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29/01/2012 16:38 CEST - Australian Open

Djoko vince la finale record

TENNIS - La centesima edizione degli Australian Open si chiude con il match più lungo nella storia del torneo e con la finale più lunga di sempre in uno Slam. Djokovic batte Nadal per la settima volta di fila e per la terza nella finale di un major. A Parigi, potrebbe completare il suo "personal Slam". Per Rafa è la quarta sconfitta al quinto set in carriera. Alessandro Mastroluca

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Mentre svaniscono gli imperi della notte, mentre a Melbourne oggi è già domani e la mattina diventa pomeriggio in Italia, due tamburini della racchetta scrivono la storia del primo slam stagionale. Ma un po' si scrive la storia degli Slam. Perché Nadal-Djokovic diventa la finale più lunga di sempre in un major: 5 ore e 53 minuti. Battuto il primato delle 4h 55' di Wilander-Lendl (vinta dallo svedese 64 46 63 57 64) agli Us Open del 1988. Ma non i 77 game di Federer-Roddick a Wimbledon 2009.

Djokovic vince 57 64 62 67 75, vince il terzo Slam di fila, batte Nadal per la settima volta consecutiva. Vince dopo aver giocato 368 punti, con 13 vincenti in più (57 a 44) e due errori in meno (69 a 71). Vince i tre set giocati con la maglia nera, perde i due in cui ha giocato con la t-shirt bianca.

E' anche il match più lungo di sempre agli Australian Open. 34 minuti in più delle 5h e 19 di Nadal-Verdasco del 2009, 42 più di Camporese-Becker 1991.

Per la seconda volta Nadal perde un match in uno Slam dopo aver vinto il primo set (l'altra con Ferrer agli Us Open 2007), per la quarta cede al quinto set.

Meglio Nadal nel primo set. Il maiorchino strappa il primo break nel primo game finito ai vantaggi nel match: si procura la prima palla break con un rovescio in cross dopo un recupero di polso, Nole si salva col servizio, ma alla seconda il rovescio lo tradisce: 3-2.

Due errori gratuiti, però, danno a Nole due palle break per rientrare nel set nell'ottavo game: Rafa si aggrappa al servizio, ma il serbo spinge sull'angolo sinistro e costringe Nadal all'errore.

Djoko, però, non sembra avere la profondità di palla e l'agilità negli spostamenti che hanno caratterizzato il 2011. Manda un facile rovescio lungolinea molto oltre la riga di fondo e regala a Nadal la chance di servire per il set.

E il maiorchino chiude 7-5 dopo un'ora e 20 di tennis non eccezionale (14-19 il bilancio vincenti-errori di Nole, 15-17 di Rafa). La chiave del set sta probabilmente nel 51% di punti vinti da nadal negli scambi brevi, 3-8 colpi.

Ma Nadal, che prima di questa finale aveva un record di 133-1 negli Slam quando ha vinto il primo set, gradualmente lascia campo a Djokovic.

Il serbo prova a smentire un altra tendenza: chi ha vinto il primo set in finale, ha vinto il titolo negli ultimi 8 Slam e in 17 degli ultimi 20. Viene fuori la sua personalità, e quella di Pascal Maria, dall'incarnato arancio che si confonde con la maglietta. Il giudice di sedia chiama l'overrule su un servizio di Nadal (e il Falco gli dà ragione: Nadal sbaglierà 9 challenge su 12), che proietta Nole a palla break. Il numero 1 del mondo se la gioca al meglio, scende a rete e chiude con la volée bassa di dritto: 3-1.

Ha coraggio, Rafa, a chiedere il Challenge su un suo servizio chiamato fuori, dopo che Djokovic aveva risposto in campo. La palla ha toccato la riga di qualche millimetro, punto Djokovic e set point (5-2 40-A). Nadal si salva alla grande, spingendo da fondo e forzando all'errore col rovescio in allungo.

Si addormenta Djokovic nel game successivo. Va avanti 40-15, butta un altro set point con un rovescio largo in diagonale, Nadal salva bene il terzo entrando col dritto e con una volée non proprio ortodossa comunque sulla riga (dopo un drop piuttosto lungo e in risposta a un passante timido del serbo) Rafa può rientrare nel set. Poi Djokovic sceglie il momento meno opportuno per il primo doppio fallo del match.

Il punteggio non rimane in linea con i servizi, però. Perché Nadal restituisce la cortesia con un doppio fallo sul set point.

L'inerzia del match gira nel terzo. Nadal chiude con appena 2 vincenti e 10 errori (11-7 il bilancio di Nole). Djokovic vince il 78% degli scambi brevi e tiene il servizio a zero tre volte su quattro. Nonostante il 6-2, il parziale dura 45', 23 solo per i primi tre game, finiti i quali Maria chiede a Nadal e Djokovic di accelerare i tempi tra un punto e l'altro.

Djokovic ha il comando del gioco, a questo punto, e ridotto Nadal a vincere solo 1l 20% dei punti da fondo (a fronte di un 56% di media nel torneo). E con un dritto lungolinea chiude il break a zero che lo porta a un set dal titolo.

Arrivano anche tre palle break parenti strette di tre match point sul 4-3 0-40, ma Rafa si salva come si salvano i campioni. Gioca i punti per vincere, non limitandosi a provare a non perdere, e chiude il game con due ace. Alla fine del game, per la prima volta nel torneo, piove.

Il match si ferma per una decina di minuti per chiudere il tetto. Alla ripresa, si seguono i servizi e si arriva al tiebreak. La finale è già più lunga della più lunga nella storia del torneo: battuto il record di Wilander-Cash nel 1988, nella prima edizione a Melbourne Park.

Djokovic continua a dominare gli scambi, trova un minibreak decisivo per salire 4-3 e lo conferma con un lungolinea di dritto vincente da sinistra. Lo restituisce subito, però, troppo subito. Altro dritto lungolinea, stavolta da destra, largo di poco: 5-4.

nadal, che ha messo in campo sei prime su sei nel tiebreak, costringe ancora all'errore Djokovic col dritto da sinistra. Con quattro punti di fila, Rafa costringe Djokovic al quinto set per la prima volta in carriera.

E Nole cala un po', il dritto viaggia meno, e scappa due volte di fila in un momento chiave del sesto game. La prima per dare a Nadal la prima palla break dall'11mo game del primo set, la seconda per portarlo a due game dall'11mo Slam in carriera.

Ma 5 ore e 12 non sono abbastanza per scrivere la fine. Nadal sbaglia un passante di dritto lungolinea che è l'equivalente di un rigore a porta vuota e con un altro errore gratuito riporta in partita Djokovic.

Il serbo fa le scelte giuste, dà tutto, ma Nadal non è certo il giocatore che butta via la partita. Serve una prima esterna perfetta, la traiettoria più difficile, sul rovescio in allungo di Nole, e salva la palla break. Poi gioca una palla corta impeccabile, probabilmente la seconda provata in tutto il match, si salva e resta avanti: 5-4.

E' sfida di testa e di nervi, di muscoli e adrenalina, di risorse da cercare dentro e da tirare fuori. Rafa perde uno scambio in cui fa tutto bene, Djokovic per la quarta volta ha la palla break per andare a servire per il match e per la quarta volta la spreca. Nadal butta via un dritto e se la prende con Maria, perché Djokovic avrebbe chiamato l'out e disturbato il punto. E Djokovic alla fine ci va, a servire per il match. Sfonda sulla diagonale sinistra, rovescio contro dritto, Nadal mette in rete e dopo 5h e 44 Nole è a quattro punti dal trionfo.

Arrivano i primi due, Rafa risale da 30-0 a 30-30 grazie anche a un pallonetto in recupero su cui Nole non trova lo smash. Ma ai vantaggi, a Nole basta il primo match point. Servizio, diritto, e trofeo. Il tamburino Djokovic ha ancora forza per esultare. Il pensiero del tamburino Nadal, invece sembra solo uno: fatemi dimenticare oggi, almeno fino a domani.

Alessandro Mastroluca

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