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04/09/2011 23:23 CEST - Us Open

Chi ha più chances: Penna o Schiavo?

TENNIS - Tutte e due possono approdare ai quarti. E sarebbe un record storico. Peng e Pavlyuchenkova non sono imbattibili. Flavia ha più chances per le semifinali che non Francesca. Kerber o Niculescu non sono Serena Williams. Francesca si è salvata per il rotto della cuffia con la Scheepers (un matchpoint annullato) ma sta servendo male. Per la Pennetta è la classica prova del noveDa New York, Ubaldo Scanagatta

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NEW YORK - Sempre loro due. Francesca e Flavia, Flavia e Francesca. Flavia ha compiuto una grande impresa eliminando Maria Sharapova che poteva essere considerata una delle grandi favorite di un torneo che lei aveva già vinto. Francesca ha trasformato un match che pareva di ordinaria amministrazione in una partita rocambolesca dai contorni semidrammatici contro una tennista pochissimo conosciuta come Chanelle Scheepers, n.81 del mondo.

La Schiavone non ha certo giocato bene, ma non si dice sempre che è un segno di classe vincere quando si gioca male…che a vincere quando si gioca superbene sono buoni tutti? La Scheepers è sembrata più forte di quel che è perché ha comandato quasi sempre lei il gioco per due set. La Schiavone non riusciva a spostarla e lei, soprattutto con un eccellente e pesantissimo dritto, si piazzava davanti alla riga di fondo e menava la danza. Francesca ha corso il doppio della sudafricana. E ha ancora una volta dimostrato di avere un gran fisico. Avete presente i maratoneti kenioti che pesano come gazzelle e non si stancano mai pur correndo il doppio degli altri.

Se quando lo scambio si allunga subito lei diventa favorita _ per un set e mezzo gli scambi oltre i 4 colpi sono stati pochissimi _ figurarsi quando si allunga tutta la partita.

Ha servito di peste Francesca per tutto il primo set (37% di prime), per buona parte del secondo (44%) fino a che è finalmente salita nel terzo (59%). La media generale è stata di un mediocrissimo 45%. Così ha subito sette break. E che fosse un problema anche psicologico lo dimostra il fatto che in quei 7 break due sole volte è arrivata a 30. Nelle altre si è fermata a 15 o a 0. Mai a 40. Quindi non è mai stata nemmeno vicino a salvare una pallabreak. Che significa questo? Semplicemente che come non le entrava la battuta e si ritrovava indietro 0-15, 0-30 o 15-30 veniva presa dall’angoscia, serviva solo “seconde” e quindi subiva, subiva, correva, correva.

Nel secondo set ha giocato un passante di rovescio difficilissimo in un momento superdelicato, sulla palla del 5-3 nel secondo set per la compostissima sudafricana. E lo ha doppiato con un altro passante sulla palla successiva.

Ciononostante si è ritrovata, dopo aver fatto il break e conquistato un quasi insperato 4 pari, a riperdere il servizio a 15 e a dover annullare un matchpoint sul 4-5. La Scheepers non lo ha buttato: semplicemente le è uscito fuori, e non di tanto, un bel rovescio bimane. Se fosse entrato avrebbe avuto il pallino in mano per chiudere il punto con un colpo successivo.

Quando Francesca ha vinto il secondo set al sesto setpoint al tiebreak, pur essendosi fatta sfuggire 3 setpoints consecutivi sul 6-5 0-40, tutti abbiamo pensato che la partita fosse quasi finita. Perché Francesca era ormai carica, perché si pensava che la sudafricana _ che pure non aveva fatto una piega quando era stata clamorosamente derubata di un punto assai importante proprio sul 5-6 0-15 ma aveva esaurito i tre challenge (pessima l’arbitra: la palla era fuori 8-10 cm, avrebbe dovuto chiamarla lei) _ avrebbe “mollato” nel terzo, memore delle occasioni mancate nel secondo.

Invece Chanelle (ma che nome è? Sembra quello della figlia di Totti, ma "Er Pupone" s’è ispirato ad un profumo…Chanel) ha cominciato il terzo come se nulla fosse, tenendo il servizio (ottima la “prima”, modesta la “seconda”…ed era un delitto che Francesca non riuscisse ad attaccarla decentemente più spesso).

Come accennato sopra per sua fortuna la “Schiavo” ha cominciato a mettere qualche “prima” in più _ lei stessa dirà dopo (ascoltate l’audio…) che i colpi d’inizio gioco, servizio e risposta, nel tennis d’oggi sono i colpi fondamentali, e ancora più per lei che non ha la potenza di altre per rovesciare una situazione, anche se poche si difendono come lei _ e difatti nel terzo set ha subìto un solo break (quand’era avanti 3-2 però…) e gli altri tre servizi li ha tenuti a 30 (due) e a 0 (uno, per andare 5-3 per l’appunto: brava lei, ma anche in chiaro calo la sudafricana finalmente costretta a correre).

Le mie sensazioni a bordo campo erano che Francesca pur in una pessima giornata _ quanti dritti ha sbagliato! _ era (ed è) atleticamente a postissimo. Avrebbe potuto giocare cinque set pur avendo corso molto più dell’avversaria. Nelgi ultimi tre games la Scheepers ha fatto 2 punti.

D’altra parte se lei finisce spesso per vincere le maratone (per ricordare le ultime c’è il 16-14 al terzo con la Kuznetsova a Melbourne nel match di 4 ore e 44 più lungo della storia degli slam (cito a memoria…), c’è il 5-7,6-3, 6-4 con la Kulikova al Roland Garros 2010, il 7-5 4-6 7-5 con la Kanepi a Tokyo per oltre tre ore di gioco, c’è quello con la Pironkova a Miami 2009 (6-3,5-7,6-3) quell’altro con la Pavlyuchenkova in Fed Cup 2009 (7-6,4-6,6-2) in 2 h e 54, mi pare un altro infinito con la Mauresmo (al nostro statistico Rosato ho chiesto di farci una lista…), e ovviamente come dimenticare il 6-7,7-5,6-2 con la Sugiyama che è un po’ come il Mahut-Isner degli uomini perché duro 4 giorni per via anche di una dozzina di interruzioni dovuti alla pioggia. La “Schiavo” finì allora in prima pagina sul New York Times.

Aggiungo anche il 9-7 al terzo con la canadese Marino in Australia, altro match giocato malissimo da Francesca, ma raccattato in fondo con il solito coraggio e il non meno solito crescendo finale.

Perché vinco queste partite supercombattute? Rispondo d’istinto: sono più forte mentalmente, tecnicamente, di colpi e fisicamente”. Anche chi condividesse _ ma ovviamente a metà, perché dipende anche dal nome dell’avversaria no? _ si domanderebbe allora: ma perché non vince sempre?

La risposta è che non si può vincere sempre. Ma anche che è vero che Francesca ha una tenuta mentale e fisica notevolissima. Forse migliore di lei ce l’ha soltanto la Wozniacki, che difatti è n.1 del mondo, checchè se ne dica del suo gioco. Ma quante partite vince la danese (5 se non sbaglio proprio con Francesca…che l’ha battuta solo a Parigi 2010 e a Zurigo 2008 contro una Woz bambina) rimontando o restando lì con la testa e il fisico?

Adesso, domani, Francesca giocherà con la Pavlyuchenkova e mi auguro proprio che non voglia ripetere l’esperienza traumatizzante (ma per chi?) dei quarti del Roland Garros quando perdeva 6-1,4-1 prima di vincere rocambolescamente alla sua maniera 1-6,7-5,7-5. I miracoli si possono fare, ma replicarli è difficile.

Ma oggi, ore 17 italiane, c’è quella che Rino Tommasi chiamerebbe…la prova del nove per Flavia Pennetta. Ha battuto la Sharapova, ma batterà anche la Peng?

L’avere un tabellone straordinario per sognare la semifinale aggiunge soltanto pressione, non la diminuisce. Niculescu o Kerber nei quarti, nemmeno papà Pennetta le avrebbe piazzate lì. Io ricordo che quando Flavia battè Venus Williams a Parigi nel 2008 poi perse dalla Suarez Navarro… Lì la prova del nove la fallì clamorosamente.

Invece nel suo anno migliore, il 2009, a Los Angeles battè prima Petrova, Zvonareva, poi Sharapova (la sola a strapparle un set) quindi Stosur. Che torneo! Però non era uno Slam. E gli Slam, si sa, fanno storia a sé. Non si potè parlare di prova del nove per Flavia quando qui due anni fa disputò quella straordinaria rimonta con la Zvonareva, sei matchpoints, perché al turno successivo si imbattè in Serena Williams che la battè 6-4,6-3 e Flavia giocò bene.

Contro la Peng _ che quest’anno era partita da n.72 _ molti pretendono che Flavia vinca per il solo fatto di averla battuta già 4 volte, però se la Peng è diventata n.14 del mondo sopravvanzando di gran lunga Flavia qualche risultato lo ha fatto: semifinale ad Auckland, finale ad Hobart, ottavi all’Australian Open, quarti a Indian Wells, ottavi a Miami, quarti a Doha, semifinale a Charleston, finale a Bruxelles, semifinale a Birmingham, ottavi a Wimbledon, quarti a Carlsbad e quarti a Cincinnati.

Ho scritto tutti questi risultati per sottolineare da un lato la sua regolarità, dall’altro la sua incapacità a vincere grandi prove: non ha mai vinto un torneo, ha fatto quattro finali ed ha 25 anni. Insomma gioca bene ed è in grado di approfittare dei passi falsi delle migliori _ ha battuto quest’anno la Schiavone a Doha ma ci ha perso a Parigi e a Madrid _ ma non è un fenomeno.

Il suo tallone d’Achille è la mobilità. Se comanda, e con la risposta ci prova sempre, motivo per cui l’incisività della battuta della “Penna” sarà determinante, è pericolosa. Ma in difesa è debolissima perché corre male. E si rompe pure spesso. Insomma Flavia può farcela, questa può essere considerata davvero una prova del nove. Non è detto che la Peng sbagli tanto quanto la Sharapova (60 errori), ma certo la sua prima di servizio non è forte come quella di Maria (anche se Maria poi è capace di fare 10 doppi falli e più a match).

La domanda ora è quella… delle mille pistole (puntate su chi deve rispondere senza tatticismi)! E’ più facile che la Schiavone batta la Pavlyuchenkova o che la Pennetta batta la Peng? Sono entrambe partite difficilissime. Sto facendo un minireferendum fra i collaboratori di Ubitennis presenti a New York:

Vanni Gibertini: “Secondo me è più facile che vinca la Schiavone perchè ha più varianti tattiche della Pennetta e perché rende di più nella battaglia".

Riccardo Nuziale: “Vado contro Gibertini. Più facile che vinca la Pennetta perché questo è il suo torneo, e perché la Schiavone l’ho vista molto male al servizio

Giacomo Fazio: “Vince FACILE la Pennetta sulla Peng perché questo è il tabellone della sua vita. Uno così non se lo ritroverà mai più. Mentre la Schiavone perderà con la Pavlyuchenkova perché è chiusa dalla superficie e anche perché penserà che dopo avrebbe comunque Serena Williams e quindi le sue chances sono ridotte”.

Ora tocca a me: “La Peng avrà pure fatto grandi risultati ma secondo me è assai limitata. La Pennetta ora è su di giri, la miglior Pennetta è più forte della miglior Peng. Non so invece se sul cemento la miglior Schiavone è più forte della miglior Pavlyuchenkova. Lo è solo dal terzo set in poi. Ma la russa potrebbe vincere in due set se la “Schiavo” non gioca decisamente meglio di come l’ho vista in questi giorni. Trattandosi di un purosangue può darsi che faccia la corsa della vita, ma da 1-6,1-4 si può recuperare sulla terra rossa. Sul cemento è più dura”.

Beh, comunque vada, qualcuno di noi ci avrà azzeccato.

Ubaldo Scanagatta

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