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23/11/2011 15:12 CEST - IL GIOCATORE CONTESO

La scelta di Bogomolov

TENNIS – Alexander Bogomolov jr. è reduce dalla migliore stagione in carriera. Un paio di semifinali di tutto rispetto, il miglior progresso in classifica nel circuito (attualmente nr. 33 ATP, il suo best ranking, ad inizio anno era nr. 170), alcuni scalpi eccellenti (Murray e Tsonga). Ma chiedendo all'ITF di giocare in Davis per la Russia ha fatto arrabbiare non poco la USTA. Storia di un piccolo incidente diplomatico. Stefano Tarantino

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Fino a pochi mesi fa, Alexander Bogomolov jr. era solo una ex promessa del tennis giovanile americano che non era però mai riuscito a confermarsi una volta arrivato tra i professionisti. Basti pensare che nel 1998 aveva vinto da junior i campionati americani (battendo in finale niente poco di meno che Andy Roddick) e chiuso nel 2000 al nr. 1 la classifica della USTA degli under 18. Poi però tutta una serie di disavventure legate alla propria vita familiare (matrimonio e poi divorzio dopo appena due anni dall'altra giovane promessa americana, Ashley Harkleroad, e l'abbandono della famiglia da parte del padre) ed a quella tennistica (infortunio ai legamenti del polso prima, squalifica per utilizzo di un medicinale contro l'asma vietato dalla federazione internazionale poi), ne avevano rallentato l'ascesa e la definitiva maturazione, relegandolo nelle retrovie del ranking ATP (basti pensare che solo nel 2003 e nel 2007 prima di quest'anno era riuscito temporaneamente ad entrare tra i primi cento).

Quest'anno però il giocatore naturalizzato americano ha vissuto una stagione di tutto rispetto (grazie probabilmente anche al nuovo matrimonio ed alla nascita della figlia) che riassumiamo di seguito.
Dotato di colpi potenti sia di diritto che di rovescio e di una buona solidità da fondo campo, Bogomolov jr. dopo aver fallito le qualificazioni agli Australian Open (sconfitta al turno decisivo) raggiunge i quarti sul veloce di Zagabria seguiti da una finale nel challenger di Dallas. Nel doppio appuntamento con i Masters 1000 di marzo va molto bene a Miami dove supera le qualificazioni e batte Murray per poi perdere nei sedicesimi da Isner.
Il tennista americano è ormai vicino ai TOP 100 e l'approdo arriva dopo le due finali perse nei challenger di Sarasota e di Praga. Al Roland Garros riesce a qualificarsi al tabellone principale, poi si passa sull'erba ed arriva un altro ottimo quarto a 's-Hertogenbosch. Ottimo terzo turno anche a Wimbledon (battuto da Berdych) e poi ancora quarti a Newport, torneo che per l'appunto chiude la stagione erbivora.

Bogomolov jr.ormai è in piena fiducia, si torna sul cemento americano ed arriva una prestigiosa semifinale ad Atlanta, poi supera le qualificazioni sia a Montreal che a Cincinnati e proprio qui arriva sino agli ottavi (battuto tra gli altri Tsonga, viene sconfitto da Murray). Agli US Open arriva al terzo turno (lo ferma ancora Isner), poi va maluccio la stagione asiatica ma ormai è tra i primi 50 e riesce quasi sempre a guadagnarsi l'accesso diretto ai tabelloni principali. Così si torna in Europa e tornando nella terra natia (dal cognome si evince la chiara origine russa) il tennista americano gioca in Russia due ottimi tornei. Raggiunge i quarti a Mosca (dove butta all'aria la vittoria contro Troicki, avanti 7-6 4-1 con due break di vantaggio) e le semifinali a San Pietroburgo (dove cede nettamente a Tipsarevic). Arriva così al best ranking (nr. 33), ma soprattutto il ritorno in Russia e l'incontro con il padre fa da preludio ad un piccolo incidente diplomatico.

Qui è necessario fare un piccolo passo indietro. Alex Bogomolov jr. insieme al padre (che porta lo stesso nome) ed a tutta la famiglia nel 1992 si trasferiscono in Florida dalla Russia, alla ricerca come tutti gli immigrati di uno stile di vita con prospettive migliori. Per questo Bogomolov jr. è americano ma ha la doppia cittadinanza, aspetto questo che come vedremo è fondamentale nella vicenda che andiamo a sviluppare. Alex Bogomolov sr. è un valido coach di tennis che tra gli altri ha allenato Yevgeny Kafelnikov e Andrei Medvedev.
Inizialmente segue anche il figlio, poi nel 2003 decide di tornarsene in Russia perché in disaccordo con i metodi di allenamento della USTA, lasciando però in America la propria famiglia. La USTA decide nonostante tutto di continuare a seguire Alex Bogomolov jr., aiutandolo soprattutto da un punto di vista finanziario, mettendogli a disposizione i coach federali, le strutture di Boca Raton ed aiutandolo nel circuito (si parla di contributi per almeno 50.000,00 $). Inoltre il tennista viene inserito nel team USTA e viene seguito nei vari tornei dai tecnici americani. Quest'anno finalmente però il lavoro della federazione sembra dare i frutti sperati, finalmente Alex ritrova il suo gioco migliore e come abbiamo illustrato scala posizioni su posizioni. Qui però nasce il problema: il giocatore da circa tre anni non vede il padre con il quale il rapporto è alquanto conflittuale e l'occasione per rivedersi si presenta proprio in occasione dei due tornei a Mosca e San Pietroburgo.

Guarda caso dopo i colloqui con il padre (il giocatore precisa che si parlano solo dopo le sue vittorie e mai dopo le sconfitte) Alex Bogomolov jr. dichiara la sua volontà di voler giocare in Davis con la Russia.
In terra americana succede il finimondo, su più siti specializzati il tennista viene definito come ingrato, irriconoscente verso quella federazione che lo ha a più riprese aiutato nel momento del bisogno.

Bogomolov jr. spiega così la propria scelta: ”Ho cercato di ristabilire un rapporto con mio padre soprattutto per mio fratello più piccolo, è cresciuto senza la figura paterna ed ha sofferto molto. Il mio desiderio è quello di chiudere la mia carriera giocando per la nazione che mi ha dato i natali, la Russia”. Il tennista prepara così una richiesta all'ITF con la quale chiede il permesso (data la doppia cittadinanza) di giocare in Davis per la Russia.
A questo punto le soluzioni sono le più disparate.  Quando un giocatore ha la doppia cittadinanza e da l'assenso ad essere disponibile per una nazione deve di solito aspettare sei mesi per il benestare dell'ITF e quindi Bogomolov jr. non potrebbe essere comunque convocato per il primo turno del 2012, previsto per febbraio quando la Russia affronterà in trasferta l'Austria. Ma ultimamente la regola è stata cambiata ed il periodo è stato abbreviato a tre mesi, solo che non è chiaro se la nuova normativa è già in vigore oppure lo sarà solo dal prossimo anno. Inoltre l'USTA potrebbe impugnare la richiesta di Bogomolov e chiedere all'ITF di sospendere per tre anni la disponibilità del tennista in Davis per la Russia, a meno che lo stesso giocatore non si dichiari pronto a risarcire economicamente la federazione americana per il totale degli aiuti economici ricevuti.

Altro punto d'attenzione da non sottovalutare: se Bogomolov jr. giocasse per la Russia non sarebbe convocabile per le Olimpiadi in quanto quest'anno non si è reso (diciamo che non lo poteva essere) disponibile per le convocazioni in Davis, mentre essendo al momento il quarto giocatore americano nel ranking potrebbe essere scelto dagli USA tra i convocati. E poi, siamo sicuri che Tarpischev e i giocatori russi accetterebbero di buon grado la presenza di Bogomolov jr.? Oddio, visto lo stato delle cose del tennis russo, l'età avanzata dei migliori, l'assenza ormai acclarata di Davydenko che quest'anno ha detto basta con la Davis e la vittoria arrivata grazie ai miracoli di Youzhny contro il Brasile nei play-off di settembre, il nuovo arrivo sarebbe quantomeno da considerare. Ma giocare per la Russia vale quanto avere la possibilità (remota o meno e da verificare) di partecipare alle Olimpiadi? E' chiaro che se però lo scendere in campo per la Russia equivale a riallacciare un rapporto proficuo con il proprio padre non ci sono ragionamenti che tengano, di fonte agli affetti familiari tutto il resto non conta.

Stefano Tarantino

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