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08/01/2012 17:59 CEST - Storie di tennis

Momenti sparsi di tennis

TENNIS -  Con l'anno appena iniziato, la mente vaga libera e leggera tra ricordi e domande. La curiosità aumenta all'impazzata nella ricerca che ogni appassionato compie, rimanendo deluso o soddisfatto. Perché la ricerca può procurare vere e proprie chicche: da un Federer 16enne ad una partita tra Tsonga e Monfils giovanissimi. O ad una lumaca. Francesco Pagani

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Si spengono le luci. Gli applausi sono solo un eco lontano nelle nostre orecchie, qualche ricordo vola qua e là, lento e veloce. È buio e c'è silenzio. Il palcoscenico è vuoto. Un bel momento. Momento di riflessione, ricordo, esplorazione, immaginazione. Di quello che è stato, di quello che potrebbe essere, di quello che sarà. Di un indefinito tutto. Perché d'un tratto il palcoscenico si illumina di una luce vivissima. Vivissime luci che si irradiano ovunque tra i colori dell'immaginazione e dei ricordi. Che da indefiniti e leggeri ritornano forti, delineati e arricchiti dal nuovo potere immaginativo della mente. Non solo: la mancanza ispira la ricerca. La ricerca di particolari, aneddoti, curiosità e fervidi ricordi immaginativi insieme. In un articolo.

Video di ogni sorta
Ci sono strumenti che oggi riempiono la vita di tutti i giorni. Strumenti nuovi, mezzi nuovi. Che permettono la ricerca di cose prima neanche immaginabili. Semplicemente Youtube. E il fatto interessante è di trovare filmati che, senza questa strepitosa invenzione, non sarebbe mai stato possibile vedere. Sto parlando di video di qualche anno fa magari inserito da poco tempo e poco visualizzato. È per questo che sono qua a proporvi autentiche chicche. Le chicche che oggi ti viene da twittare, che se avessi visto qualche tempo fa in TV avresti registrato. Perché le avresti registrate. O ti saresti lamentato per essere arrivato tardi e di essertele perse. Dunque a voi: si parla spesso di futuri campioni, di talenti del domani, del futuro. Di ragazzi che oggi sono molto promettenti e di cui spopolano i video-prodigio. Un notevole esempio è Matt, bambino di quattro anni di cui bisognerebbe parlare in un articolo a parte e di cui non si può non rimanere sbalorditi, sia in positivo che in negativo. Sono rari invece i documenti di partite dei protagonisti di oggi all'età di 14, 15, 16 anni. Sono talmente rari che a volte passano inosservati, pur essendo di un'importanza tecnica assoluta e oltremodo interessanti. Come la partita tra Tsonga e Monfils, che parla tanto. Spiega quanto siano sempre stati diversi i due giocatori caratterialmente: Tsonga sempre concentrato e rilassato, Monfils invece furente verso sé stesso, tra urla cacciate qua e là.

Altrettanto di rara bellezza è il video in cui un 15enne Dolgopolov gioca il suo tennis non convenzionale. In cui si capisce quanto quel tennis sia suo, genuino e non insegnabile, unico. Suo e basta. E crescere in quel modo fino a raggiungere la 15esima posizione mondiale non è difficile, è un miracolo. Tra rovesci in back, dritti scomposti e furbi sorrisi Dolgo mostrava già di essere un tipo diverso, una sorpresa, una rivelazione.

Un altro documento storico è il video che ritrae la finale tra Marin Cilic e Juan Martin Del Potro durante l'Orange Bowl. Un Del Potro molto più basso di adesso che ci mostra quanto il fisico influenzi la propria crescita tecnica e tattica. Lui, agguerritissimo, rapido, veloce e scattante e Cilic, abbastanza spento.

Foto qua e là, foto ricordo
Se il titolo dell'articolo è “Momenti sparsi di tennis” tutto è concesso. O quasi. È concesso volare da una parte all'altra senza un apparente collegamento logico. E allora cambiamo totalmente argomento. Nelle ultime settimane il sito dell'ATP ha proposto le migliori rimonte, i migliori colpi o scambi, le migliori partite, le migliori foto e molto altro. E allora ecco il link, a mio modestissimo parere, di due delle più belle foto dell'anno: una lumaca che ha scalato una pallina in un momento di pioggia (!) e una foto della semifinale dei tuffi tra Tsonga e Djokovic a Wimbledon.

Infine, direttamente dal mio telefonino, alcune fotografie storiche del torneo AVVENIRE under 16 che si gioca ogni anno al TC Ambrosiano. In una bacheca ricca di foto di grandi campioni ecco Roger Federer all'età di 16 anni, eliminato al secondo turno, affiancato da Maria Sharapova; due giovanissime Pennetta e Vinci vincitrici del torneo di doppio e Juan Martin Del Potro, vincitore del torneo, parecchi chili di muscoli in meno. Infine l'uomo del 2011, Novak Djokovic, in una bellissima foto in bianco e nero che lo ritrae nel momento del dritto.

Cappellino, bocca storta, completino bianco e tanta grinta per il futuro campionissimo.

La risposta
Quante volte ci capita di chiederci il perchè delle cose? Per quanto mi riguarda almeno ogni giorno. Almeno una volta al giorno mi interrogo sul perchè faccio questo o quello, sul perchè scelgo tra una cosa o l'altra, sul perchè. A volte la risposta è facile, razionale, prevedibile. A volte no, a volte scavando scopri che c'è ancora da scavare e di più. Che puoi andare ancora più sotto. Fino a quando ti accorgi che il bello è proprio questo, che pur continuando ad andare in profondità il terreno resta lì, pronto ad essere esaminato. E dunque con l'amaro in bocca sorridi e pensi che il bello sia proprio la ricerca infinita. Continua ed infinitamente vasta. Tra mille o nessuna risposta. E una delle domande che mi faccio spesso è come mai il tennis ha questo potere su di me. Su di noi. E si potrebbe scrivere un trattato con infinite e plausibili risposte. Ognuno di noi ne avrebbe almeno una, che non lo sazierebbe mai. Perché non è la certezza che rende una cosa unica, irripetibile e accattivante. È il fatto che più sai più non sai. Più sai e più l'incertezza diventa bella. E forse la risposta più semplice apre orizzonti indefiniti e ampi: “È per questo che guardiamo lo sport...perchè non sappiamo come va a finire” disse Federer dopo la risposta di Djokovic agli US Open.

Già. Come va a finire?

Francesco Pagani

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