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01/09/2011 17:18 CEST - US OPEN

Gulbis free spirit...and crazy

TENNIS - Mentre Nadal batte in 3 set un Golubev bravissimo ma sciupone, Ernests Gulbis rompe il ghiaccio battendo Youzhny e festeggia il compleanno."Celebrazioni ne ho fatte fin troppe". "Il mio coach Canas ha una cattiva reputazione? E io pure!". La differenza fra le settimane di 'riposo' del lettone e degli altri "pro". Da New York, Ubaldo Scanagatta

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Dall’inviato Ubaldo Scanagatta

NEW YORK - Anche se la vittoria di Ernests Gulbis, nel giorno del suo venitreesimo compleanno, non fosse stata la sorpresa “maschile” della seconda giornata dell’US Open, sia pure per un’elininazione del russo Youzhny che era appena testa di serie n.16, sarebbe stato comunque interessante parlare con uno dei pochi giocatori che, oltre ad essere dotato di indubbio talento, è anche uno di quelli più simpatici, genuini, imprevedibili. Un erede di Marat Safin, vorrei dire senza essere neppure troppo originale, anche se Marat era davvero unico.
La vittoria di Gulbis, dopo un’estate finalmente convincente e un inverno invece disastroso è la prima del tennis lettone in uno Slam addirittura da Wimbledon 2009! Doppia sorpresa quindi e soddisfazione. Lui la prende con il sorriso sulle labbra.
“Come intendo celebrare questa vittoria nel giorno del mio compleanno? Beh, nella mia vita di celebrazioni ne ho fatte fin troppe! Sono giovane ma ho fatto fin troppe esperienze. Alcune delle quali anche …piuttosto idiote, ma ora sarei idiota se le ripetessi…Sono contento di aver finalmente vinto una partita dello Slam a New York, perché sono un ‘free-spirit’ e questa città dove c’è tutto , c’è vita, c’è energia, sembra fatta apposta per me”.
_Il segreto per spiegare questa vittoria e quest’estate finalmente brillante?
“Beh sono stato colpito da un virus tre volte, chiaro che nell’inverno non potevo rendere come avrei dovuto. Impossibile anche allenarsi seriamente. Ora lo sto facendo e i frutti si vedono..”
_Il tuo coach Willy Canas non ha una gran reputazione però…
“Se per questo nemmeno io! E poi a me dei test del doping non mi importa granchè, ci credo poco…E’ invece un fatto che da un mese a questa parte sono tornato a credere molto in me stesso”.
_ E la fiducia, l’autostima, sembrano più importanti di un bel servizio o una bella risposta…
“Esatto e _ rivolto ai colleghi americani che sono con me _ credete che Fish avrebbe cominciato a fare questi risultati se non fosse stato in fiducia”.
_E ora che sei fiducia anche te, che fai quando sei in campo. Prendi più rischi, giochi in modo diverso?
“Beh, cerco di pensare il meno possibile. Se pensi troppo ti vengono i dubbi, ti si spezza il ritmo, il gioco, l’ispirazione ti deve venire da dentro…e se pensi troppo alla necessità di dover vincere fallisci. Su me ci sono da tempo troppe aspettative, è facile che io entri in campo super-nervoso, anche se ho quest’aria rilassata e sembra che me ne freghi.Non è così, è solo apparenza”
_ Quand’è che non saresti più nervoso, dopo aver vinto un grande torneo magari e rispettato le attese?
“Uno Slam ti cambia la vita e l’attitudine psicologica. Un successo in un torneo da 250.000 euro no. E comunque sono solo i risultati nei tornei che ti danno fiducia. In Australia mi allenavo con Tsonga e vincevo alcuni set addirittura per 6-0 o 6-1…poi arrivavo sul campo ed ero svuotato, burnt out, bruciato”.
_Hai imparato qualcosa in questi anni di risultati non sempre entusiasmanti in rapporto al tuo talento?
“Dai miei errori sì, da quelli degli altri,come avrei potuto e dovuto invece no. Faccio un esempio: ci sono giocatori che quando si prendono una settimana di riposo continuano a fare esercizi fisici per un’ora o due, tanto resta ugualmente abbastanza tempo per riposarsi e divertirsi. Dopo di che stanno attenti a quel che mangiano, a quel che bevono, agli orari che fanno. Io fin qui sono stato diverso. Avevo una settimana di riposo? Non toccavo la racchetta, non aprivo la porta di una palestra, andavo a letto tardissimo (e sorride facendo capire che….il problema non era solo quello), mi svegliavo al pomeriggio, mangiavo e bevevo di tutto e di più. Chiaro che alla ripresa dell’attività chi si era comportato in un modo aveva certi risultati, chi come me…altri. E fra l’altro a 17 anni recuperi in un modo da certi stravizi, a 22-23 anni già in un altro…Capito?”
_Oggi contro Youzhny hai accusato dei crampi sul finire del match, al terzo set (6-2,6-4,6-4). Hai ancora una condizione atletica precaria?
“No, credo si sia trattato solo di nervosismo, è solo la seconda o terza volta che mi capita…ma ci tenevo talmente tanto a vincere finalmente un match in uno Slam dopo 2 anni e mezzo che …non mi pareva vero. E contro un ottimo giocatore come Youzhny poi.”
Tutta questa chiacchierata con un paio di colleghi americani e Franck Ramella dell’Equipe Ernests l’ha fatta stando in piedi addossato ad un muretto e sempre sorridendo. Alla fine mi ha dato anche un buffetto, memore di quando a Montecatini scherzammo insieme alla vigilia del match di Coppa Davis contro l’Italia…orfana di Bolelli. Anche se non l’avesse fatto per me Ernests rimarrebbe uno dei giocatori più simpatici che io abbia incontrato in questi ultimi anni. Chi accusa Ubitennis di essere…Ubinadal (a proposito, che pollo Golubev a perdere secondo e terzo set con Rafa dopo aver servito, malissimo!, per il set in entrambe le occasioni) si sbaglia di grosso. Se mi accusassero di essere UbiGulbis…beh, un pizzico di ragione potrebbero avercelo. Ma solo un pizzico.

Ubaldo Scanagatta

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