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21/11/2011 14:12 CEST - INTERVISTE

Roger Federer (20-11-2011)

ROGER FEDERER b. Jo Wilfried Tsonga 6-2 2-6 6-4 (Traduzione a cura di Giulia Vai)

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Q. Hai perso il controllo della partita alla fine del secondo set. Come hai fatto ha riprenderlo?
ROGER FEDERER: Penso di non aver giocato male. Penso sia stato un buon primo set. Anche il secondo era buono: non avrei dovuto subire il secondo break. Il primo gliel’ho un po’ regalato. Penso che fossi 30 a 0. È arrivato a 30 pari poi ho sbagliato due diritti che di solito non sbaglio, forse può essere stata la pressione del primo match, le condizioni differenti, una scelta di colpi sbagliata. Ma lui ha servito sempre meglio, e quando ha fatto il break nel secondo, ha iniziato a colpire più liberamente. Io ho cercato di rimanere tranquillo, aspettando una chance quando non ha servito al meglio. Sono riuscito ad approfittarne e alla fine ho vinto.

Q. E’ difficile giocare contro Tsonga quando gioca così. Come hai fatto a mantenere la calma nel difficile terzo set?
ROGER FEDERER: Cercando di stare calmo. Non è sempre possibile avere la partita in controllo contro Jo. Questa è la sua bellezza. In un certo senso mi piace. Anche il fatto che sia il primo turno ha reso la partita incerta con molti alti e bassi. Ecco perché sono contento del modo in cui sono riuscito a farcela oggi.

Q. Quale è il segreto per rispondere al servizio di Tsonga e come giudicheresti il tuo gioco in risposta in quest’anno?
ROGER FEDERER: Quando ho giocato contro Jo a Doha ad inizio anno, lui stava tornando da un infortunio e stava servendo molto bene, mischiando slide, kick e potenza. Una volta che ci prende la mano è difficile fermarlo e trovare il ritmo giusto contro di lui, anche perché il suo gioco 1-2 è altrettanto buono come ha dimostrato in 4 set e mezzo contro di me a Wimbledon. Rende molto difficile rispondere al suo servizio. Oggi ho avuto dei flashback di quella partita perché ci sono stati momenti in cui non avevo opportunità. Devi solo cercare di fare del tuo meglio. In generale penso di aver cercato di fare cose diverse quest’anno con la riposta, a volte più offensivo, a volte normale. Ma di recente ho giocato bene. Dipende sempre dalla superficie, dal giocatore. Ogni giocatore ha un suo modo di rispondere e il mio è ovviamente diverso giocando a una mano, a differenza dei primi dieci giocatori.

Q. Come ti sembrano le condizioni di gioco rispetto ad un anno fa e a Bercy? Dopo Bercy sei venuto direttamente qui ad allenarti o ti sei preso un giorno di riposo?
ROGER FEDERER: No, mi sono preso due giorni di riposo. Sono arrivato mercoledì e ho iniziato ad allenarmi. Nei due giorni di ‘riposo’ ho avuto molte cose da fare ma non tennistiche. Quest’anno sembra più veloce [la superficie] perché vengo da Parigi dove era più lenta. L’anno scorso Parigi era velocissima. Sto ancora valutando le condizioni e abituandomi. Non sono sicuro se ci sia più rimbalzo quest’anno.

Q. Non abbiamo visto Pierre Paganini in molti tornei. Stai lavorando un po’ di più sul lato fisico al momento?
ROGER FEDERER: No, niente di diverso. Doveva partire ieri ma causa nebbia hanno cancellato il suo volo. Di solito viene a non più di 6 tornei l’anno, poi se sono in finale in uno Slam, come a Parigi, allora viene. Quando sente che non ci sia altro da fare durante un torneo, quando il ritmo è partita e riposo, se ne va. Funziona molto bene per noi. Non gli piace stare sotto i riflettori.

Q. Una delle ragioni per cui stai giocando bene è che salti il tour asiatico per riposare. I tuoi fan cinesi sono preoccupati che non riusciranno a vederti giocare a Shanghai perché hai trovato la formula vincente.
ROGER FEDERER: Non penso che stia giocando bene perché ho saltato Shanghai. Quest’anno mi ha sicuramente aiutato a riposare dopo le fatiche di US Open e Coppa Davis. Anche l’anno prossimo, essendo un anno olimpico, mi prenderò un po’ di riposo. Ho anche una famiglia e tante cose da fare. Ho giocato tante partite quest’anno. Spero non sia una tendenza definitiva perché ci tengo al mercato cinese e ai tornei asiatici.

Q. Ci puoi parlare del diverso approccio mentale, differente rispetto a tutti i tornei, in cui puoi perdere una partita ma essere ancora in gara.
ROGER FEDERER: E’ vero, è diverso. Quando ero sotto di un break, stavo pensando: ok, qual è il calcolo da fare? Poi mi sono detto: pensa solo a giocare e non al delirio dei calcoli se perdi 6-2, 6-4 o 7-6. Cerca di fare del tuo meglio. Io sono abituato ai gironi qui alle Finals, è un po’ come avere una rete di sicurezza ma bisogna stare attenti perchè può essere ingannevole pensare così. Ora so come gestire la cosa.

Q. Cosa ci puoi dire della O2 arena? Forse è il tuo posto preferito nel mondo?
ROGER FEDERER: E’ molto bella. Sceglierla come posto migliore del mondo sarebbe ingiusto verso le altre. È elettrizzante sapere che tanti musicisti ci suonano durante l’anno. Sono contento di giocarci, è un bene per la città e per i giocatori.

Q. Cosa ti ha detto Thierry Henry della tua partita?
ROGER FEDERER: Non so. Penso fosse felice. Non piangeva quando è venuto negli spogliatoi (sorride). Siamo amici. Gli fa piacere venire a vedermi ogni tanto. Non siamo riusciti a vederci a New York. Sono sicuro che sarà contento se vinco, ma quello che ci interessa è vederci.

Traduzione a cura di Giulia Vai

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