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30/06/2011 21:31 CEST - WIMBLEDON

Federer non è più lui, però...

TENNIS - Roger stesso ha fatto capire che i suoi anni migliori sono passati. "Quando perdevo quattro match l'anno e non facevo arrivare i miei avversari al quinto set". La risposta, solo apparentemente presuntuosa, alla mia domanda sul suo modesto record al quinto set. In 13 hanno fatto meglio di lui. E alcuni, come Nadal, molto meglio di lui. Una diversa forza mentale? Da Londra, Ubaldo Scanagatta

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Dall'inviato Ubaldo Scanagatta

WIMBLEDON _ Pete Sampras sarà stato contento? L’anno scorso le chances di Roger Federer di conquistare il settimo Wimbledon ed eguagliare il record di Sweet Pete furono stoppate, sempre nei quarti, da Tomas Berdych e quest’anno da Jo Wilfried Tsonga. Merito di Berdych e Tsonga o demeriti di Federer? Non è mai facile dirlo. Forse direi che c’è stata più compartecipazione fra meriti dell’uno e demeriti dell’altro un anno fa che non oggi. Contro Berdych onestamente Federer mi parve appannato, negli ultimi due set non giocò come sapeva. Le opportunità per opporsi a Berdych c’erano state. Anche Berdych serviva bene, ma non come Tsonga oggi.

Contro il Tsonga odierno, capace di servire a quel modo dopo l’unico break subito nel secondo game dell’incontro, Federer è sembrato impotente, ma penso che lo sarebbero stati tutti al suo posto. Insomma, non riesco a fargliene una colpa. Si dirà: ma il miglior Federer, quello che dominava il tennis nel 2006 e nel 2007 (tre Slam all’anno, una dozzina di sconfitte in un biennio) non sarebbe riuscito a conquistarsi almeno uno straccio di pallabreak nell’arco di 3 ore dopo il break che gli aveva dato il 2-0? Probabilmente sì, ma si sa anche che un conto è conquistarsi una palla break ed un altro riuscire subito a trasformarla. Tsonga, che come ho appena detto ha forse giocato il miglior incontro della sua vita (soprattutto come continuità), ne ha trasformate 3 ma ne ha avute 9, non soltanto una, due o tre.

Nessuno può dare risposte che non possano essere contraddette. Tsonga non aveva giocato mai meglio di così, e se lo dice lui bisognerà pur credergli. Certo era al settimo cielo e ho capito il suo stato d’animo quando ha detto: “Per me battere Federer a Wimbledon, il giardino nel quale lui è sempre stato il re, ha un valore identico a battere Nadal al Roland Garros”. E rispondendo ad un collega francese che gli ha poi chiesto se questa vittoria fosse equiparabile a quella ottenuta a spese di Nadal all’Australian Open Jo Wilfried ha detto: “No, proprio no. Quella venne senza suspence, filò via senza troppe emozioni, sul cemento… qui ero indietro due set a zero…e ho rimontato. Se sono stupito dell’impresa che ho compiuto? Sì, lo sono eccome…” ha concluso con grande onestà Jo Wilfried con un sorriso a 32 denti e fino alle orecchie.

Ho visto che già si sprecano i commenti (e mi ha divertito leggere i primi, quelli che avevano già recitato il de Profundis per Tsonga non appena aveva perso l’unico servizio del match) e che ora i “nadaliani” danno per finito Federer, mentre ovviamente i Federeriani si ribellano all’idea.

Il fatto che Federer abbia fatto 10 punti in più, 146 contro 136, non significa nulla, si sa. Nel tennis certi punti contano più di altri e chi fa i più importanti vince. Nihil novi sub sole. Federer che fa 11 soli errori gratuiti (anche se sappiamo bene che questa statistica risente della soggettività dei compilatori) dà ragione a Federer quando lo svizzero dice: “Ho giocato bene, lui ha giocato un match stupefacente, non mi ha dato abbastanza chances…qualche volta ci sono andato vicino, ma non abbastanza”.

Tre dei quattro grandi favoriti ce l’hanno fatta a centrare il traguardo delle semifinali, l’unico che non c’è riuscito è stato Roger Federer, ed è per questo che dedico più spazio a lui che agli altri, anche se _ ad esempio _ io avevo scelto di vedere Djokovic-Tomic all’inizio perché ero curioso di vedere come se la cavava il ragazzino australiano, il più giovane dai tempi di Boris Becker a raggiungere i quarti. Ebbene, prima di tornare a parlare di Federer, Tomic mi è piaciuto moltissimo. Molto più di quanto mi aspettassi perché un conto è battere un Davydenko in fase calante, un Soderling in condizione incerta, un Malisse sempre incostante, e un altro conto è trovarsi davanti chi non ha perso che un match in tutto l’anno e colui che ogni tanto ti fa…l’onore di palleggiare con te. Djoko non ha giocato un match inappuntabile, anzi, però dopo aver vinto il primo set si è trovato sotto 1-3 nel terzo dopo perso il secondo. Insomma il ragazzino di genitori bosniaci mi è piaciuto: gioca con una fluidità impressionante, fa tutto senza sforzo, e ha tutti i colpi, almeno due rovesci, se non tre, ha un dritto che prende velocità quando meno te lo aspetti e fa male. In più serve pure bene. Mi ha ricordato tanto Mecir, con quelle accelerazioni improvvise, quei cambi di ritmo, ma rispetto allo slovacco Tomic serve molto meglio. Il suo punto debole è lo spostamento: spesso si trova con la palla addosso e sbaglia di un metro colpi non impossibili. Però quando impatta bene la palla, bella piatta, questa esce con una velocità davvero spaventosa. Perfino lo slice di rovescio fila che è un piacere. Non credo che sarà facile per lui diventare un giocatore da terra battuta, ma secondo me sull’erba dall’anno prossimo in poi sarà un bruttissimo pesce per tutti. Tutto ciò dico anche se non c’è dubbio che Djokovic nel corso del match si è un po’ distratto, ha regalato un game di servizio con due doppi falli, e anche all’inizio del terzo set pareva che non ci fosse con la testa. Lui ha detto che non stava troppo bene…Certo è che a Djokovic capita un po’ troppo spesso di non stare bene quando arriva alle fasi finali di uno Slam. Che sia un eccesso di emotività?

Liquidando in due battute il match vinto agevolmente da Murray su Lopez, cui la gran risposta di Andy ha prevedibilmente spuntato l’arma del servizio, va ricordato in prospettiva relativamente alla semifinale Nadal-Murray che un anno fa lo scozzese ebbe un setpoint nel secondo set e fu avanti di un break nel terzo. Perse tre set a zero, ma io ho l’impressione che il Murray di quest’anno sia un tantino più forte d’un anno fa, e Nadal forse un “pelin” (come dice lui sempre…) meno forte. Quindi il match potrebbe avere un esito diverso. Non ho detto necessariamente un vincitore diverso, ma se non fosse un match ancora più combattuto sarei molto sorpreso. Mentre non sarei per nulla sorpreso se a vincere fosse Murray. Ciò anche se Andy ha risposto ad una mia precisa domanda “Preferirei affrontare Nadal sul cemento piuttosto che sull’erba..” dopo che Nadal aveva detto ai colleghi spagnoli: “Con due vittorie a Wimbledon, due finali e questa che è la quinta semifinale credo di poter dire che l’erba è la mia seconda superficie prediletta dopo la terra rossa”.

Contro Fish Nadal ha perso un set ma non ha sofferto. Nemmeno al piede, che lui dice di avere anestetizzato (addormentato per l’esattezza). “Dopo Wimbledon starò fermo per un mese e più, qui vale la pena rischiare…il dolore non mi sembra aumentato, non sono troppo preoccupato”. Certo a vedere da come corre non mi pare si possa dire che ne risente. Ma, al contrario di molti lettori di questo sito, io al Nadal attore, che finge mali inesistenti, non credo. Lo scrivo sapendo che mi attirerò ogni genere di contumelie. Ma è quello che penso. E quello che evidentemente pensano i giocatori che gli hanno attribuito il premio Fair-Play. E se chiedeste a Roger se non la pensa come me sono certo che vi direbbe quello che…i federeriani non vorrebbero sentire.

Tornando a Federer vorrei dire che se non si può fargli una colpa per non esser riuscito più a strappare la battuta a un incontenibile Tsonga, però forse il Federer d’annata non avrebbe offerto 9 palle break al francese. Semmai c’è un altro aspetto che credo sia giusto sottolineare parlando di Federer: il suo record assai modesto al quinto set. Un giocatore come lui, che gioca un tennis senza sforzo e che fa correre gli altri più di quanto gli altri facciano correre lui, dovrebbe arrivare al quinto set più fresco fisicamente e anche mentalmente. Invece, lì il dubbio si insinua grazie alle statistiche che mi ha fornito il solito eccellente Stefano Rosato. Infatti Federer ha giocato con oggi 29 volte il quinto set e ha vinto soltanto in 16 occasioni, perdendo in 13, che sono tante. In pratica ha una percentuale di vittorie al quinto e decisivo set poco sopra al 50 per cento. Poco per un campione come lui. Ve la propongo qui sotto.

1. Nadal: w-l 15-3, pct 0,833
2. Borg: 23-6, pct 0,793
3. Laver: 18-5, pct 0,783
4. Djokovic: 10-4, pct 0,714
5. Wilander: 22-9, pct 0,710
6. Sampras: 32-14, pct 0,696
7. Mcenroe: 21-10, pct 0,677
8. Lendl: 33-19, pct 0,635
9. Becker: 26-15, pct 0,634
10. Rosewall: 13-8, pct 0,619
11. Connors: 25-16, pct 0,610
12. Agassi: 25-20, pct 0,556
13. Vilas: 25-20, pct 0,556

14. Federer: 16-13 pct 0.552

Insomma qualcosa di strano c’è. E l’ho anche fatto presente, come ultima domanda della conferenza stampa, a Roger stesso:

Domanda: I tuoi records parlano da soli, ma nel quinto set c’è qualcosa di strano. Hai giocato 29 match e persi 13. Ne hai vinti un po’ più del 50 per cento. Come lo spieghi? Un giocatore come te, con un tennis che non fa fatica, dovrebbe vincere più Cinque set degli altri. Come spieghi che il tuo record non sia migliore?

ROGER FEDERER: "Perchè quando perdevo solo quattro match all’anno non arrivavo neppure al quinto set. Avrei potuto far record migliori se ci fossi arrivati e fossi stato sotto due set a unbo in ogni incontro e poi vinto in cinque perché ero così più forte degli altri. Questi record non mi suonano giusti. E’ stato uno sforzo fisico oggi? No, non credo. E’ stata semmai una battaglia di servizi. Uno o due pugni. Certo si paga lo sforzo anche, cos’è stato un match di 3 ore e un quarto? Non credo che I record sui cinque set siano così significativi, ad essere onesto. Ma sì, possono mostrare qualcosa. Non credo che Jo abbia un record straordinario al quinto set…ma com’è che ha giocato così bene? Tutto sta a come la vedi…”

Questa la versione originale

Q. Your record speaks for yourself, but in the fifth set there is something strange. You played 29 matches and you won 16 and you lost 13 today. Just a little bit more than 50%. How do you explain it? A player like you, you're effortless, so you should win more in the fifth set than the others. How do you explain the record is not that great?

ROGER FEDERER: Because when I was probably losing four matches a year I wasn't even in fifth sets. I could have done nicely for my records probably and gone down two sets to one in every match and probably still would have won in five because I was so much better than everybody else. These records to me don't really sound so right. Was it a physical effort today? I don't really think so. It was more just a serving contest. Good 1‑2 punches. Sure, it takes its toll. What was it, 3 hours 15 match? We can do it in our sleep, to be honest. I don't think five‑set records come into play so much. But, sure, it can show a few things. I don't think Jo has a particularly good five‑set record. How come he played so well today? I don't know. It's all a matter of how you look at it, so...

Vi dirò che la risposta di Federer sottolinea però un fatto: e cioè che Roger è consapevole di non essere più quello che dominava il tennis. Potrà apparire presuntuoso per il passato, ma in realtà è obiettivo. E sicuro del fatto suo. Così come oggi è semplice onestà intellettuale riconoscere che quando si finisce spesso al quinto set e spesso si perde vuol dire che non si è più quelli di un tempo. Non è finito, recitare il De Profundis è assolutamente fuoriluogo (Nadal: "Sono sorpreso perchè secondo me Roger stava giocando qui meglio di tutti noi...ma non ho visto che i primi due set con Tsonga quindi non posso dire di più.."), ma se ad accennare ad un suo possibile declino rispetto ai tempi migliori è lo stesso Roger (contemporaneamente ai progressi degli altri) bisogna correttamente prenderne atto. Senza gridare allo scandalo, senza arrivare a pensare che n on potrà vincere più uno Slam. Potrà, potrà, ma sarà sempre più difficile.

Ubaldo Scanagatta

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