28/06/2011 12:57 CEST - Wimbledon
Quando Dante incontra Federer
TENNIS - Che cosa succederebbe se il Sommo Poeta, accompagnato da Virgilio, incrociasse nell'aldilà "Ruggero de' Federeri, che vinse ogni torneo in ogni cittade"? Un componimento in terzine ed endecasillabi tutto da gustare, inviatoci come commento dal lettore-poeta "Bel Tennis". Gli diamo dignità di articolo, sperando di fare cosa gradita.
E quindi uscimmo a riveder le stelle
Ma un sordo suono poscia ci distrasse
Venia da manca parte, in fronde belle
Ove parea che a tennis si giocasse
Regal figura, cinta in alba veste
Con gesti nobili un colpo dritto trasse
Parea vincesse; non si esibiva in feste
Persona certo di gran tristizia invasa
Speranze di vittoria tenea pur deste
Ma l'alma sua così parea pervasa
Che, voi direste, un'espiazion dovea
Mestizia pure in noi l'alma travasa
Virgilio disse, con voce faringea
Lo riconosci, o Dante, lo tennista?
Gloria, denaro et fama in vita avea
Odi? Ti parla, pronuncia, alma trista
La storia sua, quasi ei fosse in trance
Che gioca sempre fiero all'altrui vista
In esto campo, d'Inferno depandance
Ed elli a me: d'Elvezia fui già figlio
Feci di tennis assai le performance
16 Slam et anco Master piglio
Ruggero è il mio nom, de' Federeri
Inclito aspetto, grave il suo cipiglio
Racconta, tu, a me che son Alighieri
Ragion di tua tal magna prostrazione
Diss'io. Et ei: mi sembra proprio ieri
Sempre vincea. Ed ogni prestazione
Per classe pura lo pubblico esaltava
Ma qui sto adesso, subisco l'espiazione
Chè troppi ne li campi io mancava
Di match punti e pure di break palle
Satàn meschino, contra me tramava
Per quanto tante volte vinsi ad Halle
Un dèmone indicò per tormentare
Me in buia esta sì lacrimosa valle
Ispanico demòn mi fa innalzare
La man rovescia per colpire a manca
Lo toppo suo al cielo fa involare
La palla. Giammai la gioco all'anca
In altezza, che questa è la mia dote
Rovescio mio in tale modo arranca
Pianse: “Vuolsi così colà dove si puote”.
Lo dèmone l'arroto suo mai sospende
Sembianze di ispanico ed orrido nipote
Di pedator zio Toni me stanca e stende
A lo mancar d'ennesima giocata
Che pubblico ammira e in sé propende
“Vuoi che prenda pur sì tal mazzata”?
Frustata liquida e, per solito, vincente
Non sfondo. E allor tento smorzata
Ma lo demòn la piglia, come niente
Sì che talmente son partite al vento
Che perdo in esta val dolente
Che contentezza e gioa son un momento
Ei poco dura; sconfitta sempre accade
Talmente a me ferale fue elvetico tormento
Che vinse ogni torneo in ogni cittade
Lagrime scorsero da le mie guance al mento
Quindi caddi, come corpo morto cade.
"Dare consigli a Na Li perchè ha alle spalle il peso di un'intera nazione? Veramente lei ha vinto uno Slam, quindi sono io che dovrei chiedere consigli a lei"
Andy Murray
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