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14/03/2012 16:57 CEST - Indian Wells

Schiavo si ritira. Bene Nole

TENNIS - Francesca ultima vittima del virus: 62 e ritiro con la Safarova. Rimonta Vinci: 67 60 64 alla Cibulkova. Djokovic 62 63 con Anderson. Fish fuori con Ebden (63 64) tra le proteste. Da Indian Wells, Vanni Gibertini

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Vinci b. Cibulkova 67(5) 60 64

Vittoria di grande carattere per Roberta Vinci che viene fuori con cuore ed un pizzico di fortuna da una battaglia che ha deliziato il pubblico del campo n.7 dell’Indian Wells Tennis Garden, stipato fino all’inverosimile per tutte le due ore e 39 minuti di gioco.

Che non sarebbe stato un match corto e dominato dai servizi si era capito fin dall’inizio: tre break nei primi tre giochi, che hanno richiesto 19 minuti e 30 punti. E’ la nostra portacolori che mantiene la testa in questo inizio combattuto, arriva fino al 4-2, ma poi si fa recuperare il break di vantaggio all’ottavo gioco in un altro game-fiume (12 punti). “Tutti i game sono stati lottatissimi – ci ha confermato la Vinci dopo il match – la differenza l’hanno fatta pochi punti”.
La partita è molto piacevole, e beneficia del confronto di stili tra il tennis robusto ma monocorde della Cibulkova e le variazioni a tutto campo di Roberta. Gli scambi sono lunghi e tesi, niente palombelle o “arrotoni” che passano metri sopra la rete, ma palleggi a fil di rete, impreziositi dai cambi di rotazione della Vinci. Il pubblico gradisce, ed in questa giornata ideale per giocare a tennis (24 gradi, umidità bassissima ed una leggera brezza) fa la fila per ore intorno al campo 7 pur di scorgere qualche scambio di questa bella partita. Roberta serve inutilmente per il set sul 5-4 e finisce poi per perdere il set per 7-5 al tie break, dopo ben 1 ora e 8 minuti di gioco.

A quel punto il ritmo da fondocampo della Cibulkova si affievolisce un attimo, quel tanto che basta per permettere alla Vinci di prendere il largo nel set ed aggiudicarselo per 6-0 in 33 minuti. Ma si tratta di un 6-0 fasullo, dato che quattro dei sei game giocati finiscono ai vantaggi. La differenza la fa una minore regolarità della slovacca ed un grande opportunismo dell’azzurra che ha la lucidità di chiudere il set alla prima occasione senza dare all’avversaria l’opportunità di tentare una rimonta.

Nel terzo set forse è successo a me un po’ quello che era successo a lei nel secondo – ha continuato a commentare Roberta – forse rinfrancata dal 6-0, sull’1-0 per me ho perso due game bruttissimi, facendo due doppi falli consecutivi, sono un po’ calata mentalmente e fisicamente, perché io alla fine cominciavo ad essere stanca”. Nonostante la stanchezza però la vinci riesce a rimediare al suo servizio deficitario (39% di prime palle nel terzo set) con grandi colpi nei suoi game di risposta: i suoi controbreak sono frutto quasi tutti di colpi vincenti, 9 degli 11 punti da lei vinti sono stati chiusi con vincenti da applausi, incluso un piccolo aiuto della Dea bendata, che sulla palla break per il 4-4 le ha regalato un nastro vincente assolutamente imprendibile.
Il game finale condisce con un pizzico di dramma una già ottima partita. Sul primo punto Roberta risponde molto profondo sulla seconda della Cibulkova: mentre la slovacca colpisce la palla in controbalzo mandandola in rete, la palla viene chiamata out, mai il Falco la giudica buona, e l’arbitro dà direttamente il punto alla Vinci. Dominika non ci sta, chiama il supervisor, si discute per un paio di minuti, ma la decisone viene convalidata. Due errori gratuiti di Roberta sembrano indicare che la pausa abbia giovato più alla slovacca che all’azzurra, ma una risposta vincente ed uno splendido passante di rovescio slice lungolinea che pizzica la riga danno a Roberta il primo match-point, sul quale arriva l’errore gratuito della Cibulkova.

Al prossimo turno per la Vinci ci sarà Maria Sharapova: “Contro Sharapova ho fatto un game l’unica volta che ci siamo incontrate [US Open 2007 n.d.r], in un torneo in cui ho avuto mal di denti… terribile”.

Sharapova d. Halep 63 64

Si incarta sul finale, ma riesce a chiudere Maria Sharapova. Simona Halep chude con appena 5 vincenti e 22 errori. Bilancio negativo anche per Masha (22-38). Determinante però la percentuale più alta di prime in campo e la maggiore incisività nei colpi da fondo.

Primo set che scorre facile per la russa che strappa due volte il servizio alla rumena, che fatica a tenere il ritmo dello scambio. Secondo che sembra avviato a una fine ancora più rapida. Sharapova allunga 5-0, si ritrova 5-1 40-0 e servizio, e si incarta. Un doppio fallo e tre errori di rovesci aiutano il parziale di 5 punti a 0 con cui la Halep, aggressiva alla risposta come mai nel match, recupera almeno un break di svantaggio. Nel game successivo, durato 12 punti, tiene senza concedere palle break e trovando profondità sulla diagonale sinistra. La censurabile parentesi negativa di Masha continua. Subisce il secondo break di fila, a 15, chiudendo con un doppio fallo e nel decimo game consegna a Halep anche due palle game per raggiungere un incredibile 5-5.

Ma la rumena avverte la pressione e sulla seconda rimette in gioco la russa con il suo quarto doppio fallo. E dopo un'ora e 36 minuti Masha costringe Halep all'ultimo errore del match e firma il quinto break che vale un posto in ottavi.

Safarova d. Schiavone 62 ret

Si allunga l'elenco dei giocatori colpiti dal virus che sta colpendo Indian Wells. Anche Francesca Schiavone avverte i dolori allo stomaco tipici dell'infezione virale e abbandona il match dopo aver perso il primo set 6-2.

"Mi sono sentita male stanotte. Stamattina non stavo bene ma volevo comunque giocare. Non potevo continuare però. Avevo mal di stomaco, mal di testa e sentivo i muscoli deboli". Queste le parole di Francesca.

Ebden b. Fish 63 64

Un finale controverso segna l'eliminazione di Mardy Fish ma non toglie nulla ai meriti di Matthew Ebden. L'australiano vince il primo confronto in carriera contro il numero 8 del mondo, reduce dalla sorprendente sconfitta a Marsiglia contro Olivetti, 63 64. Il primo set si chiude in 28 minuti. Decide un break nell'ottavo gioco, che Fish regala con un doppio fallo.

L'americano serve peggio e dal servizio (51% contro 61% a fine partita) e ricava meno punti (68% dalla prima, 44% con la seconda; Ebden rispettivamente il 74% e il 59%). Entrambi chiuderanno con un bilancio negativo tra vincenti e gratuiti: -8 l'australiano (14-22), -22 Fish (16-38).

In questi numeri sta la differenza, come nell'incapacità di difendere il vantaggio per due volte in avvio di secondo set. L'americano serve nei giochi dispari e dopo un parziale di quattro break di fila tra secondo e quinto game, spacca la racchetta per la frustrazione.

Una frustrazione che gli si legge in campo perché Ebden lo spazientisce con i suoi tagli di rovescio e i ritmi lenti che costringono F a coprire più campo e ad avere poche palle giuste da colpire all'altezza dell'anca per venire avanti. D'altra parte Ebden non ha altro modo di giocare: il dritto, per quanto profondo, è un colpo che non incide abbastanza, un colpo lavorato che viaggia alto sopra la rete e si legge bene.

Il match lo decide in pratica il giudice di sedia, convinto che Fish abbia disturbato apposta l'avversario su un punto decisivo (4-4 40-40). Fish tira il vincente ma grida ed esulta prima del secondo rimbalzo, un po' come successo tra Serena Williams e Sam Stosur in finale agli Us Open. L'arbitro, avendo interpretato il comportamento di Fish come un'azione intenzionale di disturbo, dà il punto a Ebden. L'americano protesta a lungo, dopo la chiamata e al cambio campo. "Sei sicuro al 100% che sarebbe potuto arrivare sulla palla se io non avessi gridato?" dice più volte al giudice di sedia e a fine match non gli stringerà per via di una decisione che appare corretta presa in un momento chiave della partita.

Fish non farà più un quindici fino alla passerella finale di Ebden. (AM)

Simon b. Wawrinka 64 64

Gilles Simon arriva per la prima volta in carriera negli ottavi di Indian Wells. Il doppio 6-4 con cui ha superato Wawrinka (che ha richiesto il fisioterapista in avvio di secondo set per un dolore al ginocchio) avrebbe potuto essere anche più netto. Il francese si è infatti trovato avanti 6-4 5-1 e nel settimo game ha sprecato tre match point. Per il numero 2 di Francia è la prima vittoria in carriera su Wawrinka che l'aveva sconfitto 64 64 in un Future in Francia nel 2003 e 64 61 al primo turno a Shanghai nel 2010.

Il francese raccoglie di più dal servizio (78 a 67% di punti con la prima, 60 a 38 con la seconda), ha quattro vincenti in meno (14 a 18) ma fa pesare i 30 errori in meno (22 a 52).

Nel primo set si seguono i servizi per otto giochi. Il nizzardo però è il primo a procurarsi palle break, due nel settimo game: Wawrinka salva la prima con l'aiuto dell'Occhio di Falco, Simon butta via la seconda con una risposta lunga. Ma il francese è più brillante nella gestione dello scambio, costringe Wawrinka sulla difensiva ed è sempre lui a dettare i tempi del match. Inevitabile, il break arriva al nono game. Simon, anche grazie al sesto ace del set, tiene a 15 e chiude il parziale. L'ex numero 6 del mondo sembra aver ritrovato un servizio efficace, un'eccellente copertura del campo sia in orizzontale che in avanzamento e soprattutto la fiducia nei colpi. Fiducia che manca a un Wawrinka fragile, che chiude il primo set con 21 errori e appena 3 vincenti.

Certo, il ginocchio dolorante può essere una scusante almeno parziale per spiegare perché lo svizzero continui a muoversi male sul campo e a non troare il tempo per aprirsi gli angoli e entrare nello scambio. Non bastano un paio di accelerazioni vincenti di dritto, e tre match point, a Simon per chiudere la sfida nel settimo game del secondo set. Nel successivo Wawrinka gioca con la rilassatezza di chi non ha niente da chiedere e niente più da perdere, trova anche i vincenti col rovescio lungolinea di cui avrebbe avuto bisogno molto prima, mentre Simon si irrigidisce, avverte un po' di tensione e perde il servizio a zero. Ma quando torna a servire per il match, sul 5-4, non trema. (AM)
 

Isner d. Monaco 75 75

Con un break per game, nell'ultimo gioco di ciascun set, Isner batte Monaco per la seconda volta in carriera. Ha avuto bisogno di 4 match point per piegare l'argentino, chiudendo dopo 2 ore e 5 minuti. Ha fatto sempre la partita Isner, che ha chiuso con quasi il triplo dei vincenti, 37 a 13 e due errori in meno, 26 a 28. Monaco paga anche la bassa resa della seconda (42% di punti) e i 4 doppi falli, di cui 3 nel secondo set.

Lo schema del match è chiaro. Isner prova a dominare gli scambi con servizio e diritto, Monaco tenta di variare, di allungarli per avvantaggiarsi della maggiore mobilità in campo. Si va avanti seguendo i servizi fino al 6-5, poi Isner dal 30 pari trova un dritto vincente e strappa il break decisivo al termine di uno scambio lungo e parecchio dispendioso.

L'argentino paga la fatica e rischia di cedere il servizio per la seconda volta di fila in avvio di secondo set, ma dopo un game epico riesce a salvarsi con un'accelerazione di dritto lungolinea. Ancora una volta, però, Monaco cade sul finale, anche se stavolta si batte di più e meglio prima di lasciare gli applausi all'ex campione della Georgia University. Salva un primo match point (4-5 30-40) costringendo Isner a un paio di generosi recuperi prima di infilzarlo con lo smash, peraltro solo apparentemente facile, in diagonale da sinistra.

In quello che sarà l'ultimo game della partita, annulla un secondo match point (5-6 30-40) con una volée bassa incrociata di dritto, ne salva un terzo con un servizio vincente ma regala il quarto con il quarto doppio fallo del match (a fronte di nessun ace e con due punti su 3 raccoti con la prima) e si arrende sbagliando di rovescio dopo uno scambio insistito sulla diagonale sinistra.

In ottavi Isner affronterà il vincente di Ebden-Fish. (AM)

Petrova d. Stosur 61 67 76

Petrova non batteva una top 10 da New Haven 2010, e anche allora aveva sconfitto proprio Sam Stosur. La russa, allenata da Ricardo Sanchez, che ha abbandonato la guida di Caroline Wozniacki dopo appena due mesi, aveva vinto appena un match quest'anno. E la tensione si è fatta sentire in alcuni momenti della sfida. L'anno scorso hanno giocato  il match più lungo nella storia degli US Open dall'introduzione del tiebreak: 3 ore e 16. A Indian Wells giocano mezz'ora di meno, ma Petrova poteva chiudere benissimo in due set. Nel secondo è stata avanti 3-2 e servizio, ha servito per il match sul 5-4 e ha avuto a disposizione un match point nel tiebreak. Nei momenti in cui non sentiva la tensione, però, ha giocato meglio dell'australiana e trovato un successo meritato.

Parte benissimo Nadia, reduce da sei sconfitte di fila contro le top-10. Perde quattro punti al servizio nel primo set pur mettendo in campo una prima su due. Il doppio break in avvio sembra fare da preludio a una partita inaspettatamente agevole per la russa. Stosur fatica a trovare la palla, o la fa scendere troppo o se la fa arrivare addosso. Petrova invece domina gli scambi, colpisce bene anche in corsa e chiude con un facile 6-1 grazie a un bilancio di 10 vincenti e appena 3 errori.

Il break in apertura di secondo set conferma le difficoltà nel gioco difensivo dell'australiana che si ritrova sotto 3-1. Qui però iniziano a manifestarsi le paure di Petrova: doppio fallo sul 3-2 15-30 e colpi timidi che aprono la strada al vincente di dritto di Sam Stosur che firma il primo break del match (3-3) e il primo sorpasso nel gioco successivo.

Il match rimane altalenante. Petrova con una gran risposta d'incontro trova un nuovo break e va a servire per il match sul 5-4. Apre servendo due seconde (sul primo punto la palla era buona ma non aveva più Challenge) e regala un nuovo controbreak a Stosur (a 30) che chiude con uno dei suoi colpi migliori, lo sventaglio di dritto da sinistra. Si va così al tiebreak, che vede Petrova sempre a inseguire fino al 3-3, salire 4-3, ritrovarsi 4-5 poi 6-5. Stosur annulla il primo match point con una prima vincente e allunga la partita con una gran risposta. Chiaro il cambiamento tecnico con Petrova che chiude il set con un bilancio di 12 vincenti e 15 errori.

A parte break e controbreak nel quinto e sesto gioco, il terzo set segue la successione dei turni di battuta fino al 5-5 servizio Petrova. Qui torna la paura: dal 40 pari manda larghi due dritti facili, da ferma e dal centro, che mandano Stosur a servire per il match. I colpi di scena, però, non sono finiti. Quei due dritti sbagliati li rigioca nel game successivo, ma stavolta sono altrettanti vincenti che si abbinano allo scoordinato e infruttuoso recupero dell'australiana. Risultato: secondo tiebreak, come a New York.

Il sesto doppio fallo del match regala a Petrova il primo minibreak (2-0) ma un dritto in avanzamento colpito insensatamente piatto riporta il tiebreak in equilibrio, almeno fino al rovescio in back affossato a rete che manda Petrova avanti 5-2 con due servizi a disposizione. Finita? Rovescio largo e risposta reattiva di Stosur: 5-4. Petrova comunque ha ha la forza di chiudere 7-5 con l'ultimo dritto vincente della partita.

In ottavi affronterà Dominguez Lino o Kirilenko. (AM)

Djokovic b. Anderson 62 63

Probabilmente a Nole Djokovic e i suoi tifosi il nome di Kevin Anderson risveglia un ricordo da vendicare ogni volta che il tabellone lo rende possibile. Nel 2008 a Miami, infatti, il sudafricano "regalò" un'inattesa sconfitta nel match d'esordio ad un Djokovic che veniva dalla doppia vittoria di Australian Open e Indian Wells. Finì 76 36 64 per l'allora sconosciuto Anderson. Da quel giorno i due si sono affrontati in altre tre occasioni, tutte lo scorso anno e, naturalmente, Djokovic si è ampiamente rifatto, vincendo tutti i set giocati.

Oggi le cose non sono andate diversamente ma, a discapito del netto risultato, Anderson ha dimostrato che quantomeno riesce a giocarsela con il numero 1 del mondo. Infatti Djokovic ha prevalso dopo 1 ora e 37 minuti di gioco, tempistica alquanto insolita per un 62 63. Il serbo è sembrato ancora tutt'altro al 100%, protagonista di molti errori (a fine match il bilancio vincenti-gratuiti sarà 17-18, contro il 21-27 di Anderson), soprattutto in profondità.

Il sudafricano ha impostato la partita nell'unico modo possibile, spingendo e anticipando a partire dai colpi d'inizio gioco e sorprendendo un Djokovic da subito non centratissimo. Fulcro del primo set sono stati il quarto e quinto game, durati più di venti minuti, con un'infinità di vantaggi e Anderson bravo a guadagnare la prima palla break con un fantastico dritto inside out ma incapace di convertirla, facendosi intrappolare dagli scambi da fondo del serbo: dopo 36 minuti di gioco, il tabellino diceva solo 3-2 Djokovic.

Qui il detentore del titolo ha approfittato del brutto game di Anderson, che dal 30 pari ha affossato un rovescio in rete e commesso un doppio fallo, dando al suo avversario lo stacco definitivo. Il sudafricano infatti, nonostante Djokovic nel settimo gioco si sia complicato la vita facendo doppio fallo sul 40-30, ha staccato completamente la spina e subito un altro break senza in pratica giocare.

Il numero 30 del mondo non ha però ceduto le armi: nel gioco d'apertura del secondo set si è infatti issato a palla break (nonostante una chiamata sfavorevole sul 30-30), senza riuscire comunque a convertire. Il parziale ha seguito la legge del servizio fino al sesto game, dove Nole ha costretto l'avversario a due difficili volee e, giunto a triplice palla break, è scappato alla seconda chance.

Le ultime emozioni sono arrivate prima nel game successivo, con Nole addormentatosi sul 40-15, arrivando a concedere ad Anderson la palla del controbreak (annullata con un ace), e nell'ottavo, con la reazione d'orgoglio di Anderson che, sotto 15-40, ha rifiutato col servizio il 62 periodico.

Nole ha comunque chiuso senza problemi subito dopo e ora troverà Andujar, che ha sconfitto Ramos. (RN)

Vanni Gibertini

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