, “safinesco”. E gli incoraggiamenti, peraltro sempre più timidi, di Furlan, non hanno sortito certo gli effetti sperati. Dal terzo game del secondo set, l’azzurro perde quattro volte di fila il servizio, raccogliendo la miseria di sei punti. Ne recupera uno, nel sesto gioco del secondo set, chiuso con un’accelerazione di dritto lungolinea da sinistra che avremmo tanto voluto vedere più spesso.

“Sono deluso”, ha ammesso Bolelli, “potevo fare qualcosa di più. Lui mi giocava alto sul rovescio, cercava di tenermi lontano, poi ho servito male. Comunque potevo andare un po' più avanti, accorciare lo scambio qualche volta”. Ma, come ha ammesso anche Furlan a bordo campo, questo è un aspetto del suo gioco sul quale c’è molto da lavorare: “per fare le volée” ha commentato “Simone deve violentarsi”. Il terzo set, a parte qualche decisione discutibile del giudice di linea che sorveglia la linea di fondo nella metà campo a destra della sedia dell’arbitro, procede con un monologo francese dopo il break nel terzo gioco. Chi spera in un Bolelli in versione Murray 2008 si illude solo qualche secondo, quando Simone forza Gasquet a sbagliare un rovescio sul primo match point. Ma al secondo il francese costruisce bene e accelera meglio.

Alessandro Mastroluca

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