ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Noi con Hawk-Eye. E gli altri?.

28/02/2012 23:18 CEST - NON SOLO TENNIS

Noi con Hawk-Eye. E gli altri?

TENNIS - Il "caso Muntari" in Milan - Juventus ha risollevato per l'ennesima volta la questione dell'utilizzo della tecnologia nel calcio e nello sport in generale. Proprio lo stesso giorno, un match di rugby del 6 Nazioni è stato deciso con la moviola in campo. Nel tennis, dal 2006 si utilizza Hawk-eye. E negli altri sport come sono messi? Dal basket al volley, dal ciclismo allo sci, scopriamolo insieme. Nicola Gennai

| | condividi

Sabato scorso, a distanza di poche ore, in due templi dello sport situati in due differenti nazioni europee, si sono verificati due episodi entrambi passibili di “moviola in campo”, ma con soluzioni diametralmente opposte. Il primo, a Twickenham, casa della nazionale di rugby inglese. Siamo agli sgoccioli della sfida del 6 Nazioni Inghilterra – Galles, gli ospiti sono avanti 19-12, i bianchi sono in pressione per tentare di segnare quella meta che, se trasformata, li porterebbe almeno al pari. Proprio all’ultimo minuto, David Strettle, ala dei padroni di casa, trova il varco giusto e va a meta. I gallesi contestano, l’arbitro pare non essere sicuro che la palla ovale sia stata effettivamente schiacciata a terra. Così, con le mani disegna un rettangolo nel vuoto. Quel rettangolo rappresenta una televisione. L’arbitro, infatti, sta invocando l’utilizzo della moviola per decidere. Risultato, meta non assegnata e vittoria del Galles.
Secondo episodio. Siamo a San Siro, la Scala del calcio. In campo ci sono Milan e Juventus, ci si gioca una fetta di scudetto. I rossoneri sono avanti 1-0 e al 26’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, sembrano raddoppiare con un colpo di testa ravvicinato di Muntari. Sembrano, perché, nonostante sia piuttosto evidente che Buffon abbia raccolto il pallone almeno mezzo metro dentro la sua porta, l’arbitro e il guardalinee decidono di continuare a far giocare. Dai primi replay si percepisce subito la portata del marchiano errore. I milanisti sono infuriati, gli juventini fanno finta di niente, la partita prosegue (quasi) come se nulla fosse. Nel calcio non c’è spazio per aiuti tecnologici o per la moviola in campo.
Questi due episodi, che il fato ha voluto malignamente collocare nella stessa giornata, quasi a voler invocare un confronto e un dibattito sulla materia, hanno inevitabilmente riportato in primo piano il tema della tecnologia applicata allo sport per dirimere situazioni spinose come una meta non meta o il gol non gol.
Noi, che ci occupiamo di tennis, dove un cm può fare la differenza, fino al 2006 ci siamo arrovellati e abbiamo discusso di chiamate errate, fino a che, in quell’anno, non è arrivato Hawk-eye (occhio di falco), il sistema che, seppur con qualche margine di errore (3,6 mm) consente ai giocatori, agli arbitri e ai tifosi di togliersi dalla mente qualsiasi patema sulle palle dubbie.

E negli altri sport come si sono tutelati? Partiamo proprio da calcio e rugby.

CALCIO

Nonostante (almeno in Italia) sia una delle discipline dove circola più denaro, e dove quindi non ci sarebbero problemi di fondi, il calcio, tra gli sport maggiori, resta al momento l’unico senza alcun ausilio “live” di mezzi tecnologici. Ai suoi massimi vertici, infatti, il football o soccer che dir si voglia, incontra veti insuperabili (leggi Blatter) che precludono, allo stato attuale, qualsiasi novità nell’immediato. Il replay giunge in aiuto solo in un secondo momento, ad esempio per comminare squalifiche per gesti violenti a palla lontana (ma con applicazioni diverse da Paese a Paese, basti pensare alla mancata squalifica del madrileno Pepe per la “passeggiata” sulla mano di Messi). Una buona soluzione, nel frattempo, potrebbe essere quella di estendere l’utilizzo degli “arbitri di porta” anche ai campionati nazionali oltre che per le competizioni europee. I casi più clamorosi di “gol fantasma”, ad esempio, sarebbero sicuramente risolti (vedi Muntari).
Proprio in Italia, è in corso da un annetto un test di una tecnologia per determinare quando il pallone varca del tutto la linea di porta. La sperimentazione si svolge allo stadio Friuli di Udine, col concorso di Udinese calcio e Cnr di Bari. Come riporta Sportitalia.com, si tratta di un sistema in grado di determinare con assoluta certezza quando viene segnato un gol, avvalendosi di tre telecamere posizionate sulle tribune, due che guardano entrambi i lati della linea di porta davanti alla curva nord e una terza posta alle sue spalle. L’incrocio dei dati inviati dalle telecamere a un computer determina quando il pallone ha varcato la linea di porta. Dopo di che, un sistema audio o luminoso collegato a un braccialetto, comunica al direttore di gara se il gol è valido o meno. Non è mai stato sperimentato nel corso di partite ufficiali. Il 3 marzo, l’International Board stabilirà se il test può proseguire.
 

RUGBY

Sabato pomeriggio a Twickenham, l’arbitro del match Inghilterra – Galles si è avvalso della collaborazione del TMO (Television Match Officer), ovvero un addetto in carne e ossa all’uso delle apparecchiature tecnologiche. Si tratta di un ufficiale di gara comodamente seduto in una stanza dello stadio, cui l’arbitro può rivolgersi per risolvere questioni delicate come mete o drop dubbi. Il TMO, dopo aver rivisto l’azione incriminata, prende una decisione e comunica via radio all’arbitro la decisione da prendere. Sistema che è stato introdotto nel 2001.

BASKET

Dalla stagione 2002/2003 in Nba è stato introdotto l’instant replay. Originariamente utilizzato per verificare i tiri sulla sirena, nel corso degli anni il suo uso è stato esteso anche per valutare se un tiro è da due o da tre punti, per chiarire situazioni fallose e/o scorrettezze commesse dai giocatori.
In Italia è stato introdotto nel 2005, ma, a differenza dei maestri americani, corre in ausilio dei tre arbitri solo per i play off di campionato e la final eight di Coppa Italia. Il funzionamento è il medesimo dell’Nba: un monitor sul tavolo degli ufficiali trasmette il replay dell’azione e consente una verifica immediata.

VOLLEY

Come riporta la Repubblica, anche la pallavolo, sport fatto di linee e di tocchi/non tocchi a muro spesso difficili da determinare, sta per fare il suo ingresso nella tecnologia. Lo farà dal mese prossimo, in occasione della Final Four di Champions League in programma a Lodz (Polonia). In pratica, ai capitani sarà consentito di contestare una decisione arbitrale chiedendo di rivederla su di un monitor. Come nel tennis, c’è un limite alle contestazioni, che saranno massimo due volte a set per squadra.

ALTRI SPORT

In molti altri sport ci si avvale di tecnologia. Ad esempio, in ciclismo e ippica si utilizza il fotofinish per determinare con una “foto” il ciclista/cavallo vincitore. Sempre nella disciplina della bicicletta, vige una sorta di “prova tv” che può portare, quasi sempre nelle volate, a sanzionare a posteriori le irregolarità commesse. Un sistema simile vale nello sci, in particolare nello slalom speciale, dove spesso le inforcate sono impercettibili (l’austriaco Hirscher è un vero maestro nell’inforcare e poi vincere, ad esempio) e serve un replay per scovarle. Altri sport dove si utilizza la moviola sono la scherma, per capire chi “tocca” prima o il football americano, dove ogni allenatore può chiedere l’instant replay due volte a partita per contestare una decisione arbitrale.

Nicola Gennai

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

Federer-Del Potro a Dubai

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis