ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > A Dubai le migliori semifinali possibili.

02/03/2012 15:25 CEST - ATP Dubai

A Dubai le migliori semifinali possibili

TENNIS - Murray supera 6-3 7-5 Berdych sprecando sei match point prima di chiudere. Vince facile Federer: 6-3 6-4 a Youzhny, che ha sconfitto per la dodicesima volta in altrettanti confronti diretti. Djokovic supera l'amico Tipsarevic 6-1 7-6. In serata Del Potro batte Tsonga, ora affronterà Federer. Stefano Pentagallo e Massimiliano Di Russo

| | condividi

Del Potro b Tsonga 76(1) 62

Doveva essere sulla carta la sfida più equilibrata, quella che vedeva di fronte due senatori di seconda fascia del calibro di Del Potro e Tsonga. I due si erano affrontati non più tardi di una settimana fa in semifinale a Marsiglia, con vittoria in tre set dell’argentino, che da un paio di settimane sta vivendo un periodo di grande forma.

Davvero poche le emozioni regalate da un primo set dominato dai servizi, nel quale le uniche palle break – due- venivano annullate in apertura da Tsonga. Naturale quindi che si giungesse al tie break, dove però non c’è stata partita. Del Potro, che aveva chiamato in precedenza il fisioterapista per problemi a una spalla, si è trovato subito avanti per 3-0 grazie a un doppio fallo del francese e un dritto devastante realizzato nel punto successivo, prima che un errore di dritto di Tsonga, che negli ultimi game aveva iniziato a commettere qualche errore grossolano di troppo, gli regalasse 5 set point consecutivi. Poco dopo il tie break terminava per 7 punti a 1 in un’ora esatta di gioco.

Il momento di confusione di Tsonga si protraeva anche nel secondo set: davvero troppi gli errori del francese, che si aggiudicava appena un punto nei suoi primi due game di battuta, permettendo a Del Potro di passare a condurre per 4-0: classico risultato massimo con il minimo sforzo per l’argentino, che pur approfittando delle concessioni dell’avversario, ha messo in mostra un ottimo servizio e una solidità di colpi che lasciano ben sperare circa il recupero di un giocatore che nel 2009 stava dimostrando di poter assestarsi ai livelli dei primissimi giocatori del mondo.

Il match, che poco altro aveva da dire, seguiva negli ultimi game la regola dei servizi terminando in poco più di un'ora di gioco con il punteggio di 7-6, 6-2. Prossimo avversario dell’argentino sarà quel Federer che recentemente l’ha sconfitto senza eccessivi patemi a Rotterdam. (Massimiliano Di Russo)
 

Djokovic b Tipsarevic 61 76(6)

L’ultima volta che si erano incontrati, Janko Tipsarevic aveva strappato contro il più quotato connazionale una prestigiosa vittoria al Masters di Londra: altri tempi e soprattutto altro Djokovic quello che si era presentato all’appuntamento finale di una stagione oltremodo logorante. Il Djokovic visto in questo derby serbo è apparso ancora distante dalla forma migliore, cosa peraltro già evidenziata dalla complicata vittoria maturata nel turno precedente contro Stakhovsky, ma efficace quanto basta per avere la meglio contro un avversario autore fino a questo momento di un buon avvio di stagione ma ahimè oggi fin troppo falloso e autore di un tie break davvero amaro.

Il primo set si è deciso grazie ai cinque giochi consecutivi che hanno permesso al numero uno del mondo di chiudere per 6-1 dopo neanche mezz’ora di partita. Davvero troppi gli errori di un Tipsarevic che con il rovescio ne ha combinate di tutti i colori, sbagliandone in particolare un paio davvero semplici che hanno permesso a Nole di convertire due delle tre palle break che ha avuto a disposizione.

Nel secondo set la musica è cambiata: Tipsarevic ha migliorato le percentuali del servizio riuscendo a trarsi d’impaccio grazie a questo colpo negli unici due game in cui ha concesso palle break, il quinto e il settimo, quando dopo essersi fatto recuperare da 30-0 ha subito il ritorno dell’avversario prima di salvarsi a suon di ace e servizi vincenti. Djokovic, dal canto suo, pur non facendo nulla di trascendentale, ha tenuto agevolmente i propri turni di battuta –chiuderà il match senza aver concesso palle break- sfoderando anche lui una battuta che oggi gli ha dato davvero pochi problemi.

Si è giunti così al tie break, tutto sommato il giusto epilogo per quanto fatto vedere in questo parziale da entrambi i tennisti. Tipsarevic è partito fortissimo, volando sul 3-0 grazie a due mini-break –davvero pregevole l’accelerazione di rovescio che gli ha permesso di conquistare il secondo- ma cedendone subito uno dopo un evitabile errore di dritto. La rimonta di Djokovic si è completata grazie a un doppio fallo dell’avversario che ha riportato la situazione in parità sul 4 pari. A questo punto è successo di tutto: prima una stecca di dritto di Djoker ha permesso a Tipsarevic di servire sul set point, poi uno sciagurato doppio fallo –il secondo del tie break- del numero nove del mondo che ha clamorosamente ripristinato la parità, infine l’ennesimo dritto fuori misura di Tipsarevic che ha mandato Djokovic a servire sul match point. Nole non si è fatto pregare e con un dritto dei suoi ha portato a casa un match che si stava complicando, dimostrando se ce ne fosse bisogno la differenza che intercorre tra un campione come lui e uno che campione non lo diventerà mai.

Nel prossimo turno il serbo se la vedrà con Murray, per quella che sarà la rivincita delle semifinali degli ultimi Australian Open. (Massimiliano Di Russo)
 

Federer b. Youzhny 63 64

È un break, per set, a decidere il dodicesimo confronto tra Roger Federer e Mikhail Youzhny. Gli head-to-head non sempre possono spiegare chi sia il più forte, ma sono in grado, sempre, di raccontarci la storia di una rivalità. E la storia di questa rivalità non lasciava adito a dubbi: il russo non è il tipo di giocatore da poter impensierire lo svizzero. Nelle precedenti occasioni in cui si erano incontrati, Youzhny mai aveva vinto, racimolando appena tre set in tutto.

I primi punti mostrano come i due giocatori possano smettere da un momento all'altro il bastone per passare al fioretto e viceversa, ma soltanto a sprazzi ci regaleranno attimi di bel tennis. D'altronde il risultato, già dal quarto gioco non è più in bilico. Youzhny concede le prime quattro palle break dell'incontro, tre di queste le annulla - una con un bellissimo rovescio in lungolinea di puro polso - ma è proprio il suo colpo migliore a tradirlo sulla quarta. Da lì in poi Federer non si volterà più indietro. Troppo solido al servizio lo svizzero (cinque punti concessi su venticinque nel primo parziale) e troppo superiore nel gioco da fondocampo. Il russo, invece, è incostante con il rovescio, impreciso con il dritto e al servizio non incide come dovrebbe. Il suo primo set potrebbe concludersi anticipatamente, nell'ottavo gioco, quando concede due set point sul proprio servizio allo svizzero, ma con coraggio li annulla. Per Federer è questione di minuti, chiude nel game seguente in poco più di mezz'ora.

Incamerata la prima frazione, lo svizzero può lasciarsi andare ad attimi di pura accademia. Del resto nei propri turni di battuta non concede chance al russo e può, così, concentrarsi quando al servizio c'è il suo avversario. Il break che decide anche il secondo parziale, e il match, arriva al primo gioco. Youzhny commette quattro errori gratuiti, permettendogli di involarsi sull'1-0. La partita scorre via veloce e potrebbe scorrere ancor più velocemente se Federer non fallisse altre tre palle break, che sono strette parenti di tre match point, sul 3-1 in suo favore. A fine partita le opportunità non sfruttate da Federer saranno ben nove, ma la facilità con la quale chiuderà il match farà passare questa statistica in secondo piano. Youzhny, pur restando attaccato allo svizzero, dovrà arrendersi 6-4, in appena un'ora e nove minuti.

Federer conferma il suo ottimo stato di forma, sulla scia di quanto fatto vedere a Rotterdam e in questi primi due match sul cemento veloce di Dubai, mostrando una reattività di piedi ed un gioco di gambe invidiabili. Aspetta, ora, l'esito dell'ultimo quarto di finale di giornata, quello tra Jo-Wilfried Tsonga e Juan Martin Del Potro, per conoscere il suo avversario di domani in semifinale. (Stefano Pentagallo)

Murray b. Berdych 63 75

Il peggior Berdych della stagione. È quello sceso in campo, poco fa, contro il numero quattro del mondo, Andy Murray, nel primo quarto di giornata, forse quello sulla carta più interessante. Invece la partita ha disilluso le attese. E se è vero il detto secondo cui chi ben inizia è a metà dell'opera, allora è chiaro fin da subito come per il ceco quella odierna sarà un'opera incompiuta.

L'avvio di partita per Tomas è da dimenticare, commette ben sette errori non provocati e subisce un parziale di nove punti a due, che dà a Murray la possibilità di impostare una gara di testa fin dalle prime battute. Lo scozzese scende in campo con la concentrazione di chi sa di non aver strabiliato nelle prime uscite post-Australian Open e con la consapevolezza di avere di fronte un avversario contro cui ha sempre sofferto. Berdych avrebbe pure l'occasione di rientrare subito nel set, in un game nel quale Murray commette ben due doppi falli (saranno cinque al termine della partita), ma il ceco non ne approfitta, fallendo tre palle break. Il quarto gioco è finalmente quello in cui, Berdych, riesce a muovere il punteggio. Il ceco capisce di non essere nella sua giornata migliore, tanto è devastante con il dritto, non appena Murray gli concede la possibilità di mettere i piedi dentro al campo, quanto vulnerabile e falloso nelle occasioni in cui è costretto a remare da fondo nel tentativo di difendersi. Così, appena se ne presenta l'opportunità, prova ad impostare una partita all'arrembaggio, buttandosi a rete confortato dai suoi potenti colpi d'approccio. La tattica, solo a sprazzi, regala l'effetto sperato. Si prosegue senza sussulti sino al 5-3 per Murray, che qui concede una quarta palla break, nel set, a Berdych. Lo scozzese è ancora bravo a salvarsi, dopo essersi ben difeso su un paio di dritti centrali tirati a pieno regime dal ceco. Si issa, così, a set point, sul quale mette in campo il primo lungolinea di rovescio vincente della sua partita.

Murray avrebbe l'opportunità di ammazzare la partita già all'inizio del secondo parziale, ma lo scozzese si lascia rimontare un break di vantaggio per due volte, in una fase in cui si registrano ben quattro break nei primi sei giochi. Alla fine è il ceco ad interrompere questa egemonia alla risposta, passando a condurre per la prima volta nel match sul 4-3. Non è Berdych ad essere salito di livello in questo secondo set, bensì Murray ad essere calato. Nell'ottavo gioco torna, però, a tenere la battuta anche Murray che, per la prima volta nel match, si affida alla smorzata di dritto. Il servizio continua a non essere un fattore determinante e nel gioco successivo, Berdych, è costretto a fronteggiare l'ennesima palla break (alla fine ne concederà nove, salvandone cinque) quando sul 30-30 gli viene chiamato un fallo di piede sul quale si disunisce commettendo doppio fallo. In un momento delicato del match, il ceco ritrova la prima che gli permette di salvarsi da una situazione di pericolo. Anzi, è lui stesso a trovarsi per due volte a due punti dal set sul servizio di Murray, ma lo scozzese viene graziato. Sul 5-5, sembra di rivivere il game precedente giocato in battuta da Berdych: sale 30-0, si fa rimontare sul 30-30, commette doppio fallo e concede un'altra palla break. Annulla anche questa il ceco comandando lo scambio dall'inizio alla fine, ma non è sufficiente questa volta ad evitare il quarto break, da lui subito, nella partita. Infatti Murray ha una nuova opportunità sulla quale si rende protagonista di due recuperi prodigiosi, costringendo all'errore di dritto il ceco. Questo sì, è il break che decide l'incontro. Nonostante lo scozzese, nell'ultimo game, non si faccia mancare nulla. Serve benissimo, portandosi sul 40-0, ma permette a Berdych di recuperare e di procurarsi anche una palla del controbreak, sulla quale Murray serve una prima sulla riga. La palla viene chiamata fuori, ma il challenge mostra il contrario. A Lahyani il compito di decidere se assegnare il punto a Murray o farlo ripetere. Opta per la prima soluzione, che scatena le ire - inutili, ma motivate (il ceco è sulla palla e la chiamata lo disturba, per cui secondo regolamento il punto andrebbe rigiocato) di Berdych. In tutto, alla fine, saranno sei i match point annullati dal numero sette del mondo, ma il settimo sarà quello buono per Murray.

Ancora una prova incolore per lo scozzese, lontano parente di quello ammirato ad inizio anno nello Slam "down under". Per lui si tratta della prima semifinale, in quattro partecipazioni, a Dubai. Affronterà Novak Djokovic. (Stefano Pentagallo)

Stefano Pentagallo, Massimiliano Di Russo

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

Federer-Murray a Dubai

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis