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25/08/2011 13:06 CEST - DOPPIO...GIOCO

Fernandez-Zvereva: sorrisi e vittorie

TENNIS – Poche coppie hanno saputo combinare la spensieratezza di impugnare una racchetta e le vittorie sul campo: Gigi Fernandez e Natasha Zvereva ci sono riuscite. Un vero e proprio mix esplosivo capace di dettar legge per buona parte degli anni Novanta, senza tuttavia dimenticare, accanto ad un acceso agonismo, quella giusta dose divertimento e di sana passione che ogni tennista dovrebbe portare con sé… Daniele Camoni

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“They were an exciting team, they were a fiery team, and they played great tennis” (“Erano una coppia eccitante, focosa e fiammeggiante, e soprattutto, giocavano un gran bel tennis”) : con questa frase assolutamente pregnante e colma di sostanza nella sua semplicità il mitico Bud Collins, vera e propria enciclopedia vivente del tennis, riassume il dominio e le caratteristiche generali di una delle coppie più dominanti che il circuito tennistico abbia mai visto, vale a dire quella costituita dall’americana (ma portoricana di origine) Gigi Fernandez e dalla bielorussa Natasha Zvereva.

Nata a Minsk, capitale della Bielorussia, nel 1971, Natalya “Natasha” Zvereva esordì nel mondo tennistico professionistico col botto, cesellando nel maggio del 1988 sui campi argillosi del Roland Garros un grandioso capolavoro destinato (purtroppo per lei, e come molti di voi già sapranno) a concludersi nel più triste dei modi : dopo aver confezionato la sorpresa più grande del torneo negli ottavi, estromettendo per 6-3 7-6 Martina Navratilova (nient’affatto bollita, come molti potrebbero pensare, nonostante i quasi 32 anni ; prova di ciò sono le due finali dell’88 e 89 a Wimbledon, la finale agli US Open ’89 e ’91, la vittoria ai Championships del ’90 e la miracolosa finale erbivora del ’94, a quasi 38 anni !!), la piccola Natasha si arrampicò silenziosamente fino alla finale, ottenendo nei quarti un altro scalpo eccellente, quello della sesta testa di serie Helena Sukova (già due volte finalista Slam, nel ’84 in Australia, sconfitta dalla Evert, e nel ’86 agli US Open, battuta dalla Navratilova).

Disgraziatamente, la finale si trasformò in un vero e proprio calvario : opposta alla fenomenale Steffi Graf formato 1988 (già numero 1 delle classifiche da 40 settimane, 23 tornei vinti e una striscia in divenire di 5 finali Slam, tra le quali una vittoria epica al Roland Garros ’87 per 8-6 al terzo contro la Navratilova, ndr), la Zvereva ebbe un black-out psicologico di difficile decifrazione che l’avrebbe portata ad incassare un drammatico doppio 6-0 in mezz’ora scarsa. La Graf, al contrario, dando sfoggio della sua proverbiale freddezza teutonica, la travolse come fosse un panzer, cedendo in tutto il torneo la miseria di 20 game (!!), rifilando ben sei 6-0 alle avversarie ed avviandosi trionfale verso un Grande Slam da consegnare alla storia. L’anno successivo (1989) Natasha avrebbe poi raggiunto il suo best ranking, arrampicandosi fino alla quinta posizione mondiale.

A livello di singolo la Zvereva non si sarebbe mai più ripresa completamente da questa tremenda disfatta, raggiungendo solamente sei quarti di finale nelle restanti 49 partecipazioni a tornei del Grande Slam. Prima di appendere la racchetta al chiodo Natasha poté togliersi ugualmente un ultima soddisfazione : nel edizione di Wimbledon ’98 estromise nell’ordine una Steffi Graf sicuramente non al meglio al terzo turno, e Monica Seles ai quarti di finale, vendicando, almeno in parte, l’umiliazione ricevuta a Parigi dieci anni prima. Il sogno di raggiungere un'altra finale Slam si sarebbe tuttavia arenato in semifinale, dove venne sconfitta dalla non irresistibile Nathalie Tauziat (passata alla storia soprattutto per essere stata la prima giocatrice a lamentarsi pubblicamente dei gemiti della Seles) : e chissà cosa sarebbe potuto accadere in un’ipotetica finale tra la Zvereva e la Novotna (vincitrice, quell’anno, dei Championships), una delle mie tenniste preferite ma dalla psiche alquanto fragile (chi non ricorda la drammatica finale di Wimbledon ’93 contro la Graf, nella quale Jana, in vantaggio nel terzo set per 4-1/40-15 sul proprio servizio, andò nel panico più assoluto, perdendo drammaticamente per 6-4 e versando, durante la premiazione, amarissime lacrime di frustrazione sulla spalla della Duchessa di Kent…).

Dotata di uno stile di gioco assai particolare, capace di combinare colpi in top-spin ed accelerazioni completamente piatte, lunghi scambi da fondocampo e fulminee discese a rete, angoli strettissimi e volée secche e decise, il difetto principale della Zvereva fu sicuramente la fragilità caratteriale e una certa dose di incostanza, capace di portarla a battere top player una dopo l’altra così come a perdere dalle giocatrici più sconosciute del pianeta.

In doppio la carriera di Natasha Zvereva fu invece sfolgorante, grazie ad una fruttifera e duratura collaborazione con la giovane promessa portoricana Beatriz “Gigi” Fernandez (senza dimenticare anche il decisivo contributo di Larisa Savchenko e Lindsay Davenport, sovente compagne di specialità della bielorussa). A cavallo tra il 1992 ed il 1997 avrebbero infatti vinto 38 titoli : la Zvereva chiuderà poi la carriera con ben 80 sigilli in doppio, alle spalle di mostri sacri del doppio quali Martina Navratilova (177 titoli), Rosie Casals (112), Pam Shriver (106) e Billie Jean King (101), mentre la Fernandez dovrà “accontentarsi” di 69 titoli.

Nella specialità di singolo anche la Fernandez riuscirà a togliersi diverse soddisfazioni, prima fra tutte la semifinale raggiunta ai Championships nel 1994 (sconfitta poi dalla intramontabile Navratilova, diretta fatidicamente verso la sua dodicesima finale di Wimbledon, poi persa da Conchita Martinez), senza tuttavia tralasciare due meritevoli quarti di finale raggiunti agli US Open nel ’91 e nel ’94 (sconfitta rispettivamente da Monica Seles e Gabriela Sabatini), affidandosi sempre e comunque ad un solido ed efficace gioco di volo. Raggiungerà inoltre un meritevole diciassettesimo posto nelle classifiche mondiali. Nel 1990 farà poi parte della squadra americana di Fed Cup vincitrice del trofeo : ironia della sorte, il punto decisivo lo assegnerà proprio il doppio, nel quale la stessa Fernandez e Zina Garrison (nota ai più per aver raggiunto nello stesso anno la finale di Wimbledon, dopo aver messo in riga sia Monica Seles nei quarti che Steffi Graf in semifinale) si imporranno sulla coppia sovietica formata Larisa Savchenko e, pura coincidenza, Natasha Zvereva.

“Natasha and Gigi, they certainly in the Nineties were the best women’s doubles team by far” (“Natasha e Gigi, certamente erano la migliore coppia di doppio del circuito femminile negli anni Novanta, e di gran lunga”) : quale miglior attestato di stima e di riconoscenza per questa straordinaria coppia, tra l’altro per bocca di Pam Shriver, una che di doppio se ne intende, avendo vinto la bellezza di 79 titoli in coppia con Martina Navratilova, tra i quali 20 Slam.

Gigi e Natasha vinceranno insieme ben 14 Slam (3 Australian Open, 4 Roland Garros, 4 Wimbledon e 3 Us Open), diventando la seconda coppia più vincente a livello Slam alle spalle delle fenomenali Shriver/Navratilova e della coppia formata Louise Brough e Margaret Osborne du Pont (vincitrici di 13 Us Open, di cui 10 consecutivi, 5 Wimbledon e 2 Roland Garros), implacabile negli anni Quaranta e Cinquanta.

“They were so difficult, because Gigi, I think of her generation was the best volleyer and she understood doubles, she understood how to cross, when to cross and she was bold ; Natasha, with her top-spin, her angles, her lobs and deceptively good at net, actually I won the US Open doubles with her in 1991, the last Major I won. They were beautiful as a team” (“Erano così difficili da affrontare ; penso Gigi sia stata la miglior giocatrice di volée della sua generazione, e soprattutto capiva il doppio, capiva come incrociare, quando incrociare, ed era estremamente audace. Natasha, con i suoi top-spin, i suoi angoli, i suoi pallonetti, era ingannevolmente brava a rete ; addirittura vinsi il mio ultimo Slam nel 1991 agli Us Open proprio in coppia con lei”) ripeteva con grande ammirazione sempre la già citata Pam Shriver (nelle prossime puntate le dedicheremo un’ulteriore rubrica, narrandone le gesta di gran doppista assieme alla Navratilova).

O ancora : “When they both played well, they were unstoppable” diceva Mary Joe Fernandez, intima amica di Gigi, assieme alla quale vinse due medaglie d’oro nel doppio alle Olimpiadi di Barcellona ’92 e Atlanta ’96. Furono questi gli unici due tornei, peraltro, che le due “Fernandez” giocarono assieme : “We worked well together, because I was a little bit more like Natasha, calmer and steadier ; Gigi was the one that was fiery, a little bit temperamental on the court, so we bounced out very well and our games complemented each other” (“Insieme giocavamo bene, essendo io (Mary Joe) più simile a Natasha, più calma e tranquilla, Gigi ,al contrario era quella focosa e guerriera sul campo ; per questo andavamo estremamente d’accordo ed i nostri diversi modi di giocare riuscivano così a combinarsi vicendevolmente”)

Infine, tanto successo non poté non essere premiato se non con il raggiungimento della vetta delle classifiche mondiali : Gigi Fernandez mantenne lo scettro per 80 settimane a cavallo tra il 1991 ed il 1995, mentre Natasha Zvereva rimase in vetta per 124 settimane, tra il 1991 ed il 1999 ; all’incredibile successo tennistico (come appare ampiamente dimostrato) il duo americano-bielorusso seppe combinare una sana dose di divertimento ed ironia, come dimostrano i numerosi siparietti di Natasha dopo punti spettacolari, conditi da movenze ammiccanti ed ancheggiamenti provocatoriamente sinuosi.

L’anno scorso sono state introdotte nella Hall of Fame di Newport, in una cerimonia dal sapore “doppio” : oltre alla nostra amata e fragile bielorussa Natasha e alla portoricana ed esplosiva Gigi altre importanti figure della specialità vennero fatte accomodare nell’arca della gloria tennistica, quali “The Woodies” (Todd Woodbridge e Mark Woodforde, dei quali ci occuperemo prossimamente, ndr) e Owen Davidson, storico compagno di misto di Billie Jean King. Non tutti, purtroppo, conoscono le straordinarie gesta di queste due grandi tenniste, troppo spesso sottovalutate o emarginate : forse è sufficiente dire che uno dei massimi elogiatori di Beatriz “Gigi Fernandez e Natalya “Natasha” Zvereva fu nientemeno che Arthur Worth “Bud” Collins, bibbia del tennis mondiale e penna raffinatissima. E se Collins si prodiga in tali elogi, in maniera del tutto sincera e disinteressata, credo non vi possano assolutamente essere dubbi di nessun genere al riguardo…

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