25/01/2012 01:20 CEST - Australian Open

Federer-show stritolato Del Potro

TENNIS - Lo svizzero gioca un altro match perfetto e schianta Del Potro in tre set cedendo di intensità dopo un primo parziale d'altissimo livello. Del Potro lascia dei dubbi sulle sue possibilità di tornare ai livelli del 2009. Federer avanza alla trentesima semifinale in uno slam in carriera (23-6 il bilancio). Ora attende il vincente di Nadal - Berdych. Da Melbourne Massimiliano Di Russo

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Australian Open: Roger Federer

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Federer b Del Potro 64 63 62

Nel 2009, quando si affrontarono in questo stesso torneo nei quarti di finale, un Federer formato deluxe spazzò via Del Potro con una prestazione clamorosa, concedendo appena tre game all’avversario che dopo il primo set svanì letteralmente dal campo. Da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti, dall’ascesa e caduta dell’argentino all’aureo autunno della carriera del fenomeno di Basilea. Il match che oggi li vedeva di fronte, per quella che a tutti gli effetti si poneva come la rivincita di quella partita, era sicuramente il miglior quarto di finale possibile che il tabellone degli Australian Open potesse offrire.

“Palito”, perso un set all’esordio contro Mannarino, aveva fornito prestazioni via via sempre più convincenti, fino a concedere appena 7 game al fino ad allora ottimo Kohlschreiber. Federer, dal canto suo, con l’esclusione di un set point annullato al gigante croato Karlovic, non aveva incontrato alcun tipo di difficoltà sul suo cammino, men che meno contro l’idolo di casa Tomic. L’inizio del match non era stato certamente incoraggiante per l’argentino, che perso immediatamente il servizio si trovava costretto a fronteggiare un’ulteriore palla break nel quarto game. Federer sembrava invece voler continuare un discorso interrotto due anni prima mostrando subito tutto il meglio del suo sconfinato repertorio, in particolare il dritto a sventaglio oggi davvero efficace e una lettura perfetta del servizio dell’avversario.

Solo nel cuore del primo set faceva capolino il vero Del Potro, finalmente in grado di reggere gli scambi fino a prenderne addirittura le redini. E proprio un dritto terrificante regalava all’argentino il meritato controbreak: la Rod Laver Arena, fino a quel momento quasi totalmente inneggiante allo svizzero, si zittiva di colpo, timorosa che il vento stesse cambiando. Un’illusione, perché dopo lo sciagurato doppio fallo che permetteva a Federer di convertire un set point nel decimo game, l’argentino veniva inesorabilmente soffocato tra le spire dell’avversario.

Dispiace, onestamente, vedere quello che prima dell’infortunio al polso sembrava in grado di sovvertire l’ordine ispano-elvetico costituito fare la fine di un top-20 qualsiasi, incapace di convertire due palle break che avrebbero riaperto il secondo set per via di una tattica eccessivamente attendista quando invece sarebbe stato il caso di attaccare, lui che in altri –lontani- momenti aveva dimostrato di avere la mentalità e il braccio per farlo. Anzi, sulle tribune si orecchiavano paragoni irriverenti che chiamavano in causa lo stesso atteggiamento inconcludente adottato dal nostro Starace, che qualche giorno fa si trovò in una situazione analoga e a favore di vento contro il giapponese Ito.

In attesa di scoprire se nei prossimi mesi Del Potro riuscirà a entrare in quell’Olimpo che pure lo ha visto soggiornare in passato con merito o restare confinato nel limbo, in compagnia di altri “wannabe” di razza del calibro di Tsonga, Berdych e Ferrer, non ci resta che archiviare un terzo set nel quale Federer ha confermato di essere, se non il favorito per la vittoria finale, quantomeno quello più in forma tra i quattro contendenti che ci risulta difficile non considerare gli unici in grado di raggiungere quest’anno i traguardi più importanti.