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09/11/2011 11:13 CEST - STORIE ITALIANE

La seconda vita di Stefano Ianni

TENNIS - Il tennista monzese ha scalato più di trecento posizioni nella classifica mondiale in poco meno di quattro mesi. Abbandonato il singolo punta tutto sul doppio "Che è meno faticoso e dove penso di potermi esprimere a ottimi livelli anche andando avanti con l'età". E pensare che solo qualche mese fa era sull'orlo del ritiro. “Vorrei entrare nei top 100 e nei tabelloni degli Slam” racconta “Jan”, colui che un giorno fece soffrire addirittura Nole Djokovic...Marco Caldirola

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Tutto è cominciato per gioco, quasi per caso, una sera di mezza estate. Stefano Ianni è reduce da una stagione non proprio positiva, annata che potrebbe anche essere l'ultima della sua carriera. Siamo al torneo Future di Fano, e “C''è da difendere una marea di punti, sia in singolo che in doppio” ricorda Stefano, consapevole che proprio il torneo che si disputa sul suolo italico possa dunque anche essere il tramonto della sua carriera. Le alternative, fuori dal campo, per il monzese che risiede da tempo a Miami, non mancano, ma il tennis... è sempre il tennis e Ianni, che il gran tennis nelle sue corde l'ha sempre avuto, sforna un gran torneo. “Se non faccio punti sprofondo – ricorda di aver detto a se stesso – in singolo perdo subito, mi rifaccio però in doppio dove riesco a difendere il risultato dello scorso anno in coppia con Luca Vanni, un risultato che non solo mi dà morale ma, col sennò poi, sarà anche decisivo”. Ianni non aveva ancora deciso che il doppio sarebbe diventato la sua seconda vita tennistica. Comincia l'estate da numero 500 al mondo nella specialità, lunedì 7 novembre, nelle ultime classifiche, era al 184° posizione del ranking..

La grande estate
Di esempi di singolaristi poi riciclatisi doppisti ce ne sono moltissimi. Restando in Italia, basti pensare a Daniele Bracciali... Insomma, quello di Stefano Ianni non è il primo esempio di tennista che allunga la propria carriera cambiando specialità. Abbiamo raccontato del torneo della svolta, ma nella calda estate del tennista classe 1981 c'è stato anche quello che ha dato il là alla scalata. “Gioco a Trani, anche qui senza particolari ambizioni – sottolinea Ianni – il mio compagno Di Meo aveva una wild card per il torneo e Trani poteva essere anche una bella meta per far vacanza... Ridendo e scherzando siamo arrivati in finale”. Da quel momento non si fermerà più. Arriva, infatti, la vittoria nel Futures di Appiano in coppia con Giannessi, poi lo splendido successo nel Challenger di San Sebastian con Vagnozzi. “Se Trani mi ha convinto a tuffarmi in questa avventura, la vittoria a San Sebastian, arrivata anche con una buona dose di fortuna, mi ha dato le conferme che stavo cercando” spiega l'ex allievo di Borroni, che tra agosto e settembre infila poi tre quarti di finale, tra Manerbio, Como e Genova e soprattutto un'altra affermazione, ancora con Vanni, a Todi, trionfando in una finale da brividi (rimontando da 9-5 nel super tie prima di imporsi 11-9) contro Fischer e Motti. Per la prima volta nella sua carriera Stefano Ianni abbatte il muro dei top 200.

Il mondo del doppio
A differenza di quanto accade solitamente, Ianni non ha un compagno fisso, con il quale affrontare i vari tornei del circuito. “Ho giocato sempre con compagni diversi tranne che in due circostanze, quando al mio fianco c'era Vanni. Devo dire che ho una buona percentuale di vittorie pur non avendo un partner e penso che continuerò così, mi sono trovato bene con tutti quelli con cui ho giocato anche perché l'ho sempre fatto con persone che conosco da tempo. Da luglio ho giocato solo otto tornei e l'aver scalato trecento posizioni mi dà grande carica in vista del 2012”. A 30 anni Stefano ha trovato la sua nuova dimensione, quel doppio “Che è sicuramente meno faticoso del singolo dal punto di vista fisico e anche tatticamente é più semplice perché si riduce a due-tre situazioni in particolare, quindi credo si possa giocare ad ottimi livelli anche andando avanti con l'età”. Archiviato il Challenger di Medellin, l'ultimo appuntamento della stagione dovrebbe essere il torneo di Champaign, “Ma ho un piccolo problemino fisico – racconta il tennista brianzolo – e non so ancora se andrò o meno. Di certo, so che l'anno prossimo vorrei provare ad entrare nei primi 100 e magari giocare i tornei dello Slam. Il sogno? Ovviamente la Davis, ma è durissima... (ride - ndr)”.

Quella volta che fece soffrire Nole…
Abbiamo parlato del “nuovo Ianni”, ovvero quello che punta dritto ai primi 100 del doppio. Ma, e verrebbe quasi da dire in un'altra vita, c'è stato uno Ianni capace di arrivare al numero 300 della classifica di singolare, di affrontare le quali di Wimbledon (dove perse dal sudafricano De Voest) e di estrarre dal cilindro anche un clamoroso torneo di Umago, nel 2006. A distanza di cinque anni Stefano ricorda quella settimana come una delle più belle della sua carriera tennistica. “E' stata un'esperienza fantastica e importante per la mia crescita tennistica, arrivavo da una sconfitta al primo turno delle qualificazioni di un Futures (scherzi del destino, con Luca Vanni – ndr) e mi sono presentato ad Umago pensando di non entrare neppure nelle qualificazioni. Ma con un pizzico di fortuna ho giocato, e anche parecchio bene”. Al primo turno delle quali elimina Tuksar, che allora su terra era sicuramente un “cagnaccio”, poi Jan Minar e Stefano Galvani (altri due giocatori “tosti”) ed al primo turno del main draw approfitta del ritiro di Gabashvili nel tie break del primo set. In regalo, al secondo turno, c'è quel serbo che di nome fa Novak e di cognome Djokovic, allora già nei primi 20 della classifica mondiale, che Ianni impensierisce più di quanto non dica il 6-3, 6-4 finale. “Una gran bella settimana, condita da una grande giornata sul campo centrale contro l'attuale numero 1, anche se il mio idolo resta Federer: rimango sempre stupito di come riesce a rendere semplice uno degli sport più difficili al mondo – dice sorridendo “Jan”- Umago resterà una delle soddisfazioni più grandi, non l'unica certo, anche se credo che avrei comunque potuto fare qualcosa in più nella mia carriera da singolarista. Il mio best ranking é stato 300 nel 2007 e proprio nel momento in cui avrei potuto fare bene nei Challenger, ho avuto problemi fisici che mi hanno fatto perdere tempo e fiducia. Ma raggiungere la mia miglior classifica è stata sicuramente una soddisfazione e sono nel complesso contento della mia carriera”. Ianni ha intanto già “messo il suo euro” in ottica futura su Giannessi, “Che ha già dimostrato di poter competere ad alti livelli e credo che possa diventare a breve il sesto italiano nei primi cento della classifica di singolare. Il tennis azzurro sta passando un bel momento, ci sono Seppi, Fognini, Starace, Cipolla e Volandri nei primi cento e dalle retrovie c'è qualche giovane, come Giannessi appunto, molto promettente. Dico “qualche” perché credo che dovrebbero essercene di più...”.

Marco Caldirola

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