ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > E i 40 anni di Sampras?

17/08/2011 14:17 CEST - L'EDITORIALE

E i 40 anni di Sampras?

TENNIS- Mille celebrazioni per i 30 anni di Roger Federer, mille articoli, selezione di video, torte e candeline per l’8 agosto dello svizzero. Invece i 40 anni di Pete Sampras, che li ha compiuti il 12 agosto, sono quasi finiti nel dimenticatoio. Un confronto fra i due è proponibile? Si può dire chi sia stato il più forte…. Le mie scommesse... se fosse in gioco la mia vita! Ubaldo Scanagatta

| | condividi

Capisco che in gran parte i lettori di Ubitennis siano giovanissimi e anche che è troppo più facile celebrare il compleanno di un campione ancora in attività piuttosto che quello di uno che ha smesso di giocare da un pezzo. Però il contrasto fra le attenzioni a chi ha vinto 16 Slam e a chi ne ha vinti … soltanto 14, è stato abbastanza stridente, no? Il no alla fine di un’affermazione me lo ha attaccato Nadal…(così invito le…lepri a correre, e le lepri sono quelle che chiamano questo sito UbiNadal ah ah ah, anche se recentemente qualcuno sta scrivendo che il sito è diventato il “federer-fans club” mentre stanno prendendo piede anche quelli del club Djokovic….Lasciate che vinca qualcosa di importante Murray e vedrete se non si penserà che Ubitennis sta diventando l’…Andytennis. ).

I due più grandi Slam-winners della storia sono nati a dieci anni esatti di distanza l’uno dall’altro, l’8 agosto Roger Federer, il 12 agosto Pete Sampras. Una distanza non epocale, non tale cioè da escludere a priori la possibilità di misurarne le rispettive carriere come è più che giusto fare invece per chi ha giocato 30 anni prima, con altre racchette, con 3 Slam su 4 disputati sull’erba come ai tempi di Laver.

Come è universalmente noto, anzi, Sampras e Federer si sono perfino incontrati e anzi quella spettacolare vittoria in cinque set di Federer nel 2001 sul campione di 7 Wimbledon (7-6,5-7,6-4,2-6,7-5) è stata proprio quella che ha rivelato appieno le straordinarie qualità del ragazzo di Basilea che _ a differenza di Sampras campione all’US open poco dopo i 19 anni _ dovette partecipare a 19 Slam prima di raggiungere la sua prima finale in un Major. Federer perse poi da Henman, ma quell’exploit fu un po’ il click di una nuova carriera per un campioncino in erba (è il caso di dire) che tardava a maturare pur avendo sempre impressionato tutti per il suo straordinario talento naturale.

Quando lo svizzero eguagliò il record dei 14 Slam fino ad allora detenuto dall’americano, al Roland Garros 2009, fu giocoforza confrontare le carriere, i successi, lo stile, le caratteristiche dei due campioni che, insieme a Rod Laver e a pochissimi altri di generazioni non confrontabili (Tilden…) venivano considerati candidati papabili al ruolo di GOAT, Greatest of All Times.

Proprio il fatto che Roger fosse riuscito a vincere un torneo, il Roland Garros, in cui Sampras aveva invece sempre fallito (una sola semifinale nel ’96 dopo tre maratone vinte in cinque set e tante sconfitte con avversari mediocri, tipo Delgado…) ha fatto certamente pendere la bilancia dalla parte di Federer, troppo più completo, troppo più forte sul “rosso”. Inutile ribadire il concetto stantìo “eh, se non ci fosse stato Nadal Roger avrebbe vinto chissà quanti Roland Garros!”. Concetto che non sarebbe stato applicabile per Sampras, perché perché lui vincesse a Parigi (come a suo tempo per Jimbo Connors) si sarebbero dovuti togliere almeno una dozzina di giocatori, e forse non sarebbe bastato.

Ma se sulla terra rossa il confronto fra i due è improponibile, una volta ricordato che Pete è ad oggi colui che è stato il maggior numero di settimane n.1 del mondo, una più di Roger che chissà se tornerà mai più n.1, che beffa! (286 contro 285…), e per sei anni consecutivi n.1 del mondo a fine anno, il duello a distanza invece non è affatto improponibile allorquando si parli di erba (7 vittorie a Wimbledon per Pete che fra il ’93 e il 2000 perse soltanto una volta da Krajicek nel ’96, 6 trionfi per Federer che dal 2003 ha invece perso due volte (una: correzione in ritardo, nota di ubs) da Nadal e una da Tsonga, senza contare le precedenti alla sua “esplosione”) e anche di cemento: 5 US open e due finali a New York per Pete, con due Aus Open e una finale, contro i 5 US open consecutivi di Roger e una finale, più 4 Aus Open e una finale per il campione svizzero. Proprio Federer mise fine alla “striscia erbosa” di 31 vittorie di Sampras nel 2001.

Azzardo un paragone tecnico fra i due, cominciando dall’erba? Di simile i due “best Slam winners” hanno che si sono dimostrati capaci di vincere senza affaticarsi troppo. Federer ha vinto non so più quante dozzine di incontri senza apparente sforzo. Sampras si è invece più spesso accontentato di vincere con punteggi di stretta misura, 6-4,7-5, senza che le sue vittime fossero stravolte dalla fatica (come invece può accadere anche quando si perde un match 6-3,6-2 con un avversario che ti fa correre come un matto, un Agassi ad esempio). Sampras, con la testa ciondoloni, la camminata quasi indolente dell’uomo fintamente pigro e ancor più fintamente lento (cosa che non era affatto!) era come quel cinese che aspetta paziente lungo il fiume il cadavere del nemico: attendeva il momento giusto per piazzare un paio di punti vincenti di risposta, accompagnati a due errori dell’avversario, faceva il break e poi si limitava a tenere sempre il proprio servizio quasi mai concedendo palle break. In estrema souplesse.

Non c’era game di battuta nel quale Pete non partisse con 2 punti di vantaggio. Per l’avversario era sempre come giocare da 0-30, anche se i due punti che Pete poteva , fare con la prima oppure con la seconda di servizio non erano necessariamente i primi due. Ma quasi sempre due dei primi quattro. Tranquillamente iperfiducioso nel proprio servizio (ovviamente con ragione) Pete spesso lo seguiva anche a rete, tanto per mettere un bel po’ di pressione in più su chi doveva non solo rispondere ma azzeccare anche una risposta vincente contro uno che a rete ci sapeva stare (e certamente meglio di Federer, molto meglio…anche se non così bene come l’insuperabile John McEnroe). La potenza di Sampras, con i suoi attacchi, avrebbe messo in gravissima difficoltà an che un supercampione come Federer, certo più di qualunque esponente contemporaneo del “corri e tira” da fondocampo.

Ma….c’è anche un ma da tener presente. L’erba sulla quale giocava Sampras negli Anni Novanta non è l’erba sulla quale si gioca dagli anni 2000 in poi. E nemmeno le palle sono le stesse. Oggi Federer risponderebbe ai servizi di Sampras più volte di quante avrebbe risposto allora. E una volta che la palla fosse entrata in gioco dopo i colpi d’inizio gioco, beh il vantaggio sarebbe passato dalla parte di Federer, più completo nei fondamentali di quanto lo fosse Sampras (soprattutto nel teorico duello rovescio contro rovescio). Insomma, per concludere il mio tentativo di disamina tecnica fra i due campioni “agostani”: sull’erba degli anni 90 Sampras avrebbe battuto Federer. Su quella degli anni 2000 Federer avrebbe (ma ci metto un forse, perchè nessuno degli avversari battuti da Federer a Wimbledon ha mai avuto la consistenza del servizio di Pete, né le sue volee) probabilmente potuto battere Sampras.

Il discorso appena fatto per l’erba si può applicare parzialmente anche per il cemento. Sul cemento più veloce Sampras avrebbe avuto qualche chance in più che su un cemento più lento. Sempre per via della diversa efficacia del servizio. Un altro piccolo vantaggio a favore di Sampras, direi, è il diverso “killer-instinct” e la superiore “forza nervosa”. Difficilmente Sampras ha perso partite “quasi vinte”. Sappiamo invece che Federer di partite quasi vinte ne ha perse diverse. Il braccio di Sampras non ha mai tremato, se c’era da salvare una palla break con la seconda di servizio, lui era in grado di farlo. Federer no. Chiaro che anche lo svizzero si è trovato a salvare situazioni difficili, ha vinto tanti tiebreak. Ma Sampras aveva percentuali migliori e di partite perse con il matchpoint a favore invece non ne ricordo quasi. La saldezza di nervi di Pete è leggendaria. Quella di Federer no.

Mentre lo ricordo capace di sparare ace (contro Corretja all’US open, e contro Courier all’Open d’Australia ad esempio) mentre vomitava oppure piangeva (“Do it for Tim, Pete” gli gridò uno spettatore ricordandogli il coach Gullikson colpito da un tumore al cervello), e Courier disse di Pete qualcosa che i napoletani avrebbero tradotto con “....il classico tipo che chiagne e fotte!”. A compensazione di quanto sostengo, e cioè la diversa efficacia a rete di Sampras nei confronti di Federer, va aggiunto però che riguardo alla capacità di giocare i passanti in condizioni difficili (e non solo sotto le gambe con i tweener eh eh eh) Federer è certamente superiore a Sampras che in particolare di rovescio passava pochissimo (salvo che nelle giornate di grandissima vena).

Il tennis di Federer è quello di un artista, più stile e talento, più puro ed esteticamente apprezzabile, più imprevedibile, ma con più margini di errore. Il tennis di Sampras più atletico, più potente, puntuale, incisivo, più standard e prevedibile, ma più semplice ed essenziale, molto meno influenzabile da circostanze esterne. Man at work. Meno arte, ma sicura affidabilità. In termini di resistenza, beh entrambi hanno mostrato a volte qualche limite. Soprattutto Sampras per via della sua “anemia mediterranea”. Lui, poi, ha sempre giocato meno scambi, match in genere più corti come durata (salvo poche eccezioni) perché tanti punti li faceva subito con il servizio o li sbagliava subito con la risposta. Mentre Roger, anche per l’antico vizio di bloccare la risposta in attesa di prendere l’iniziativa con il colpo successivo, di risposte ne ha in genere sbagliate meno.

Infatti sarebbe stato certo più interessante assistere a come se la sarebbe cavata Federer nel rispondere a Sampras che non viceversa. In conclusione, mettiamo che io mi fossi trovato a scommettere la mia vita su un duello fra i due avrei: scommesso su Pete sull’erba. Certamente su quella degli Anni Novanta, con qualche timore anche su quella degli anni 2000. Scommesso con discreta tranquillità su Roger sul cemento se si fosse trattato di Rebound Ace. Con preoccupazione sempre su Roger se fosse stato invece Decoturf. Su Roger e fischiettando allegramente se i due si fossero incontrati sulla terra rossa. Su Pete invece su un tappeto indoor dei suoi tempi (non certo quello steso a Londra per le ultime finali ATP).

Però, altra conclusione, mostro il cartellino rosso dell’espulsione (e neppure quello giallo dell’ammonizione) a tutti coloro che su Ubitennis si sono ricordati di celebrare il 30mo compleanno di Federer ignorando invece quello di Sampras. Capisco dimenticarsi di Tilden, di Kramer e Gonzales, e anche _ al limite _ di Laver, Rosewall e Hoad (il più forte di tutte nelle giornate buone…peccato fosse sempre rotto), ma del quasi contemporaneo Pete invece non è concesso dimenticarsi. Ad ogni modo se vi va date un’occhiata a questo video amarcord del match Federer-Sampras del 2001, fra un Roger in ascesa e un Pete in discesa. Buon (grande) tennis a tutti! 

Ubaldo Scanagatta

comments powered by Disqus
Partnership

 

Sito segnalato da Freeonline.it - La guida alle risorse gratuite

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Quote del giorno

"Dobbiamo far giocare i ragazzi sulla terra rossa. Se non lo facciamo, loro avranno sempre un po' di timore. E' fondamentale imparare a scivolare sul rosso sin da giovani"

Jim Courier sulle difficoltà degli americani sulla terra battuta

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

La nuova borsa di Maria Sharapova