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01/07/2011 21:43 CEST - WIMBLEDON PREVIEW

Murray, è esame di maturità

TENNIS - Per la settima volta in quattordici anni l'Inghilterra spera in una finale che manca ad un giocatore britannico dal 1938. Stavolta Murray con Nadal può farcela: molto, se non tutto, si giocherà sulla convinzione dello scozzese. Tsonga invece, che ha dalla sua superficie e precedenti (5-2), tenterà di negare il numero 1 a Djokovic, come a Parigi ad un passo dalla leadership. Riccardo Nuziale

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Campo Centrale
ore 14 italiane Tsonga-Djokovic
a seguire Nadal-Murray

NADAL (1) vs MURRAY (4)
Precedenti: 11-4 (erba 2-0, Slam 4-2)

Sarà il nuovo capitolo delle vicende “tragiche” del nuovo Henman o finalmente riuscirà a dare gloria a sé stesso e ad un Paese intero? Questo è il dilemma. A livello Slam quest’anno Murray è stato quasi impeccabile, raggiungendo finora una finale e due semifinali, ma è indubbio che al momento di tirar fuori carattere e superiorità tecnica che, ad avviso di chi scrive, vanta sia nei confronti di Nadal che di Djokovic, ha finora fallito clamorosamente (ma questo non è successo solo quest’anno).
I numeri contro Nadal non sono certamente positivi, avendo in pratica perso 2 partite su 3, avendo vinto zero set su sei a Wimbledon (nel 2008 fu schiacciato, lo scorso anno invece si mangiò il tie-break del secondo e un vantaggio di 4-2 nel terzo), avendo un passivo di 4-2 negli Slam.
Ma…ma. Se non cadrà ancora una volta nella crisi d’identità “sono un muro o un tennista?” e dimostrerà finalmente di saper giocare i momenti chiave della partita con la giusta cattiveria e convinzione, questa potrebbe essere davvero la volta buona per lo scozzese; tennisticamente sta bene, lo ha dimostrato al Queen’s e lo sta dimostrando qui, seppur con qualche sporadica sbavatura, e sull’erba è tecnicamente migliore di Nadal, con in particolare i fondamentali d’inizio scambio (servizio e risposta), forse le pedine più importanti nella “scacchiera verde”, complessivamente migliori di quelli dello spagnolo. C’è poi un fattore che potrebbe alleggerire (il condizionale è d’obbligo titanico) la testa di Murray: per quanto sia sotto negli head to head, Nadal è l’unico big che è riuscito a battere in uno Slam, a NY 2008 e Melbourne 2010.
Nadal, d’altro canto, per quanto non abbia messo in mostra un tennis straordinario finora, giocherà con la tranquillità massima di chi sa che l’avversario dovrà spingere il proprio tennis al massimo: in una condizione di “mediocrità” tennistica generale (a questo livello, s’intende), la prepotenza fisica e mentale di Nadal non potranno che prendere il sopravvento.
La partita quindi si giocherà sul dualismo superiorità tecnica di Murray-superiorità mentale di Nadal. Chi riuscirà a imporre la propria caratteristica vincerà il match.

TSONGA (12) vs DJOKOVIC (2)
Precedenti: 5-2 (erba 0-0, Slam 1-1)

Per il secondo anno consecutivo Djokovic si ritrova in semifinale con l’underdog di turno, nonché giustiziere di Federer. Dodici mesi fa perse malamente con Berdych, dando vita ad una prestazione alquanto sottotono (in particolare il tie-break del secondo set lo perse con più di una colpa). Come a Parigi arriva al penultimo atto con la consapevolezza che, in caso di vittoria, diventerebbe il nuovo numero 1 mondiale, indipendentemente dall’esito dell’altra semifinale e della finale. Allora ci volle il forse miglior Federer su terra di sempre per negargli la gioia della leadership, stavolta ci proverà chi Federer lo ha appena battuto, tra l’altro in modo assolutamente inaspettato (lo svizzero con il francese non vuole perdere annoiandosi: nella fino a ieri unica sconfitta subita col transalpino, due anni fa a Montreal, si fece recuperare da 6-7 6-1 5-1).
Un confronto che non può non riportare alla mente alla finale degli Australian Open 2008, quando i due arrivarono al loro primo atto conclusivo di uno Slam stordendo in semifinale Federer e Nadal. Allora vinse il serbo in quattro set, ma nel complesso Tsonga è nettamente avanti negli scontri diretti, tutti giocati sul duro. L’ultimo risale ai quarti di finale di Melbourne 2010, quando il francese si prese la rivincita in cinque set con Djokovic che, avanti due set a uno, cedette nettamente gli ultimi due set a causa anche dell’odiatissimo caldo.
La superficie dovrebbe favorire l’esplosività di Tsonga, che con Federer ha dimostrato anche un’ottima attitudine a rete. Djokovic, pur avendo due semifinali a Wimbledon, una finale al Queen’s e una ad Halle, ha nell’erba la superficie meno gradita e ha meno sensibilità e senso della posizione del francese nei pressi della rete.
Tsonga però non potrà contare su una passività mentale e una tenue difesa dell’avversario, come ha invece potuto approfittare contro Federer. Ammesso che riuscirà a servire con la stessa intensità ed efficacia, ben difficilmente potrà fare vincenti con la stessa facilità con Djokovic, che tenterà in tutti i modi di prolungare e “sporcare” gli scambi. Sarà quindi per Tsonga una partita molto più fisica e, soprattutto, una partita in cui dovrà ragionare e costruirsi il punto più assiduamente di quanto abbia fatto nei quarti. Cosa che alla lunga potrebbe soffrire terribilmente, non essendo affatto un giocatore tatticamente lucido e freddo.
Sono tutti fattori che fanno pensare a Djokovic come il favorito del match: non sembra essere il Nole robotico ammirato fino alla semifinale di Parigi compresa, ma la maturità e la solidità acquisite in questo 2011 sembrano tali da poter superare anche l’ostacolo Wimbledon, soprattutto ora con l’eliminazione di Federer.

CURIOSITÀ

A confermare un dominio assoluto, per la terza volta quest’anno almeno tre dei big four hanno raggiunto le semifinali Slam. Solo a Parigi vi sono arrivati tutti, mentre in Australia e qui a Wimbledon hanno mancato l’appuntamento, una volta ciascuno, Nadal e Federer. Per trovare uno Slam con meno di tre big in semifinale bisogna tornare al Roland Garros 2010, quando il solo Nadal si qualificò.

Dovesse battere Murray, per Nadal sarebbe la tredicesima finale Slam. A 25 anni e 30 giorni, sarebbe il secondo più giovane di sempre, dietro a Borg (24 anni e 93 giorni). Il leader della classifica è Federer, con 23 finali.

Nadal non perde una semifinale Slam dal 2009, quando si arrese a New York a Del Potro.

La vittoria contro Fish è stata la diciannovesima vittoria consecutiva a Wimbledon per lo spagnolo. Non perde dalla finale 2007 contro Federer.

Dovesse vincere il torneo, sarebbe assieme a Borg l’unico in grado di fare l’accoppiata Parigi-Londra per almeno tre volte.

La maledizione britannica continuerà? L’ultimo finalista “casalingo” è stato Henry “Bunny” Austin, nel 1938, che poi fu travolto da Don Budge.

Dovesse battere Nadal, Murray raggiungerebbe la quarta finale in carriera. Finora ha perso due volte da Federer (US Open 2008 e Australian Open 2010) e una volta da Djokovic (Australian Open 2011). Con la sconfitta di quest’anno è stato il primo giocatore dopo Ivanisevic a perdere le prime tre finali di un major.

Murray è il primo britannico dai tempi di Perry a raggiungere tre semifinali consecutive ai Championships. Henman, semifinalista per quattro volte dal 1998 al 2002, saltò il 2000.

Lo scozzese è il britannico con più semifinali nell’era Open, sette, seguito da Henman (6) e Roger Taylor (3). Finora il bilancio è in perfetto equilibrio: tre vittorie e tre sconfitte.

Come già detto, se Djokovic vince la semifinale è il nuovo numero 1 del mondo. A 24 anni e 43 giorni, sarebbe il sesto per precocità tra i giocatori in attività, dietro a Hewitt, Roddick, Nadal, Federer e Ferrero.

Il serbo ha eguagliato il suo record di semifinali Slam consecutive, cinque. Ci riuscì per la prima volta dall’edizione 2007 del Roland Garros a quella 2008. Solo Federer (23) e Lendl (10 e 6) hanno fatto meglio di lui nell’Era Open.

Quella di domani sarà la dodicesima semifinale Slam per il serbo, che ha un saldo negativo: quattro vittorie e sette sconfitte (a Wimbledon due sconfitte).

Dovesse vincere il torneo, Djokovic sarebbe il terzo tennista nell’Era Open a vincere il primo titolo sull’erba proprio a Wimbledon, dopo Stich nel 1991 e Agassi nel 1992. Lo stesso vale per Tsonga.

Nell’Era Open solo in sei occasioni un giocatore francese ha raggiunto il penultimo atto del torneo di Wimbledon: Leconte (1986), Pioline (1997), Grosjean (2003 e 2004) e Gasquet (2007) e Tsonga (2011). Finora solo Pioline è riuscito ad andare in finale, battendo Stich in cinque set (per poi perdere facilmente con Sampras).

Questa è la prima semifinale Slam fuori dai confini australiani per Tsonga. Finora infatti solo nell’edizione 2008 (vittoria su Nadal) e 2010 (sconfitta con Federer) degli Australian Open era riuscito ad andare tanto avanti in un major.

Il miglior risultato di Tsonga sull’erba è finora la finale di quest’anno al Queen’s, dove è stato sconfitto in due set da Murray.

Riccardo Nuziale

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