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18/11/2011 19:32 CEST - ATP WORLD TOUR FINALS

Verso Londra: Tsonga e Fish

TENNIS - Tsonga e Fish sono entrambi nel Gruppo B, quello presidiato da Nadal e Federer. Le chance di qualificazioni sembrano residue per entrambi. Il Masters un giusto premio per un'ottima annata. Tsonga, semifinalista a Wimbledon, è tornato a vincere dopo due anni. Fish a trent'anni è diventato il numero uno americano. Ma non è al 100% fisicamente. Potranno fare qualche sgambetto? Alessio Morra

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Jo Wilfred Tsonga e Mardy Fish sono gli outsider del Gruppo B. Hanno pescato Nadal e Federer. A Ferrer e Berdych non è che sia andata molto meglio con Djokovic e Murray. Ma le incertezze dello scozzese e la salute di Nole re di Belgrado, e quest’anno anche del tennis, aprono, almeno, una piccola porticina all’altro spagnolo e al ceco.

Jo Wilfred Tsonga

Tsonga dopo tre stagioni torna a giocare il Masters. Un giusto premio per ‘Alì’ e un giusto premio per i francesi, che negli ultimi quattro anni hanno vinto ventiquattro tornei, giocato una finale e una semifinale di Davis e, soprattutto, hanno avuto in undici occasioni un giocatore almeno nei quarti in una prova dello Slam.

Questa, che è la miglior stagione di Jo non è iniziata bene e, ha come fil rouge Roger Federer. Con l’ex numero uno ha perso in semifinale a Doha. A Melbourne è crollato sotto il sole e sotto i colpi di Dolgopolov, che, rimontando, con un doppio 6-1 lo ha messo al tappeto. Un po’ di luce con la finale di Rotterdam, dove ha perso da Soderling.

Poi una serie di risultati negativi: Youzhny lo elimina a Marsiglia, perde al primo turno a Indian Wells, sconfitto da Malisse, e al terzo a Miami, ancora battuto da Dolgopolov. Decide, dopo tanti anni di proficua collaborazione, di licenziare il suo allenatore Eric Winogradsky. A Madrid si ferma agli ottavi, al Foro Italico non gioca male, ma perde con Federer (6-4, 6-2). Il match dura poco più di un’ora.

Al Roland Garros Federer è presente, anche se non si vede. Lo svizzero viene sorteggiato in mezzo ad una miriade di francesi. Tsonga potrebbe incrociarlo negli ottavi. Ma, nei sedicesimi deve battere Wawrinka. Jo da Le Mans vince i primi due set, perde il tie-break del terzo e cede di schianto, come a Melbourne.

L’erba lo rivitalizza. Batte Nadal e arriva in finale al Queen’s, dove perde da Murray. A Wimbledon compie il salto di qualità. Batte Dimitrov, Gonzalez e Ferrer. Nei quarti sfida Federer. Perde i primi due set, non si dà per vinto e riesce nell’impresa di sconfiggere nel suo giardino di casa Roger, che mai aveva perso in uno Slam dopo aver conquistato i primi due set. In semifinale perde da Djokovic, ma può recriminare. Il primo set perso al tie-break, poteva essere il suo. Quando torna a giocare, in Canada, dall’altra parte della rete c’è ancora Federer. Tsonga vince ancora. Come a Wimbledon si ferma in semifinale con il numero uno del mondo. La fatica di Montreal si paga a Cincinnati.

US Open lo vedono vincente su Verdasco e, soprattutto, su Fish. Un match infinito, in una giornata interminabile. Jo vince 6-2 al quinto. Federer, sceso in campo dopo la Wozniacki, lascia le briciole a Monaco e termina alle due di notte! Il quarto di finale è una passeggiata per Federer. Dopo la Davis, Tsonga torna a vincere un torneo dopo due anni.

Lo fa a Metz. Il tabellone non era certo irresistibile. Vola in Asia. A Pechino è semifinalista. Nishikori lo butta fuori da Shanghai. Torna in Europa. Torna a vincere. Conquista Vienna. Anche qui il tabellone non era particolarmente duro. L’unico ostacolo è steso in finale: Del Potro. A Bercy la sorte lo agevola. Due turni abbordabili, poi il forfait di Djokovic. La semifinale vinta con Isner, cui annulla tre matchpoint, la vince con il cuore. In finale c’è, ancora, Federer, che si prende anche Parigi Bercy.

Tsonga con 74 partite giocate è secondo solo a Nadal (79) come numero di partite giocate nel 2011, tra gli otto partecipanti al Masters di Londra. Chance di qualificazioni alle semifinali? Poche se Nadal è in forma. Decisivo potrebbe essere il primo match che giocherà, naturalmente contro Roger Federer.

Mardy Fish

Anche per Mardy Fish questa è la miglior stagione della carriera. Fish, nato nel Minnesota, ma di fatto californiano, dove si trasferì nell’85, è dai primi di aprile il numero uno americano. Considerato che ha trent’anni (li compirà a dicembre) sarà per la prima volta al Masters dev’essere davvero felice: il traguardo raggiunto è straordinario.

Guardando, però, i numeri: 43 vittorie e 65 partite giocate si nota un netto divario tra Mardy e gli altri partecipanti al Masters. Così, spulciando le classifiche si nota che i 2965 punti di Fish non sarebbero bastati per entrare al Masters né l’anno scorso (Roddick era ottavo con 3665 punti) né due anni fa (l’ottavo era Verdasco che ottenne 3300 punti).

Con i punti ottenuti Fish avrebbe chiuso le due precedenti stagioni al decimo posto.

L’avvio non è stato esaltante. Secondo turno nel Queensland e a Melbourne (ha perso da Robredo), poi due semifinali a Memphis e Delray Beach, dove ha perso da Raonic e Del Potro. Il canadese lo ha eliminato subito ad Indian Wells.

A Miami supera Gasquet, Del Potro e Ferrer. Diventa il numero uno americano e si arrende all’imbattibile serbo. Vince due match sul rosso a Houston e Roma, a Madrid cede subito. Al Roland Garros sul centrale, all’imbrunire, si ferma al terzo turno con Gilles Simon. Ricarica le pile in casa, prima di Wimbledon. Dove raggiunge per la seconda volta i quarti in uno Slam. Dopo il prestigioso il successo su Berdych negli ottavi, cede a Nadal, che lo superò anche nell’altro quarto Slam (US Open ’08). Fish lascia Londra e vola nel Texas dove c’è il quarto di Davis contro la Spagna.

Fish gioca per la prima volta da numero uno e dimostra, ma forse non c’era bisogno, che lui leader non è. Perde il primo singolare con Feliciano Lopez, 8-6 al quinto. Il game che ha deciso il match è forse il peggiore giocato nel 2011, con una serie di sconsiderati attacchi che lo hanno messo k.o.; sul 2-1 Spagna è Ferrer ha metterlo al tappeto. Quattro set giocati, con quasi cinque ore di gioco!

Fish è l’emblema del tennis americano moderno, che non ha più campioni. E’ un buon giocatore, gioca bene, ma non ha personalità. Lo dimostrano le finali che ha giocato in carriera: ne ha perse 14 su 20! Fish, ormai, è abituato a questi sali-scendi, così dopo la Davis si getta sui tornei. Per il secondo anno consecutivo vince ad Atlanta, ancora su Isner. A Los Angeles è battuto in finale da Gulbis.

I due ‘1000’ estivi lo portano al Masters di Londra. In Canada è finalista. Si prende la rivincita su Lopez e Gulbis; supera anche Wawrinka e Tipsarevic. Djokovic è troppo forte. A Cincinnati si toglie uno sfizio non da poco: batte Nadal. In semifinale Murray lo manda a casa. A New York da numero uno stelle e strisce perde, al quinto set, da Tsonga. La semifinale a Tokyo, perde con Nadal, l’ultimo torneo concluso ‘regolarmente. Poi due ritiri uno a Basilea, l’altro a Bercy.

Sembra assai improbabile la qualificazione alle semifinali per Mardy Fish che, secondo alcuni, potrebbe non finire nemmeno il torneo e rischierebbe di rendere zoppo il gruppo presidiato da Nadal e Federer.

Alessio Morra

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