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17/02/2012 14:18 CEST - approfondimento

Nadal al bivio Djokovic

TENNIS – In attesa che lo stesso Nadal, assieme a Novak Djokovic, Roger Federer ed Andy Murray tornino a scrivere altre epiche pagine del tennis iperveloce di oggi, la carriera dell’ultimo dominatore pre-Djokovic è a un bivio: Rafael Nadal sarà in grado di uscire dall’angolo e rialzare la testa nei confronti dell’attuale numero uno del mondo? Claudio Giuliani

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Se Nadal non avesse messo fuori quel banale rovescio a due mani lungolinea nella finale dello Australian Open contro Novak Djokovic, probabilmente non avreste letto questo articolo e i tanti retroscenisti del tennis non avrebbero i pensieri che hanno adesso sullo spagnolo, sempre il numero due del tennis che conta. Si dice: ma cosa deve fare Nadal per battere Djokovic? Beh, a Melbourne è uscito sì sconfitto, ma poteva benissimo vincere. Una partita vinta che si perde o viceversa, evento che capita spesso nel tennis, specie al Djokovic dell’ultimo periodo che sembra godere anche dell’occhio vigile della dea bendata. Un articolo del The Bleacher Report pone un’altra questione all’ordine tennistico del giorno: Nadal potrà durare ancora quante stagioni con un Djokovic a questi livelli?

Le questioni che pone l’articolista sono sempre le solite e peraltro già ampiamente dibattute: Djokovic sarà in grado di ripetere il 2011? Chi potrà fermarlo? O meglio, solo un infortunio potrà stopparlo? E su Nadal: il suo ginocchio lo rallenterà come già successo in passato? Melbourne è stato il primo passo per far riguadagnare allo spagnolo la posizione di leader della classifica mondiale che ha dominato per anni?

Ripercorrendo brevemente il torneo australiano, non va dimenticato che lo spagnolo ha battuto ancora una volta agevolmente Roger Federer (che pure aveva giocato divinamente fino ad allora) e poi ha perso come tutti sappiamo contro Djokovic. Quindi – sostiene l’articolo – ha ampiamente dimostrato di essere un top player pronto a rimanere nelle posizioni di vertice. E ci mancherebbe, aggiungiamo noi. La questione però rimane quella inerente alla possibile restaurazione dell’Ancien Regime tennistico, quello spagnolo per l’appunto. Nadal vincerà ancora degli Slam – scrive Kevin Pacelli – ma per farlo dovrà battere – stante le posizioni attuali in classifica – in un’ipotetica finale Novak Djokovic. Possibilmente prima di incontrarlo nel prossimo Slam, il Roland Garros, dove Nadal è costretto alla vittoria se vuole dimostrare di non aver abdicato definitivamente. La superficie è quella a lui più congeniale, quella che esalta i rimbalzi delle sue parabole (che girano – secondo la scuola nazionale maestri FIT - il 40% più dei top spin dei suoi rivali) e quella che l’ha visto vincere ben sei volte, recordman a pari merito con Borg. Non va dimenticata però la grande stagione del numero uno del mondo attuale sulla terra proprio un anno fa, dove sconfisse per l’appunto Nadal in tornei come Madrid e Roma.

Un avvertimento, ovvero una vittoria dello spagnolo sul serbo in uno di questi tornei Master 1000, invertendo l’inerzia degli ultimi sette scontri diretti (tutti appannaggio del serbo mentre nel computo generale guida ancora lo spagnolo 16 a 14), sarebbe viatico di un torneo parigino da favorito, avendo intaccato anche la sicurezza interiore dell’idolo della Serbia.

Se questo accadesse, in un maggio infuocato dal punto di vista tennistico, Rafael Nadal potrebbe giocare di slancio le altre due prove maggiori, Londra e New York, con legittime aspirazioni di vittoria. E di qui potrebbero seguire altre stagioni da dominatore del tennis. Questo, verosimilmente è il piano di Nadal e di suo zio Toni e non fa (volutamente) i conti con le aspirazioni del serbo, leader del tennis, numeri e vittorie alla mano. Nole vuole completare il Career Slam (vincere le quattro prove maggiori almeno una volta nella carriera; Federer e Nadal l’hanno fatto) conquistando Parigi. Se così fosse, una volta impadronitosi della terra parigina, riuscireste a immaginare qualcosa o qualcuno capace di arrestarlo nelle altre due super gare, quelle che lo consegnerebbero alla storia più di tutti i tennisti degli anni 2000 e 1990 messi assieme? Ricordiamo che solo due uomini sono riusciti nella storica impresa: Don Budge (1938) e Rod Leaver (1962 e 1969). Nel maschile – a differenza del femminile – nessuno è ancora riuscito a vincere quattro prove dello Slam di fila. Djokovic si giocherà la sua carta a Parigi, dopo le vittorie di Wimbledon 2011, Us Open 2011 e Australian Open 2012.

Se questo accadrà, oltre a tutto quello che succederà al serbo, entrata nella storia con canonizzazione tennistica, strade e piazze intitolate in patria e via dicendo, ci saranno ripercussioni anche sui suoi rivali, Nadal in primis. Mentalmente, sarà un colpo difficilissimo da assorbire e quindi chissà quanto questo fattore potrebbe influire sulle stagioni a seguire dello spagnolo. Questa la tesi proposta nell’articolo-riflessione, che si chiude prospettando un declino del numero due del mondo nel caso non riesca a risolvere presto il “problema” Djokovic. Certo, potrebbe iniziare la discesa di una figura chiave del tennis degli ultimi anni, un dominatore tutto cuore, muscoli ma anche talento (sì, il ragazzo ha anche talento e l’ha ampiamente dimostrato). Ma queste sono solo chiacchiere. Il campo tornerà presto a emettere i suoi verdetti e allora dopo Parigi potremo capire veramente se il tennis che stiamo vivendo attualmente avrà scritto una pagina storica come mai negli ultimi cinquant’anni.

 

 

Claudio Giuliani

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