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21/12/2011 11:49 CEST - WTA Tour

WTA, dieci match da ricordare

TENNIS - 2011: da gennaio a novembre, dieci match memorabili della stagione al femminile. Dagli Australian Open sino alla finale di Fed Cup, una carrellata di partite e giocatrici capaci di emozionare e farsi ricordare. Il match di Wimbledon tra Venus e Date, Clijsters-Li e la partita da guinness Schiavone-Kuznetsova a Melbourne; il ritorno al successo di Jelena Dokic e le vittorie di Petra Kvitova. E altro ancora. AGF

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Premessa: evidentemente ho potuto selezionare i match solo tra quelli a cui ho assistito, una minima parte di quelli giocati in una stagione. Per questo non me la sento di assegnare alle partite che ho scelto il titolo di “migliori”, e preferisco definirle degne di essere ricordate.

Leggendo le cronache, credo che una partita memorabile per qualità di gioco e tensione di risultato dovrebbe essere stata Clijsters–Ivanovic 7-6(4),3-6,7-6(5) a Miami; mi pare non coperta dalle telecamere a causa dello stravolgimento del programma per pioggia. Uno dei più sorprendenti e crudeli capovolgimenti di punteggio degli ultimi tempi: Ana avanti nel terzo set 5-1 40-0, non riesce a chiudere (5 match point) e finisce per perdere al tie break. Purtroppo però, non l'ho vista. In ogni caso, queste sono le scelte:

1. CLIJSTERS – LI 3-6, 6-3, 6-3 Finale Australian Open
Highlights
Secondo me la partita dal livello tecnico più alto della stagione, giocata davvero bene da entrambe. Na Li si comporta come se le regole vietassero di arretrare più di 50 cm dalla linea di fondo: mai un passo indietro; la Clijsters trova, forse per la prima volta, qualcuna che la mette sotto nel palleggio ad alto ritmo, ed è costretta ad inventarsi soluzioni tattiche alternative.

Kim dimostra di essere maturata mentalmente, sa far fronte a difficoltà di gioco inattese, e con umiltà rinuncia al braccio di ferro e al ritmo vorticoso, per cercare di far pensare di più la sua avversaria. La scelta funziona, forse perché il percorso di crescita della cinese non è ancora del tutto concluso: la sua grande affermazione è rimandata di pochi mesi. Mentre finalmente “Aussie Kim” può festeggiare insieme al suo pubblico adottivo il quarto Slam, il primo lontano da New York.

2. V. WILLIAMS – DATE-KRUMM 6-7(6), 6-3, 8-6 Secondo turno Wimbledon
Highlights - parte 1
Highlights - parte 2
A chi non piacerebbe vedere oggi un vero match tra Agassi e Safin sul centrale di Wimbledon? Non chiedetemi cosa c'entra con Kimiko e Venus: semplice, le “ragazze” sono coetanee di Andrè e Marat, anni di nascita 1970 e 1980. Mentre i giovanotti si sono dedicati alla politica e al no profit, loro sono ancora in campo a dare spettacolo.

Piove, e si decide di chiudere la copertura: il pubblico ancora non lo sa, ma sembra che il tetto sia stato concepito per lasciare fuori dallo stadio non solo lo scorrere dell'acqua, ma anche quello del tempo. Sull'erba quasi impeccabile del secondo turno, le ragazze incantano gli spettatori con un genere di tennis che ricorda quello del secolo scorso.

La Date è una specie di highlander dello sport: le geometrie, gli anticipi e il gioco piatto all around di Kimiko tengono in scacco a lungo Venus, plurivincitrice del torneo. Poi le cose finiscono come logico, ma per un paio d'ore la macchina del tempo del Centre Court funziona meglio che nei film di fantascienza.

3. KVITOVA – SHARAPOVA 6-3, 6-4 Finale Wimbledon
Highlights
Per questa finale i media generalisti concentrano tutte le attenzioni sulla principessa del circuito, la dea bionda testimonial del tennis nel mondo. E giustamente la Sharapova si merita credito, visto che su quattro finali slam ne ha vinte tre, e nel torneo non ha ancora perso un set. Ma chi segue più da vicino il tennis non pensa che il risultato sia scontato, perché di fronte c'è una esordiente capace di porzioni di partita straordinarie.

Il responso del campo dà ragione alla Kvitova, che pure non gioca il suo miglior match, anche se non mancano colpi da antologia; Petra riesce ad esprimersi leggermente meglio di Maria praticamente in ogni settore del gioco, facendo apparire le partita quasi normale, e sembrando addirittura più tranquilla e sicura della sua avversaria.

Servire l'ace sul match point della finale dei Championships è il finale perfetto che sogna ogni tennista. Magari con Martina Navratilova che osserva in tribuna. C'è chi lo desidera per una vita; Petra riesce a farlo davvero, a ventuno anni.

4. KVITOVA – AZARENKA 7-5, 4-6, 6-3 Finale Masters istanbul
Highlights
Finalmente Viktoria Azarenka riesce a raggiungere la finale di un torneo davvero importante, mantenendo le promesse troppe volte tradite. Ma la partenza è uno shock: si ritrova sotto 0-5 e 15-30. Il primo set pare ormai perso, con la Kvitova che si è esibita nella sua versione ingiocabile.

Però con Petra non è mai detta l'ultima parola, è capace di black-out improvvisi che restituiscono la vita ad avversarie fino ad un momento prima annichilite. E' quello che accade: che sia braccino, distrazione o appannamento fisico, il match si riapre e inizia per gli spettatori un giro di un paio d'ore sulle montagne russe, seguendo gli umori di Petra.

La Azarenka comincia a ribattere colpo su colpo, ma alla fine la spunta la Kvitova, in possesso per il momento di un gioco più rischioso ma anche più completo, che comincia a contemplare discese a rete sempre più frequenti. La Maestra del 2011 è lei.

5. S. WILLIAMS – AZARENKA 6-1, 7-6(5) Terzo turno US Open
Highlights
Al momento del sorteggio del torneo, secondo il ranking e le conseguenti teste di serie, Serena sarebbe la 27ma giocatrice al mondo. Forse non ci crede nemmeno il computer, fatto sta che il suo cammino si incrocia presto con la tds numero 5 Azarenka. La Williams è decisa ad impadronirsi del percorso che il tabellone ipotizza per la sua avversaria, spodestando prima lei e poi tutte le altre: vanno ristabilite le gerarchie.
Vika inizia contratta, faticando ad adeguarsi al livello di Serena; ma poi, con la mente libera, dimostra a pieno le sue potenzialità in uno straordinario secondo set. Quando è giocato così, anche il power tennis diventa spettacolare, un insieme trascinante di atletismo, tecnica e agonismo. Vince come prevedibile Serena, ma con un passaggio a vuoto sul 5-4 (manca anche un match point, con spaccata sul passante) che la costringe a rimandare la conclusione al tie break. Un segnale che, con il senno di poi, lascia intuire che dopo la lunga assenza Serena non ha lo stesso killer instinct di prima, ed è diventata più umana.

6. SCHIAVONE – KUZNETSOVA 6-4, 1-6, 16-14 Quarto turno Australian Open
Highlights
Questo match nella selezione entra d'ufficio, visto che ha trovato posto perfino nel guinness dei primati. Due giocatrici che possiedono un repertorio di colpi molto più completo della media interpretano una partita particolarmente varia sul piano tattico, con tanti ribaltamenti di gioco; e nel caso di Melbourne anche di punteggio: 9 i match point complessivi nel set finale. Impossibile sintetizzare tutto: dai 6 match point di Svetlana, al break point annullato (giustamente) per invasione a Francesca, al break e controbreak sul dieci pari...

Grande coinvolgimento del pubblico, curioso di sapere, come in certi incontri di pugilato, chi fra le due uscirà dal ring in piedi e chi orizzontale; vince la Schiavone, in una versione molto vicina a quella vista l'anno prima a Parigi e in parte anche a New York. Scrivono le agenzie: “Iron-woman Francesca Schiavone survived the longest Grand Slam women's singles match in the professional era”.

7. KVITOVA – KUZNETSOVA 4-6, 6-2, 6-3 Finale Fed Cup
Highlights
Povera Kuz, due volte presente in questa selezione, ma due volte da sconfitta dopo grandi lotte. All'ultima partita dell'anno, la futura “Campionessa del mondo ITF” Kvitova, conferma nel palazzetto di Mosca l'imbattibilità indoor (21 vittorie nel 2011), e ottiene un punto fondamentale per la conquista della Fed Cup da parte della Repubblica Ceca.

Il match è bello perché la Kuznetsova parte decisa a far valere le sue qualità di campionessa di Slam, accettando anche di sacrificarsi in continue rincorse difensive non proprio adatte al suo fisico. Rincorse indispensabili per allungare lo scambio nella speranza dell'errore altrui o di trovare il momento giusto per cercare il proprio vincente. Per alcuni tratti di partita la tattica funziona, poi inesorabilmente il livello della Kvitova sale, la resistenza di Sveta si appanna, e si finisce con 6 game consecutivi vinti, giocando straordinariamente, da parte della ceca.

8. LI – WOZNIACKI 3-6, 7-5, 6-3 Semifinale Australian Open
Highlights
Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto”. A Melbourne si gioca per qualcosa di più che “per un pugno di dollari”, ma la morale rimane la stessa: quando nei grandi tornei tutte arrivano al meglio della forma, le giocatrici d'attacco sono quelle con il fucile e le giocatrici di difesa quelle con la pistola. La semifinale degli Australian Open lo conferma.

Partita intensa per quasi due set, sino al 6-3, 5-4, quando la Wozniacki va a servire per il match. Sul 40-30, Na Li, che fino a quel punto ha giocato bene ma non benissimo, con il coraggio della disperazione si affida al suo colpo più incerto, il dritto lungolinea, per annullare il match point e ripartire con un livello di gioco superiore. Sempre più convinta e decisa, la cinese aumenta i rischi e i vincenti, e rovescia l'esito del match, scoprendosi degna di una finale Slam. 145 minuti di gioco per ribaltare le sorti della sua stagione, e forse anche quelle della Wozniacki.

9. DOKIC – SAFAROVA 2-6, 7-6(9), 6-4 Finale Kuala Lumpur
Highlights
Non so se vi è mai capitato di andare al cinema e all'uscita dire che il film non vi ha convinto. Però poi il film continua a tornarvi in mente, e si finisce per cambiare idea. Ho sbagliato, e lo riconosco: mi ricordo che a fine match avevo definito la partita tecnicamente “non un gran che”, troppi errori non forzati. In effetti ci sono stati, ma nel quadro di un incontro giocato sempre alla ricerca del vincente, e pieno di colpi di scena.

Con la Safarova che nel secondo set va a servire per il match, perde la battuta, e poi non sfrutta tre match point nell'incertissimo tie break (finito 11-9) per chiudere in due set. Mentre la Dokic è assolutamente decisa a conquistarsi almeno un piccolo risarcimento per una grande carriera mancata, e non per colpa sua; approfitta dei timori di Lucie, e nella serata umida e caldissima della Malesia torna a vincere un torneo dopo 9 anni (Birmingham, giugno 2002). E torna anche finalmente a sorridere.

10. RADWANSKA – PETKOVIC 7-5, 0-6, 6-4 Finale Pechino
Highlights - parte 1
Highlights - parte 2
Spesso i match dell'ultima parte di stagione non sono di livello eccelso. Diciamo la verità: ATP e WTA stanno cercando di allargare il mercato tennistico in Asia, ma molte volte finiscono per offrire spettacoli di seconda scelta; i giocatori in estremo oriente ci vanno stanchi (quando ci vanno) e di mala voglia.

Ma questa volta il prodotto è di prima qualità, e dipende anche dallo stimolo del Masters: le due giocatrici sono a caccia dei punti decisivi per entrare fra le prime 8, in pratica la finale vale doppio. Soprattutto il primo set, lunghissimo, è davvero ben giocato: il ritmo e l'intensità della Petkovic, contro la sagacia e le strategie della Radwanska. Molti punti spettacolari; un intermezzo di suspense (con tanto di lacrime) a lieto fine per il timore di un infortunio al ginocchio di Andrea; e chiusura con la Petko-dance da parte di entrambe.
 

AGF

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