02/08/2011 20:11 CEST - FIT IN PROCURA

"Binaghi Cavaliere del lavoro!"

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«Premetto che non so nulla dell'inchiesta, però conosco molto bene Angelo Binaghi e so quello che ha fatto per il tennis italiano. Ha preso in mano una federazione disastrata e l'ha trasformata in un gioiello, al punto che viene sempre portata come esempio di buona gestione dal Coni. Dovrebbero farlo cavaliere del lavoro, altro che attaccarlo». Parola di Nicola Pietrangeli, 78 anni, il più grande tennista italiano di tutti i tempi, capace di vincere per due volte consecutive (1959 e 1960) il titolo individuale sulla terra rossa del Roland Garros. Una leggenda vivente della racchetta tricolore che non esita un secondo a gettarsi nella mischia per difendere il presidente della Fit, indagato a Cagliari per mobbing sportivo.

L'inchiesta è nata perché due ragazzini cagliaritani, considerati dei fenomeni, sarebbero stati inspiegabilmente esclusi dalle convocazioni ai principali tornei nazionali, subendo per questo gravi traumi psicologici.
«Non lo so, mi sembra un'assurdità. È come se Prandelli domani fosse denunciato perché non ha convocato in Nazionale questo o quel giocatore. Io non credo che Angelo si sia alzato una mattina e abbia detto ora faccio dei danni a questi ragazzini. E comunque lo ripeto: non conoscendo bene la vicenda mi astengo dal fare commenti».
Parliamo allora di Binaghi presidente.
«Ecco, questo è un argomento che conosco molto meglio. Come presidente Angelo è straordinario. Ha cambiato il tennis in modo incredibile. Quando è arrivato la situazione della federazione era un disastro. Lui l'ha rivoltata come un calzino. Ha raddoppiato il numero degli iscritti, gli Internazionali di Roma, che perdevano 2 milioni di euro e ora ne guadagnano 4, sono diventati il quinto torneo più importante al mondo dopo i quattro dello Slam. E vogliamo parlare della Fed Cup o della Schiavone? Certi risultati non si ottengono se dietro non c'è una Federazione che funziona. Io sono di parte, perché ad Angelo voglio bene come a un figlio, ma qui stiamo parlando di fatti».
Non appena è circolata la notizia dell'inchiesta da tutta Italia sono fioccate denunce e segnalazioni, se le cose vanno così bene come si spiega tutta questa ostilità?
«Perché in Italia la malattia più diffusa è l'invidia. Se c'è qualcuno che gli vuole mettere i bastoni fra le ruote è solo per cattiveria, gente che ha sbattuto le corna e ora cerca di denigrarlo. Sono persone che hanno fallito e cercano la vendetta. Angelo avrà molti difetti e avrà fatto sbagli come tutti, ma la Federazione con lui è rinata e i risultati parlano da soli».
Secondo le ultime indiscrezioni, proprio in seguito alle tante segnalazioni, l'inchiesta della Procura cagliaritana si sta allargando anche ai conti delle federazione.
«Ma magari!, così capiscono cosa ha rappresentato Binaghi per il tennis italiano. Se domanda al presidente del Coni Gianni Petrucci, le dirà che Binaghi è il più bravo di tutti. Certo, è un capoccione sardo, ma se oggi la federazione è un'azienda che funziona alla grande il merito è suo oltre che di coloro che collaborano con lui. Le faccio un esempio: si è inventato la televisione SuperTennis. Io, quando me ne ha parlato, gli ho detto che era pazzo, invece aveva ragione: è un veicolo di promozione eccezionale per il nostro sport. Dice “ma costa”, e che vuol dire? Costa ma è utile, serve, sta funzionando. Di certo non gli si può dire che sprechi i soldi. Che poi il presidente lo fa gratis, mica è pagato. Lo ribadisco, è un grandissimo presidente, il migliore da tanto tempo a questa parte, glielo assicura uno che in questo mondo ci vive da parecchi anni».

Redazione