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19/08/2011 16:53 CEST - MASTERS 1000 CINCINNATI

La pazza notte della Schiavone

TENNIS - Mentre Roger Federer sbriga agevolmente la pratica Blake, Francesca Schiavone gioca e perde una delle partite più folli dell'anno contro Jelena Jankovic. La milanese sembrava non essere in partita, vince miracolosamente il secondo set, frana 1-5 nel terzo, si arrabbia ("Possibile che non trovo una ..... di soluzione?"), reagisce, ma la rimonta si ferma sul più bello. Passa la serba, con il punteggio di 6-3 5-7 6-4. Bisti / Giua

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Jelena Jankovic b. Francesca Schiavone 6-3 5-7 6-4

Erano le 21.39 di Cincinnati, le 3.39 in Italia, quando un lob di Francesca Schiavone è finito lungo e ha regalato a Jelena Jankovic un posto tra le prime otto al Premier di Cincinnati, già vinto dalla serba nel 2009 (era il torneo che regalò la top 10 a Flavia Pennetta). Oggi Jelena è scesa al numero 14 WTA ed è reduce da una stagione poverissima per una con le sue aspirazioni: nessuna vittoria in torneo, una sola finale (Monterrey) e tre semifinali (Dubai, Doha, Charleston). Insomma, aveva più bisogno lei di questa vittoria rispetto a una Schiavone che dopo Parigi, al pari dell’anno scorso, non ha ancora ingranato la marcia. E’ finita 6-3 5-7 6-4, ma è stato un tipico match femminile, colorato dal nervosismo dell’azzurra che se l’è presa un po’ con tutti. Prima con la giudice di sedia Eva Asderaki, alla quale ha detto (in italiano): “Se mi manchi di rispetto 1-5-10 volte poi mi inc….. E sai come la penso”. Poi ha dato scena a un colorito cambio di campo con il “coach” (mai visto al suo angolo, di lingua spagnola. Le virgolette sono d’obbligo perché nella trasferta asiatica di febbraio era comparso al suo angolo l’ex giocatore belga Thomas Vanhoudt, rapidamente scomparso). Lui parlava in spagnolo, lei rispondeva in italo-iberico. Sotto 1-4 al terzo, ha esclamato: “Possibile che non trovo una c…. di soluzione?” Lui provava a incitarla, a dirle di giocare più alto, più profondo, di non aver paura e di mettere in pratica gli schemi studiati prima del match. Ma la Leonessa era indomabile, con i nervi a fior di pelle. Questi episodi fanno capire che tipo di partita e stata, vissuta a sprazzi e senza alcun filo logico. Ha fatto bene, qualche anno fa, uno scommettitore professionista a scegliere di seguire prevalentemente il circuito WTA. “Perché tra gli uomini se un giocatore è avanti di un set e di un break è praticamente finita. Tra le donne non è così. Una chance c’è sempre, fino all’ultimo”.

Pronti, via, la Jankovic vola sul 4-0. Subisce un mini-ritorno della Schiavone (4-3) ma poi infila altri 4 giochi consecutivi e si porta sul 6-3 2-0. A quel punto – non si sa bene perché – il match diventa fedelissimo ai servizi (essì che non si tratta di due giocatrici particolarmente incisive con il servizio, soprattutto la serba). Sul 6-3 5-4 Jelena va a servire per il match, e sul 30-30 arriva quello che gli anglosassoni definirebbero “turning point”: Francesca stecca clamorosamente un passante di rovescio che però diventa un lob vincente. Palla break, break, 5-5. L’azzurra tiene agevolmente il turno di servizio e nel game successivo la Jankovic tira due doppi falli e allunga la pugna al terzo. Mentre la Schiavone vola negli spogliatoi a cambiarsi la maglietta (abbandona il rosa per passare al blu, ben più adatto alla sessione serale), la Jankovic chiede l’ausilio del trainer per un dolore alla parte esterna della coscia sinistra. Riceve il trattamento mentre le casse del Grandstand passano “I want it all” dei Queen’s. Al rientro in campo, la serba sembra oggettivamente menomata e Francesca tiene agevolmente il servizio, firmando il quinto game consecutivo. A quel punto pensi che il match sia definitivamente girato. E invece succede l’esatto contrario. La Jankovic riprende a giocare bene e vola 5-1, ricordandosi di avere male alla coscia solo tra un punto e l'altro. Folle il punto che regala il 5-1 alla serba: la Schiavone accompagna un pallonetto out…che però le rimbalza sul piede e le fa perdere il punto. Incredibile. Ma Francesca sa sempre sorprenderti, è noto. Rimonta fino al 4-5 (ennesima mini-serie!) ma stavolta i buoi erano definitivamente scappati. Finiva così, davanti a uno stadio pieno (il pubblico si era tutto riversato sul Grandstand dopo che Federer aveva maciullato Blake sul centrale) e dopo 2 ore e 38 minuti di gioco.

“Sono troppo felice di aver vinto questo tipo di match – ha detto a caldo la Jankovic nell’intervista sul campo – Sono esausta sia fisicamente che mentalmente. Conosco Francesca, so che è una grande lottatrice, ma davvero non finiva mai! Ripetermi a Cincinnati? Sono ancora molto lontana, la strada è lunga…”. Nei quarti se la vedrà con Shuai Peng (facile sulla Peer negli ottavi). E la Schiavone? Detto che, forse, dovrebbe ricordarsi che ormai i campi principali sono pieni di microfoni e si sente tutto, ha vissuto sulle montagne russe. A volte dava l’impressione di non avere alcun interesse per il match, andava di fretta tra un punto e l’altro, attaccava senza criterio. Altre sembrava più carica, attaccata alla partita, capace di soluzioni pregevoli. Come il passante lungolinea che le ha consegnato il secondo set e l'ha caricata in stile Roland Garros. Sbagliava volèe elementari, poi azzeccava delle stop volley da urlo. Indecifrabile. Di sicuro gioca più aggressiva, tiene i piedi sulla riga, ha meno voglia di scambiare rispetto alla terra battuta. Di certo non ha fatto sfracelli dopo Parigi. Ma non c’è di che preoccuparsi, almeno non più del dovuto: lo scorso anno, tra il Roland Garros e lo Us Open, infilò 3 vittorie e 6 sconfitte. Quest’anno è a 5 vittorie e 4 sconfitte. Non sono questi piccoli numeri a fare la differenza, quanto le sensazioni. La speranza di tutti è che trovi in tempo la condizione ideale per giocare al top a Flushing Meadows. L’anno scorso ci è riuscita alla grande. Non c’è ragione perché non si ripeta anche nel 2011. La prossima settimana è iscritta al torneo di New Haven. (Riccardo Bisti)

Roger Federer b. James Blake 6-4 6-1

Dopo lo scarso seguito della partita tra Djokovic e Stepanek, il centrale di Cincinnati finalmente si riempie per il match serale tra il n°3 del mondo Roger Federer e il giocatore di casa James Blake, nella riedizione della finale del 2007. Federer inizia subito molto aggressivo, con i piedi vicini alla riga di fondo, e si procura subito tre palle break; Blake è bravo ad annullare le prime due, ma la terza gli costa il game d’apertura. L’americano cerca subito di impostare il proprio gioco d’incontro, spingendo con forza da fondo campo, ma Federer non hai mai avuto grandi difficoltà con tale tipologia di giocatore, come dimostrano i precendenti che lo vedono condurre 9-1; e sul 2-0, si procura altre tre palle break, che non riesce a sfruttare permettendo all’avversario di riavvicinarsi sul 2-1. Sotto 3-1, Blake serve molto bene e non ha difficoltà a conquistare il gioco, ma Federer appare davvero centratissimo e non concede nulla sulla battuta, riportandosi avanti di due game. I giochi scorrono molto veloci, anche perché il n°3 del mondo non sembra molto interessato a togliere nuovamente il servizio all’americano, ma rimane davvero ingiocabile nel turni al servizio, vincendoli in tempi che rasentano il ridicolo (l’ottavo game dura solo 49 secondi!). L’americano è ormai entrato pienamente in partita e impatta molto bene la pallina, non offrendo più occasioni nei game alla battuta; Federer, tuttavia, non accenna minimamente a diminuire il ritmo e conquista l’ennesimo game a 0, chiudendo il primo set 6-4 in 28 minuti. Pur avendo messo a segno solo 7 vincenti, i numeri del giocatore di Basilea al servizio sono davvero impressionanti: 85% di punti conquistati sulla prima e ancor meglio sulla seconda, dove raccoglie addirittura il 90%. Troppo alto, invece, lo score degli errori gratuiti di Blake, ben 14 alla fine del parziale.

La partenza del secondo set ricalca quella del primo, con lo statunitense che concede subito due palle break al servizio e, pur riuscendole ad annullarle con due punti coraggiosi, Federer riesce a guadagnarsi altre due possibilità e alla seconda non fallisce, portandosi in vantaggio sull’1-0. Nel game successivo è lo svizzero invertire la tendenza, sbagliando due rovesci e commettendo un doppio fallo, che lo costringono a cedere subito il contro-break. Federer appare un po’ infastidito e sul servizio di Blake si procura subito due occasioni per riportarsi in vantaggio: l’americano neutralizza la prima, ma poi commette un grave doppio fallo, il quinto della partita, che permette allo svizzero di tornare avanti nel punteggio sul 2-1. Sotto 3 giochi a 1, Blake continua ad esagerare nel prendere rischi e commette troppi errori non forzati, mentre Federer, che ha tenuto con qualche difficoltà l’ultimo turno di servizio, è deciso a chiudere il prima possibile la partita e, mostrando anche una bella finezza in una voleè di rovescio, brekka ancora il giocatore a stelle e strisce e lo distanzia sul 4-1, per poi vincere il proprio game di battuta in tutta tranquillità. Blake sembra ormai pronto ad andare sotto la doccia e non riesce più ad opporre resistenza, sparacchiando fuori di metri il dritto e portando Federer al primo match point e alla conseguente vittoria in soli 54 minuti per 6-4 6-1. I due si salutano molto cordialmente, con Blake che ringrazia Federer pr la partita, forse segno di un ritiro ormai alle porte.

Lo svizzero si è dimostrato davvero in buona forma e molto convinto, dominando tutto il match con il servizio, le cui statistiche a fine match riportano il 54% di prime palle messe in campo, l’82% di punti vinti sulla prima e il 63% sulla seconda. Anche da fondo campo Federer è sempre stato molto solido, seppur non sia mai stato messo realmente alla prova da un Blake davvero troppo falloso (a fine partita 9 vincenti e 30 errori non forzati) che, al di là dei primi giochi del secondo parziale, non è mai riuscito a metterlo seriamente in difficoltà. Buon risultato comunque per l’americano che, dopo aver sconfitto il nostro Fognini agli ottavi, ha dovuto cedere di fronte ad un avversario che non lo soffriva particolarmente nemmeno quando era al n°4 della classifica. Al prossimo turno Federer incontrerà Berdych che si è sbarazzato facilmente dello spagnolo Almagro, ma se il n°3 del ranking riuscirà a mantenere la continuità vista questa sera, è chiaramente favorito nei quarti di un torneo che l’ha visto trionfatore per ben 4 volte. (Paolo Giua)

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