ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Meno male che c'è Tsonga.

25/11/2011 20:30 CEST - ATP Finals

Meno male che c'è Tsonga

TENNIS - Jo-Wilfried Tsonga è l'unica alternativa ai Fab Four, il solo che appare in grado di indovinare la giornata giusta e battere il grande favorito, Roger Federer. Ha vinto con pieno merito, in 2 ore e 42, contro un Nadal deludente, che si è lasciato presto andare all'inizio del terzo set. In vista delle semifinali, negli H2H è in svantaggio contro Djokovic (4-5) e Berdych (0-1), in parità con Ferrer (1-1). All'interno tutti i dettagli Da Londra, Ubaldo Scanagatta

| | condividi

LONDRA _ Federer primo e Tsonga secondo, questo il verdetto finale del girone “frequentato” dai numeri pari del circuito, il 2, il 4, il 6 e l’8.

Non si possono conoscere ancora i loro avversari per le semifinali di sabato, perché nel girone dei “dispari” i giochi non sono fatti, l’unico qualificato al momento è David Ferrer, quello che meno ci si aspettava. Ma anche lui, il piccolo spagnolo che gioca semrpe contro pronostico ma non si arrende mai, non sa ancora se chiuderà da n.1 o da n.2, né tantomeno si sa chi sarà l’altro semifinalista uscente dal suo gruppo, il suo avversario di stasera Berdych o Djokovic.

Il francese che aveva ben impressionato già con Federer nel match che ha forse offerto il miglior set del torneo sotto un profilo squisitamente tecnico _ nel primo set ad un ottimo Federer si era opposto uno Tsonga un po’ frastornato, e nel secondo set Federer si era distratto incredibilmente _ ha vinto con pieno merito (7-6,4-6,6-3) in 2h e 42 minuti su un Nadal che, ancora una volta, è parso inferiore alle attese, deludente. Deludente soprattutto quando, dopo aver vinto il secondo set, si è subito lasciato andare all'inizio del terzo.

Profumo (inconsueto per la 02 Arena) di tennis tradizionale comunque con questo Nadal-Tsonga, il primo match con eliminazione diretta garantita. Chi vince va avanti, chi perde fa le valigie e torna a casa, insieme ai ragionieri assunti per far di conto sugli alambicchi della formula mai abbastanza vituperata nel corso dei suoi 42 anni di vita eppur, per certi versi, fascinosa e comunque certamente unica. Magari nel girone dei “numeri pari”. Almeno nella programmazione degli incontri l’Atp ha sviluppato una sua metodologia che la Wta, per non far nomi, deve ancora assimilare.

La tensione di chi sa di non poter contare su prove d’appello è diversa, checchè si senta talvolta raccontare nelle dichiarazioni ufficiali dei protagonisti meno attesi che, per solito, sono già talmente soddisfatti, e legittimamente orgogliosi, di avercela fatta ad entrare nell’elite degli otto “Maestri”, che mai si sognerebbero di smentire una scelta assai lucrosa (diversi milioni di sterline di profitto, molto di più di qualsiasi Masters 1000) compiuta dai loro dirigenti Atp.

Inciso sulla successione di Adam Helfant, il CEO Atp da un milione e 600.000 dollari l’anno e in scadenza a fine anno: sono in lizza Richard Krajicek, l’olandese “bestia nera” di Sampras che vinse Wimbledon 1996 e che da anni dirige il torneo di Rotterdam, il biondo australiano con i riccioli Brad Drewett, anche lui ex giocatore (seppur di più modesto livello) nonché direttore della Masters Cup, e Young cui potrebbe essere alternativamente assegnato un ruolo di tutor nei confronti dell’ex baby face Krajicek (classe 1971) il quale è apparso tesissimo…e c’è da capirlo. Si sta giocando uno stipendiuccio da un paio di milioni di dollari, mica noccioline.

Tornando al match “vero”, e forse per questo non troppo bello, sfilacciato, troppi errori da una parte e dall’altra, il primo a trovarsi in difficoltà è stato Rafa Nadal, sotto 1-2 e 15-40 sul proprio servizio. E 0-30 nel quinto game.

Fosse stato un match di pugilato, almeno per quanto concerne il primo set, Tsonga lo avrebbe vinto ai punti, e non solo per via della sua arcinota somiglianza con Muhammad Alì.

Il tiebreak che ha deciso il set d’avvio ha così fatto piena giustizia: è stato un 7-2 perfino più netto del punteggio, perché uno dei due punti raccolti dal maiorchino è stato uno sciagurato doppio fallo “esploso” con una “seconda” folle sparata da Tsonga a 135 miglia orarie subito dopo che il francese s’era procurato il primo minibreak sul 2-1.

Nel secondo set le cose sono cambiate soltanto perché Nadal ha servito un po’ meglio, tanto che nei primi 4 turni di battuta ha ceduto un solo 15 a game. Si è un po’ contratto, nuovamente, sul 4 pari quando è stato sotto 15-30 in quello che è stato _ a quel punto _ il solo game ad arrivare ai vantaggi. La tensione si quel game si è trascinata al successivo e a farne le spese è stato proprio Tsonga (che nei primi 4 turni di servizio aveva perso invece due punti a game): salvare tre setpoints con altrettanti smash sulla scia di servizi poderosi non gli è bastato perché due errori di dritto lo hanno condannato al terzo set.

A quel punto credo che molti dei presenti avrebbero scommesso sulla vittoria di Nadal, che dava l’impressione di essere in recupero di fiducia. Una sensazione che non aveva ispirato troppo spesso quest’anno, probabilmente incrinato nel morale dalle sei delusioni consecutive patite con Djokovic, e che ha peraltro quasi subito tradito quando, sull’1 pari, ha esordito nel game di servizio con un inspiegabile roncolata fuori di dritto seguita da un doppio fallo. Sullo 0-40 ha salvato una prima pallabreak, ma non la seconda. Quando Nadal ha cacciato in rete un rigore di dritto a due passi dalla rete, per concedere il secondo break e il 5-2 a Tsonga, si è capito che proprio questo Nadal non è nemmeno lontano parente del Nadal del 2010, quello che _ parole di Federer dette l’altra sera _ “è il più forte tennista del mondo quando l’avversario gioca una palla poco profonda in mezzo al campo”.

Palle, cioè, che Berdych può sbagliare tranquillamente senza batter ciglio, che Ferrer riesce a non finire, che lo stesso Tsonga può mandare a sbattere sui teloni di fondocampo (quando ci sono). La presenza di Tsonga in semifinale a mio parere accresce l’interesse per questo torneo perché, e quanto a successo a Wimbldon come all’open del Canada lo dimostra, lui è forse il solo che può indovinare la serata giusta per battere Federer. Non voglio _ conoscendo i miei…lettori (o almeno alcuni di essi) _ correre il rischio di essere male interpretato. E lapidato dagli innumerevoli tifosi del campione svizzero.

Voglio essere chiaro: non faccio il tifo contro Federer. Faccio invece il tifo per un bel torneo, un torneo che sia il più possibile incerto ed equilibrato fino alla fine, possibilmente. Anche se il vero favorito _ e per me lo era fin dalla vigilia del torneo, chi mi ha letto lo sa e può confermarlo _ è ed è semrpe stato Roger Federer.

Ma in un torneo nel quale dei celebrati Fab Four abbiamo potuto constatare che l’unico davvero in forma è Federer chi altri se non Tsonga può far sperare in un minimo di equilibrio? Abbiamo infatti già registrato già le uscite di scena di Murray e Nadal, uno infortunato all’inguine e l’altro… alla testa e un po’ anche nelle gambe che non corrono più come una volta e nelle braccia che non spingono più come ci aveva abituato. E abbiamo visto nei giorni scorsi un Djokovic quasi impresentabile, graziato soltanto da un Berdych più sciupone di sempre.

Ai miracoli credo poco. Che Djokovic possa risorgere già in questo torneo mi sembra altamente improbabile, anche se la classe c’è e quindi non si può mai dire. Che Ferrer, bravo quanto si vuole, possa arrivare ad insidiare indoor Federer non mi sembra _ anche qui _ davvero possibile. Semmai c’è Berdych che può arrivare a punte di rendimento più elevate, e spesso ha fatto soffrire Federer, ma in questi giorni ha sbagliato caterve di dritti e contro questo Federer non potrà mai permetterselo.

In conclusione ritengo davvero che l’unico giocatore in grado di poter impensierire sul serio Federer sia proprio Tsonga, anche se non è che stasera abbia poi giocato benissimo. Il suo rendimento è troppo legato al servizio. Quando gli entra la prima è quasi ingiocabile. Ha il vantaggio, rispetto agli altri giocator ancora in lizza, di non dover affrontare Federer _ che ribadisco è il favorito n.1 _ prima dell’eventuale finale. Non è detto che ci arrivi, Tsonga è un po’ un cavallo pazzo, questo è il primo anno che riesce a giocare bene con una certa continuità. Ma se mi obbligassero a scommettere su un giocatore diverso da Federer come vincitore dle Masters personalmente l’unico sul quale punterei qualche spicciolo (pochi…) è proprio Jo Wilfred Tsonga.

TSONGA - GLI HEAD TO HEAD DELLE POSSIBILI SEMIFINALI

Djokovic vs Tsonga 5-4

2011 ATP World Tour Masters 1000 Paris Hard Q Tsonga W/O
2011 ATP World Tour Masters 1000 Canada Hard S Djokovic 6-4, 3-0 RET
2011 Wimbledon Grass S Djokovic 7-6(4), 6-2, 6-7(9), 6-3
2010 Australian Open Hard Q Tsonga 7-6(8), 6-7(5), 1-6, 6-3, 6-1
2009 ATP World Tour Masters 1000 Miami Hard Q Djokovic 6-3, 6-4
2009 Marseille Hard S Tsonga 6-4, 7-6(1)
2008 Tennis Masters Cup Hard RR Tsonga 1-6, 7-5, 6-1
2008 ATP Masters Series Paris Hard R16 Tsonga 6-4, 1-6, 6-3
2008 Bangkok Hard F Tsonga 7-6(4), 6-4
2008 Australian Open Hard F Djokovic 4-6, 6-4, 6-3, 7-6(2)

Berdych vs Tsonga 1-0

2011 Beijing Hard S Berdych 6-4, 4-6, 6-1
2011 Rotterdam Hard Q Tsonga W/O

Tsonga vs Ferrer 1-1

2011 Wimbledon Grass R16 Tsonga 6-3, 6-4, 7-6(1)
2010 ATP World Tour Masters 1000 Rome Clay Q Ferrer 6-4, 6-1

Ubaldo Scanagatta

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis

Quote del giorno

"Noah ha detto una stupidaggine, non dovrebbe avere tutto questo spazio sui giornali. E' un bambino, e quello che dicono i bambini può fare male"

Rafael Nadal

La vittoria di Francesca Schiavone a Parigi 2010

Copertine di magazine e giornali

Ubi TV

Caroline Wozniacki tra bambini, cricket e trucco