29/06/2011 22:40 CEST - Wimbledon

Murray di routine su Deliciano

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L’affetto contro l’estetica, gli occhi contro il cuore. Murray-Lopez è soprattutto la partita di mamma Judy, che ha coniato il nick Deliciano, che scambia messaggi di ammirazione su Twitter con Andrea Petkovic, compagna di doppio dello spagnolo dagli occhi blu.

“Credo che Lopez fosse un po’ stanco, soprattutto verso la fine del terzo set” ha detto Murray, dopo il 6-3 6-4 6-4 che lo porta alla terza semifinale consecutiva ai Championships. “Sto giocando bene, chiaramente devi spingere di più con l’avvicinarsi degli ultimi turni”.

Murray, che si è allenato con Nestor, doppista mancino canadese, riesce a neutralizzare abbastanza bene l’arma principale di Lopez: il servizio. Lo spagnolo, che ha servito 100 ace, più di tutti, nel suo cammino fino ai quarti di finale, cerca di mantenere un basso angolo di rimbalzo, soprattutto quando serve da sinistra, sia nelle traiettorie centrali che nelle soluzioni a uscire.

Ma lo scozzese, che ha un record di 33 vittorie e 14 sconfitte contro avversari mancini risponde bene e strappa un break decisivo nel sesto gioco del primo set: un gioco lunghissimo, in cui viene invocato due volte il Falco, in cui Murray perde uno scambio da applausi a rete ma alla fine è Lopez il primo a cedere.

Lo scozzese continua a insistere sul rovescio di Lopez, a stringerlo nell’angolo e a costringerlo in difesa sulla diagonale destra. Nei turni di risposta Deliciano non trova vie d’uscita e Murray può chiudere al secondo set point.

Una risposta incrociata di rovescio vale a Murray la palla del secondo break, che converte allungando sul 3-2 nel secondo set. Gli basta per allungare ancora: un ace e un errore di dritto dello spagnolo producono il 6-4 che tengono Murray in saldo controllo del match.

Lo scozzese ieri ha incontrato David Haye, oltre al golfista McIlroy. Probabilmente l’insegnamento principale che ha ricavato dall’amicizia con il peso massimo è che non esiste il fato. “I pugili non credono nella fortuna: non esiste la fortuna nello sport”.

E Murray ha messo da parte l’amicizia con Lopez, tornato ad essere semplicemente un avversario da battere sulla strada che porta a un traguardo atteso da tutta una nazione dal 1936. E anche Judy ha messo da parte l’estetica: anche in Scozia, come è naturale, per le mamme i figli vengono prima di tutto. E l’esultanza con cui ha accolto il dritto che ha stampato il punto esclamativo sul break che ha lanciato Murray sul 3-2 (poi diventato facilmente 4-2) nel terzo set non ha bisogno di troppi commenti ulteriori.

Ma, fortuna o no, nell’ottavo game Lopez si procura le prime due palle break del match. E non c’entra la scivolata di Andy, che si tocca l’anca ma non chiede l’intervento del trainer.
“Cambi direzione, a volte ti rimane il piede sull’erba, qualche volta succede. Non è niente di grave” ha commentato a caldo dopo il match.

Sulla prima Murray si salva grazie all’Hawk-Eye (ferma un punto, chiede la verifica del segno e ha ragione), sulla seconda lo spagnolo gioca una risposta di rovescio in chop per prendere subito la rete che esce di almeno un metro.

È la resa del bel Feliciano. Lopez oggi è stato sempre spalla, mai protagonista, comprimario di uno spettacolo scritto per qualcun altro.

Alessandro Mastroluca