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19/08/2011 04:08 CEST - MASTERS 1000 CINCINNATI

Nadal per un pelo su Verdasco

TENNIS - Rafa gioca una delle sue peggiori partite, rischia grosso contro Fernando Verdasco, ma alla fine la spunta 7-6 6-7 7-6 in quasi 3 ore e 40 minuti. Una partita ben lontana dallo spettacolo che i due hanno offerto nella semifinale dell'Australian Open 2009. Adesso rischia di partire sfavorito contro Fish (anche se è avanti 6-0 nei precedenti). Nei quarti anche Berdych e Murray. Alessio Gradogna

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Giornata dedicata agli ottavi di finale al Master 1000 di Cincinnati. Sul campo centrale, in un orario per lui assai insolito, comincia Nadal, contro una delle sua vittime preferite, Verdasco. Lo scoraggiante bilancio degli head to head (12-0) e il discutibile rendimento di Fernando, lontano parente da quello visto nel 2009, lasciano poco spazio a chissà quali sorprese. Ma nel tennis, si sa, ogni giorno tutto può succedere.

L'inizio, va detto, è una sagra del dolore e dell'errore: Nadal pare anestetizzato, gioca male e perde subito il servizio, favore immediatamente restituito da Verdasco con la bellezza di tre doppi falli in un game. L'ex numero uno del mondo continua però a sbagliare copiosamente di dritto, la sua palla non viaggia, e concede un altro break, che questa volta Verdasco riesce a confermare. Sul campo tre, intanto, memore della clamorosa sconfitta subita a Miami, Murray fa sul serio con Bogomolov, e vola 5-1 in mezz'ora, con poche difficoltà.

Sul centrale Verdasco, invece di approfittare del generoso Nadal odierno, decide di non infierire, e affossando due dritti in rete restituisce un'altra volta il break. Il match è perfino surreale, lo spettacolo (?) sconfortante: sul 3-3 Nadal si salva da 15-40, con due aces (sul primo la palla in realtà era out, ma Verdasco non chiama il challenge). I due riescono ad alzare lievemente le percentuali al servizio, e tra un errore e l'altro, in qualche modo, si arriva al tie-break. Pronti via, Verdasco spedisce un dritto fuori di quattro metri. Dopo un'ora di (non) gioco, si vedono un paio di scambi apprezzabili, ma sul 3-3 Nadal sbaglia un facile rovescio sottorete, per poi subire una bella accelerazione di Verdasco. Sul 5-4 in suo favore Verdasco va a servire, e commette doppio fallo con un'inguardabile seconda tirata in mezzo alla rete. Sul 5-5 la follia si completa: serve & volley senza capo né coda, volèe tremolante e inevitabile passante. Set point Nadal, subito sfruttato. Finisce così un set di qualità pessima, letteralmente buttato via da un Verdasco imbarazzante.

Se sul centrale il livello del gioco è modesto, per usare un eufemismo, anche sul campo tre non ci si strappa i capelli dalla gioia. Dopo un discreto primo set, infatti, Murray ricade nei suoi buchi neri, si fa recuperare per due volte un break di vantaggio, e spreca molto sul 4-4, concedendo ossigeno in abbondanza a Bogomolov, onesto picchiatore da lodare per aver raggiunto l'apice della carriera a 28 anni, ma entusiasmante come la visione ininterrotta di un muro di mattoni. Tra un blackout e l'altro, Murray ottiene comunque un ulteriore break sul 5-5, e con l'undicesimo ace chiude 6-2 7-5.

Torniamo sul centrale, dove il livello non cresce granché. Nadal annulla una palla break nel quarto game, Verdasco si salva ai vantaggi nel quinto, per poi sprecare un ulteriore break point nel game successivo. Dopo oltre cento minuti di gioco, Nadal ha il 67% di punti ottenuti con la prima di servizio, il 44% con la seconda. Numeri davvero bassi, destinati a calare ulteriormente: nell'ottavo game, infatti, Nadal gioca con timore, spinge poco, Verdasco ne approfitta e coglie il break, che gli consente di andare a servire per il set. Indovinate cosa accade? Esatto, controbreak immediato, a zero, con un doppio fallo e una volèe in fondo alla rete. Roba da ricovero immediato in clinica psichiatrica.
Si arriva a un secondo tiebreak, nel quale Verdasco, ormai perduto in reiterati monologhi e insulti rivolti a se stesso, azzecca un paio di buone risposte, va avanti 5-3, tira un dritto in corridoio, ma arriva a set point, grazie a una buona risposta su una seconda di Nadal a 130 kilometri orari (!). Una volta tanto Verdasco non spreca, attacca e conquista il secondo set. Si va al terzo, dopo 2 ore e un quarto di partita.

Mentre sul centrale si è ormai in maratona, e Verdasco salva subito una palla break nel secondo game, sugli altri campi si sviluppano due partite sulla carta molto interessanti, Berdych-Almagro e soprattutto Fish-Gasquet. Se il ceco domina, portando a casa il primo set 6-2 in soli trenta minuti, l'americano e il francese danno vita a un match equilibrato, frizzante e piacevole. Le accelerazioni di Gasquet si scontrano con la sapienza tattica di Fish, giocatore “pensante” e lucido in ogni scelta.
Intanto, sul 2-2 al terzo, Nadal vede i fantasmi: si limita a correre e difendere, affossa un dritto sotto la rete, subisce un bel pallonetto di Verdasco, sbaglia un altro rovescio, e si ritrova sotto di un break. Subito dopo, però, l'eterno e immutabile incedere degli eventi si ripete: Verdasco va avanti 40-15, si blocca, non spinge più una palla, perde quattro punti di fila e restituisce il break. Non sia mai.
Tutta la qualità che manca sul centrale si trova invece sul Granstand: Fish e Gasquet giocano a tutto campo, attaccano togliendosi il tempo a vicenda, danno vita a un tennis di alta fattura. Quando però si fa sul serio, si avvera ciò che si sarebbe potuto facilmente pronosticare: sul 5-5 Gasquet non chiude una volèe, subisce un ottimo lob di Fish, poi sbaglia due rovesci di fila, e concede il break, sufficiente al top ten americano per chiudere il set 7-5.

Berdych chiude 6-2 6-2 contro Almagro, in poco più di un'ora. In campo femminile, intanto, la Stosur si regala il replay di Toronto, battendo Na Li per la seconda settimana consecutiva, e Daniela Hantuchova coglie uno splendido successo sconfiggendo Marion Bartoli al termine di un durissimo confronto durato tre ore esatte.

Superate le tre ore di gioco, Nadal continua a camminare sul cornicione: sul 4-4 si salva dal 15-30, sul 5-5 si ritrova 30-30 ma tiene il servizio. Ci si gioca tutto, per la terza volta, al tie-break. Sull'1-1 Nadal si conquista un mini-break con un rovescio vincente (alleluia), poi tiene i suoi due servizi. Verdasco sparacchia fuori un dritto, consegnando definitivamente la partita nelle mani dell'avversario. O almeno, così dovrebbe essere nella norma. Qui, invece, accade di tutto: dal 5-1 Nadal sbaglia un dritto e un rovescio lungolinea, e si ritrova 5-5. Verdasco gli regala un match point con un dritto lungo, ma Nadal lo spreca tirando in corridoio. Verdasco annulla un secondo match point, Nadal ne fallisce un terzo, manca anche il quarto. Siamo alla fantascienza. Il quinto è quello buono: finisce 11-9, dopo tre ore e trentasette minuti. Una partita incredibile, e sinceramente, per molti versi, orribile.

La sensazione, chiara e lampante, è che Nadal avrebbe perso questa partita, forse anche nettamente, contro qualsiasi giocatore compreso tra i top 50 e dotato di un minimo di lucidità (sanità?) mentale. Verdasco ha buttato alle ortiche un'occasione clamorosa e irripetibile per togliere quello zero dalla casella degli head to head, e rilanciare una carriera ormai avviata a un definitivo declino.
Sul Grandstand, poco dopo, si consuma un film purtroppo già visto tante, troppe volte: Gasquet gioca un buon tennis, ma sul più bello si scioglie, e in fotocopia rispetto al primo set concede il break sul 5-5, uscendo sconfitto 7-5 7-5. La magica estate di Fish continua.

MASTERS 1000 CINCINNATI, OTTAVI DI FINALE

Tomas Berdych b. Nicolas Almagro 6-2 6-2
Andy Murray b. Alex Bogomolov jr. 6-2 7-5
Rafael Nadal b. Fernando Verdasco 7-6 6-7 7-6
Mardy Fish b. Richard Gasquet 7-5 7-5

WTA PREMIER MIAMI, OTTAVI DI FINALE

Samantha Stosur b. Na Li 6-4 3-6 6-4
Daniela Hantuchova b. Marion Bartoli 6-3 5-7 6-3

Vera Zvonareva b. Petra Martic 6-2 6-2

 

Alessio Gradogna

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