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01/07/2011 15:30 CEST - Wimbledon

La festa di Maria sette anni dopo

TENNIS - La Sharapova torna in finale a Wimbledon dopo sette anni. Batte Sabine Lisicki 6-4 6-3 nonostante 13 doppi falli e continua il suo percorso netto: nelle sei partite disputate finora non ha mai ceduto un set perdendo appena 33 game. Lisicki incapace di controllare le emozioni e la tensione. da Wimbledon, Alessandro Mastroluca

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Il sogno di Maria. La ragazzina del 2004 è diventata grande, a soli 24 anni è già la “old woman” del quartetto di semifinaliste. La partita, non proprio memorabile, vive il suo momento migliore a metà del secondo set. La Lisicki, dopo un inizio incoraggiante paga la pressione e non riesce a gestire le emozioni della prima semifinale Slam in carriera. Non è abituata a questi match, e si vede: basti pensare che in carriera ha guadagnato meno di quanto ciascuna delle altre tre semifinaliste abbiano raccolto in montepremi nel solo 2011.

Maria, nonostante i 13 doppi falli, si tiene su a suon di traccianti di dritto che mandano l’avversaria fuori giri e fuori ritmo fino al 6-4 6-3 finale.

“E’ molto bello tornare in finale qui” ha detto Maria a caldo. “Sabine ha giocato bene, mi ha costretto a restare sempre concentrata al massimo per arrivare alla vittoria. E’ un buon risultato, ma ho ancora altro da raggiungere in questo torneo”.

Maria conquista così la sesta vittoria su sei senza cedere un set: ha lasciato per strada appena 33 game finora.

L’avvio non è esattamente dei migliori per la russa: due doppi falli per aprire e chiudere il primo turno di servizio e Lisicki che vola 3-0 con palla del 4-0. Ma Masha controbrekka nel quinto gioco, inizia a ritrovare il dritto, letale quando lo spinge in lungolinea sul rovescio della tedesca, ma non il servizio.

Litiga troppo con la prima: spesso il lancio di palla non è ottimale, la fa scendere troppo e la traiettoria finisce a rete. E gli 11 doppi falli commessi nel match sono lì a testimoniare le difficoltà di Masha. Decisivo il secondo break del set, nel nono game. Masha spinge al limite, prende la riga per procurarsi la palla break e aggredisce al massimo con la risposta: sale 5-4 e va a servire per il set.

E’ forse il game migliore di Masha, che col dritto diventa martellante e chiude con l’ace centrale che stampa il punto esclamativo sul primo set.

Il secondo si apre con un parziale di 13 punti a 4 per la Sharapova, che infila il 3-0 pesante per la gioia di Vujacic che si spella le mani in tribuna. Parziale che avrebbe potuto essere anche più netto se la russa non fosse incappata in due doppi falli consecutivi. La Lisicki inizia a sentire la pressione, va un po’ in confusione. Tenta un paio di volte di uscire dallo scambio con troppa fretta cercando una palla corta di dritto che muore ancora prima di aver toccato la rete.

Scende qualche goccia di pioggia, la tedesca spera nell’aiuto dell’arbitro e nel tetto, che le darebbe almeno mezz’ora per riordinare le idee: ma il giudice di sedia non la supporta.

Come un fulmine a ciel sereno, grazie anche al doppio fallo della Sharapova, arriva il contro-break della tedesca: 3-1. Il vantaggio, però, dura poco. Masha allunga sullo 0-40, ma la tedesca ha coraggio e carattere per annullare le tre palle break (l’ultima con un servizio vincente): ma la russa sale ancora, infila un gran rovescio dal centro e due accelerazioni di dritto sull’angolo sinistro per andare 4-1.

Particolarmente elaborato il sesto game del secondo set. Maria salva due palle break da campionessa, prendendo l’iniziativa e la responsabilità di chiudere il punto: si salva con un dritto lungolinea e un rovescio da manuale e avvicina la finale.

Non molla, però, la tedesca, che tra orgoglio e disperazione trova un dritto in cross che vale il 15-30. Maria le dà una mano: si fa sorprendere dalla palla su una volée di rovescio “ombelicale” e finisce per regalare, con l’ennesimo doppio fallo, il break che tiene ancora in partita la Lisicki.

E’ però troppo poco, e troppo tardi, per allontanare l’inevitabile. Risponde aggressiva a una seconda un po’ tremebonda della Lisicki, che non controlla il dritto. Masha brekka a 15 e torna in finale dopo sette anni.

E’ la vittoria del carattere, ma senza il servizio dei giorni migliori potrebbe non bastarle a rialzare il Rosewater Dish.

Alessandro Mastroluca

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