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21/12/2011 12:48 CEST - STORIE ITALIANE

Festa FIT…con dimenticanza

TENNIS – Serata di gala della FIT presso l'Auditorium di Roma. Condotta da Max Giusti con la partecipazione di Luca Barbarossa, è stata una “sfilata” di premiazioni e riconoscimenti. Con una curiosa distrazione: nessuno si è ricordato che proprio il 18 dicembre di 35 anni prima l’Italia aveva vinto la sua unica Coppa Davis. A Perrone il premio Oddo che fu dato anche a Scanagatta....Riccardo Bisti

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Adriano Panatta serve da sinistra, poi gioca una volèe bassa. Il passante si ferma sul nastro. E’ il 18 dicembre 1976 e l’Italia ha appena vinto, a Santiago del Cile, la prima e unica Coppa Davis della sua storia. L’abbraccio è con Paolo Bertolucci, poi si uniscono Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli, il capitano Nicola Pietrangeli e Mario Belardinelli. E’ uno dei giorni più belli nella storia del tennis italiano. Il 18 dicembre di 35 anni dopo, l’auditorium di Roma è la sede del tradizionale gala natalizio della Federazione Italiana Tennis. Uno spettacolo di due ore, condotto da Max Giusti e scivolato via senza grossi sussulti. Ma con un macigno pesantissimo: neanche una parola sulla ricorrenza di Santiago. Una mancanza talmente grande che probabilmente è arrivata in buona fede, anche perché all’Auditorium c’erano sia Pietrangeli che Barazzutti, gli unici due che a vario titolo sono legati alla FIT di oggi. Al di là di questo, vale la pena ripercorrere quello che Max Giusti ha definito il “Gala della Federazione Italiana Tennis”, festa in tono minore rispetto alla pomposa “Festa del Secolo” di 12 mesi fa ma ugualmente patinata e autocelebrativa.

Binaghi: “Vogliamo una medaglia olimpica”
Dopo la sigla iniziale, una versione con il testo storpiato de “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese cantata dallo stesso Giusti, hanno parlato le due massime autorità sportive presenti: Angelo Binaghi, presidente FIT, e il presidente del CONI Gianni Petrucci (molto solidale con Binaghi nei giorni dell’inchiesta cagliaritana, proprio come Max Giusti). Binaghi: “E’ bello essere con voi a festeggiare i successi in campo internazionale del tennis italiano. E’ un momento difficile, ma noi del tennis abbiamo qualcosa di più. Il movimento continua a crescere, la federazione è sana e abbiamo due spettacoli meravigliosi: la TV SuperTennis e gli Internazionali BNL d’Italia (durante la serata si apprenderà che il title sponsor ha rinnovato per altri 5 anni, ndr). Ma abbiamo obiettivi sempre più grandi: una recente ricerca del CONI ha detto che il tennis è il quarto sport in Italia. Noi abbiamo gli strumenti per diventare il primo sport dopo il calcio. L’altro obiettivo è una medaglia olimpica: nel 2011 i nostri atleti hanno raggiunto per quattro volte almeno la semifinale di un torneo del Grande Slam. Dobbiamo puntare a una medaglia a Londra: dovessimo farcela, diventeremmo una federazione ‘pesante’”. Dopo i ringraziamenti di rito al CONI, ha preso la parola proprio Gianni Petrucci. “Ci tenevo ad esserci: la FIT e Binaghi lo meritano. La presidenza Binaghi ha portato il tennis italiano a ottenere grandi risultati. Il tennis è il quarto sport in Italia, ma può puntare in alto. E’ una medaglia olimpica sarebbe un grande risultato, anche perché le Olimpiadi sono l’obiettivo massimo per ogni sportivo. Si dice “ex campione del mondo”, ma un campione olimpico lo è per tutta la vita”. Difficile che il presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano non esaltasse i Giochi Olimpici…

Carrellata di celebrazioni
A seguito dei due interventi, Max Giusti ha introdotto la “valletta”. Stefania Chieppa, 28 anni, best ranking al numero 359 WTA, è oggi uno dei volti di SuperTennis: insieme a Giorgio Galimberti, conduce la trasmissione “Circolando”. Gioca ancora: quest’anno ha disputato il campionato di Serie A1 con lo Sporting Stampa di Torino. Per tutta la sera, le è spettato il compito di leggere le motivazioni delle varie premiazioni. Ogni premiazione era anticipata da un breve clip filmato, mostrato sia in TV che ai presenti all’Auditorium (tutt’altro che pieno). Il clima non era particolarmente vivace, tanto che Giusti ha più volte sollecitato gli applausi e ha anche detto: “Meno male che questa è la festa del tennis italiano. Se fosse stato il funerale…”.

I PREMIATI
La prima a salire sul palco è stata Roberta Vinci, celebrata per i tre titoli WTA conquistati (nessuna italiana ci era riuscita in un anno solo) e il ranking a ridosso dalle top 20. “L’anno scorso non me lo sarei mai aspettato. Questi risultati sono frutto di una nuova convinzione nei miei mezzi”. Il premio le è stato consegnato da Gianni Petrucci.
Alberta Brianti ha vinto a Fes il primo titolo WTA in carriera: “Ho dovuto aspettare tanto per avere un’annata così. La vittoria a Fes l’ho dedicata alla mia zia scomparsa” Grande tifosa milanista, ha espresso il desiderio di conoscere Gattuso. Il premio per la Brianti è stato consegnato da Lea Pericoli, che ha preso il microfono appositamente per dire: “Sono molto orgogliosa di queste meravigliose nipotine”. La Pericoli è poi rimasta sul palco per cantare e ringraziare Binaghi per averle assegnato il ruolo di “Ambasciatrice del tennis italiano”.
Il premio “Guido Oddo” riservato alla stampa è andato a Roberto Perrone del Corriere della Sera, premiato direttamente da Binaghi. “Era da anni che sognavo di vincere questo premio. Come spesso accade, è successo nell’anno in cui ho scritto meno di tennis. Però ero in Cile per raccontare il ritorno in Serie A”. Il premio Guido Oddo era stato consegnato in passato, fra gli altri, a Gianni Clerici di Repubblica (2006), Dario Torromeo del Corriere dello Sport (2007), Ubaldo Scanagatta de La Nazione, il Giorno, Il Resto del Carlino (2008), Piero Valesio di Tuttosport (2009) e, alla memoria, a Roberto Lombardi nel 2010.

Il premio del 2008 è arrivato naturalmente prima che il presidente Binaghi e la Federtennis mi querelassero per via di alcuni stralci di commenti scritti in massima parte da lettori del Blog  Servizi Vincenti e in minima parte da lettori di Ubitennis com, ma considerati dai legali federali diffamatori e, secondo la citazione, integranti per me responsabilità di omesso controllo aggravato dalla premeditazione!). Al neo premiato Perrone, insieme ai complimenti, gli auguri di una miglior sorte nei suoi rapporti futuri con la Fit. Non basterà che non la critichi. Dovrà anche stare attento a che non lo faccia qualcun altro su fogli di cui in qualunque veste abbia o si ritenga possa avere una sia pur minima responsabilità (Nota di UBS).

Un riconoscimento è arrivato per le ragazze che hanno vinto il campionato europeo Under 16: Camilla Rosatello, Giorgia Marchetti e Giulia Pairone (guidate da Tathiana Garbin). Curiosa la motivazione del premio: con il loro successo, “Hanno dato una bella e sonora smentita a chi vorrebbe far credere che il tennis italiano non ha futuro”. Strumentalizzare tre ragazze di 16 anni, francamente, non ci è sembrato il massimo.
A seguire Alessandro Giannessi, reduce da una stagione straordinaria in cui è partito al numero 499 per poi chiudere a ridosso dei top 100. Lo spezzino è stato accompagnato dalle note di “Walk of life” dei Dire Straits, la stessa canzone dedicata 12 mesi fa a Potito Starace (all’epoca premiato come numero 1 d’Italia). Giannessi, che ha effettuato la preparazione invernale in Argentina (“A spese della FIT”, ha precisato Giusti) è stato premiato da Aurelio Regina, presidente di Unindustria.
Ernesto Albanese, presidente del comitato per Roma 2020 ha premiato Fabian Mazzei e Marco Innocenti, tra i nostri migliori esponenti nel Wheelchair Tennis. Mazzei, il più spigliato tra i vari premiati (l’anno scorso mise in mostra le sue doti da tenore), ha lanciato un appello affinchè non vengano tagliati i fondi per lo sport paralimpico.
Da qualche anno, la FIT è particolarmente attenta al mondo del beach tennis. Hanno dunque trovato un loro spazio Simona Briganti e Luca Meliconi, campioni mondiali della disciplina premiati dal vicentino Gianni Milan. Vicepresidente FIT.

“Amore vedessi com’è bello il cielo a Via Margutta”
Prima delle due celebrazioni “pesanti” c’è stato un intermezzo con Luca Barbarossa. Il cantautore romano è un vero appassionato di tennis ed ha tenuto un mini-concerto, in cui ha proposto alcuni dei suoi più grandi successi: “Roma spogliata”, “Via Margutta” e “Portami a ballare”. Tra un brano e l’altro, Barbarossa ha parlato della sua passione per il tennis ed è stato l’unico a menzionare Adriano Panatta, sia pure di sfuggita. “Quando ero un ragazzino saltavo la scuola per andare al Foro Italico, e cercavo di recuperare i polsini dei giocatori. Una volta mi infilai anche nello spogliatoio e Adriano disse: ‘Ragazzì, che stai a fare qui’”. Prima delle ultime premiazioni, Barbarossa ha cantato “Come dentro un film”, “Fino in fondo” (presentata a San Remo 2011) e ha duettato con Giusti riproponendo “Vita” di Lucio Dalla (ma scritta da Mogol e Mario Lavezzi).

Italia in Serie A
Premio anche per Francesca Schiavone e la sua seconda finale al Roland Garros. Vestita in modo piuttosto informale (e giunta a galà già iniziato), la Schiavone ha ammesso di essere ancora un po’ seccata per la sconfitta contro Na Li. Il “Gran Finale” è stato tutto per Potito Starace, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Daniele Bracciali più Corrado Barazzutti, coloro che con la promozione in Serie A “Hanno restituito al tennis italiano l’attaccamento ai valori fondanti”. Sono stati tutti omaggiati di una “A” di cristallo. La FIT sa bene che il ritorno nel World Group di Coppa Davis vale molto sul piano dell’immagine: per questo le vittorie contro Kavcic, Zemlja e Capdeville (più il ritiro di Gonzalez) sono diventate più “omaggiabili” della finale parigina della Schiavone. Tra i più felici c’era Simone Bolelli. Dopo aver ammesso di aver avuto una stagione difficile, ha detto che la Davis “E’ un valore aggiunto, offre a un giocatore qualcosa in più”. Tre anni fa non la pensava esattamente così…Ha festeggiato anche Nicola Pietrangeli (“Lo lanciavano in aria 37 anni fa con la Davis in mano” ha detto Giusti, sbagliando di un paio d’anni), e neanche in questa occasione è stato fatto un accenno alla ricorrenza. Pietrangeli ha solo detto che l’Italia dovrebbe sempre giocare a Santiago “Perché lì non perdiamo mai”. Nessun riferimento agli altri tre componenti di quella trasferta. La festa di fine anno è ormai un appuntamento fisso, reso molto più visibile (e messo a nudo) da quando è nata SuperTennis. Detto che si può discutere sull’utilità, quella del 2011 è stata certamente meno “pomposa” di quella del 2010. Meno persone (probabilmente meno invitati), meno effetti speciali. “Abbiamo voluto fare una cosa tra di noi, anche visto il difficile momento che attraversa il paese” dicevano i presenti. Di certo non la si può definire” la festa del tennis italiano” a tutti gli effetti. Si tratta piuttosto di una (auto)celebrazione della FIT attuale, attentissima a selezionare gli invitati e gli argomenti da “trattare”. Ad ogni modo, l’importante è non sedersi e pensare che una serata di gala cancelli i problemi del nostro tennis, quelli che l’attuale dirigenza chiama “criticità”. Che ci sono, e sono parecchi.

Riccardo Bisti

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